albatros-narrativa

Vite rubate

Manola D'Amato

Una storia vera, cruda, struggente. Una donna riesce a scappare dalle mani del suo aguzzino, e dalla sua denuncia riemerge dopo circa quindici anni il caso di una 17enne romana scomparsa nel giugno del ’99, la cui identità fu scoperta solo circa due mesi dopo in una cella dell’obitorio di Milano. Vengono riletti gli atti ed emergono elementi sconvolgenti quanto assurdi: non ci sono foto di come è stato ritrovato il cadavere, viene confermato che nel punto dove è stato rinvenuto non c’era alcuna traccia di sangue, ma la causa della morte è comunque attribuita al suicidio, e questo solo per la presenza di una rosa nelle mani della ragazza, insieme ad una lettera che tutti hanno voluto leggere come un addio. Un’incredibile carenza investigativa e medico-legale ha caratterizzato questa drammatica storia, rendendola ancora più triste e dolorosa. Molti elementi sono stati utilizzati con presupposti psicologici e meramente deduttivi, viziati dalla totale mancanza di riscontri oggettivi. Sono passati anni ed ancora non si è scoperto nulla dell’assassino e di come sono andate davvero le cose. Lacune, errori ed approssimazioni che tutt’ora lasciano una famiglia senza risposte e senza verità. Ma nessuno è disposto a dimenticare, ed un caso di omicidio senza un colpevole non si chiude mai…


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