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Scusarsi, perché...

di Lucia de Cristofaro

Numero 191 - Settembre 2018

“Si sbaglia sempre. Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per imparare. Imparare a non ripetere mai certi sbagli.


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“Si sbaglia sempre. Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per imparare. Imparare a non ripetere mai certi sbagli. Si sbaglia per poter chiedere scusa, per poter ammettere di aver sbagliato. Si sbaglia per crescere e per maturare. Si sbaglia perché non si è perfetti.” (Bob Marley). -taglio- Riconoscere di non essere perfetti, significa anche riconoscere i propri errori e quindi giungere alla consapevolezza che è doveroso e necessario porgere le proprie scuse alla persona che abbiamo offeso, anche se inconsapevolmente. Scuse sincere senza... ma o però... che in qualche modo tendono a giustificare il nostro errore. Infatti in relazione alle scuse, consequenziali ad un errore, si possono individuare due generi di comportamento, ovvero le scuse consapevoli della propria colpa e offerte in segno di pentimento e di pace da ritrovare, un rapporto da ricostruire e quelle opportunistiche, dovute solo al calcolo di un possibile tornaconto o per evitare una situazione ancora più incresciosa per se stessi. Il difficile è riconoscerle, in quanto spesso chi “recita” le proprie scuse è molto più convincente di chi le esprime in modo onesto, ma se si ascolta attentamente colui o colei che si scusa con noi, possiamo cogliere quelle sfumature che ci mettono in guardia: “ Scusami, ma sai in quelle circostanze non potevo fare altrimenti.”( la colpa non è loro ma delle circostanze), oppure: “Scusa per il mio comportamento, ma il nostro comune amico mi aveva detto…” ( la colpa non è sua ma indotta da un’altra persona) .Ecco come si comporta chi non possiamo fare a meno di -taglio2- considerare “ipocrita”, che ricorre alle scuse solo per giustificare errori che non considera i propri, anche di fronte all’evidenza. Inutile dire che una volta individuati tali comportamenti meglio starne alla larga. Al contrario, sono convinta che bisogna sempre dare una seconda chance a chi si scusa mettendo da parte il proprio orgoglio e in piena umiltà riconosce i propri sbagli. C’è, poi, chi pur avendo consapevolezza dell’errore verso l’altro, ha paura di non essere perdonato e quindi lascia andare le cose affidandosi al destino, ignorando il problema; per questa tipologia di persona, significa credere che esso si dissolva tra le maglie della vita, evitandogli di affrontare le scuse. Inutile dire che i problemi non si dissolvono mai ignorandoli, anzi il silenzio potrebbe ancora di più sedimentare rancori e far diventare enorme qualcosa di irrilevante che è stato fatto. Rimarginare le ferite non è cosa facile, soprattutto se a procurarle è una persona che amiamo e in cui avevamo riposto tutta la nostra fiducia, ma se il pentimento dell’altro non si riduce alle semplici scuse, ma dimostra il pentimento attraverso un vero e proprio radicale cambiamento relazionale, allora riconciliarsi è cosa giusta e doverosa. Scuse accettate.





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