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Più forte che mai!

di Laura Fiore

Numero 189 - Giugno 2018

Dopo solo un mese dalla vittoria dello scudetto, il campione italiano lascia la Sir Safety Perugia per approdare a Modena. Intanto aspettiamo di vederlo al mondiale...


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“Lo zar”. Soprannome impegnativo, soprattutto se sei uno dei giocatori più forti della Nazionale italiana di pallavolo. All’anagrafe Ivan Zaytsev, figlio d’arte: il padre è stato un pallavolista sovietico campione olimpico - Vjačeslav Zajcev - e la madre una nuotatrice - Irina Pozdnjakova - con due genitori simili era impossibile che Ivan non si appassionasse ad uno sport. Infatti, muove i suoi primi passi nella pallavolo davvero molto giovane e fa il suo debutto in Italia nel 2001, quando inizia a giocare come palleggiatore, nelle giovanili del Perugia Volley, per poi entrare a far parte della prima squadra, in Serie A1, nella stagione 2004-05. Un enfant prodige, tant’è che quattro anni dopo, il suo allenatore dell’epoca decide di cambiargli ruolo: lo schiacciatore. Da quella stagione sportiva l’ascesa di Ivan Zaytsev è irrefrenabile, inizia anche ad essere convocato in nazionale e a dar prova delle sue incredibile capacità pallavolistiche. Un susseguirsi di medaglie e di trofei MVP per questo giovane ragazzo classe ’88, che col suo carisma è stato in grado di far innamorare praticamente tutti. Oggi lo ritroviamo sposato e con due figli, e soprattutto con una grande voglia di continuare a vincere, proprio come ha fatto con la Sir Safety Perugia, squadra con cui ha vinto lo scudetto 2017/2018. Ora è pronto per iniziare un nuovo capito della sua carriera al Modena Volley, noi di Albatros l’abbiamo incontrato durante il ritiro azzurro.

La prima parte del tuo anno sportivo si chiude con la vittoria del campionato... cosa hai provato?

“Felicità. Felicità assoluta! Per uno sportivo riuscire a raggiungere uno dei traguardi che si è prefissato durante l’anno è qualcosa di meraviglioso. È difficile da spiegare, perché ti senti liberato e emozionato allo stesso tempo. So che con la mia squadra abbiamo lavorato tantissimo quest’anno, e meritavamo di vincere questo scudetto, così come lo hanno meritato i nostri tifosi che settimana dopo settimana sono sempre stati presenti e pronti a supportarci.” -taglio-

Hai dichiarato che ha Perugia sei stato bene, allora perché hai deciso di cambiare squadra?

“Credo sia importante capire quando è il momento di andare via, mi spiego meglio: reputo Perugia la mia casa, la società, i tifosi, i miei compagni di squadra, hanno sempre dato un senso a quello che stavo facendo. Adesso, però, è come se fosse finito un ciclo quindi invece di ‘forzare’ la mano, ho preferito lasciare un bel ricordo di me ed abbracciare un nuovo progetto pallavolistico.”

Come mai hai scelto Modena?

“Beh, Modena come Perugia, ha una grande tradizione pallavolistica. Andare in questa nuova squadra è qualcosa di stimolante, anche perché i miei futuri compagni di squadra sono dei grandi professionisti con i quali non ho mai avuto il piacere di giocare, di conseguenza mi è sembrata una bella sfida. A Modena mi hanno accolto benissimo e spero di poter dimostrare quanto entusiasmo mi porto dentro per il prossimo anno sportivo.”

Ora, però, sei già a lavoro con la Nazionale. A breve inizieranno i Mondiali, ti senti pronto?

“Sì, stiamo facendo un buon lavoro, il gruppo è in armonia e l’umore è alle stelle. Per questi Mondiali siamo carichi, anche perché giocheremo molte partite in casa, quello che riesce a regalarti il tuo pubblico è indescrivibile. Inoltre, dopo la non convocazione dello scorso anno, mi sento come se dovessi lasciare il segno, in positivo ovviamente! Sono molto motivato e sono convinto che riusciremo a far bene.”

A proposito della convocazione mancata in Nazionale dello scorso anno, pensi di aver qualcosa da rimproverarti?

“Si e no, o meglio, le persone cui dovevo chiedere scusa hanno capito la mia posizione. Purtroppo, però, non tutti gli addetti ai lavori sono riusciti a capire il problema che si era venuto a creare e così si sono iniziate a diffondere delle voci assurde sul mio conto e quindi sulla non -taglio2- convocazione. Non ho nulla da rimproverarmi, ma come ho detto prima ho ammesso le mie colpe, più di così non potevo fare altrimenti.”

Mettendo da parte un attimo la pallavolo, come va nella vita privata?

“In maniera splendida! Con la nascita della nostra seconda figlia è diventato tutto ancora più fantastico! Ashling è bravissima come moglie e madre, insieme siamo riusciti a trovare il giusto equilibrio di coppia che rende il nostro rapporto duraturo. Se sono così, devo tutto alla mia famiglia e a lei!”

Se nessuno dei tuoi figli giocasse a pallavolo?

“Impossibile! – ride – no, dai, scherzo... Certo, forse con la pallavolo potrei essere più d’aiuto, l’importante è che pratichino uno sport. Quest’ultimo riesce a formarti fisicamente e caratterialmente, insegna ai ragazzi a rispettare le regole e stare insieme alle altre persone, quindi qualsiasi cosa accadrà io sarò il loro primo tifoso!”

Da giovane, in che modo lo sport ti ha aiutato?

“La pallavolo mi ha aiutato in mille modi! Ho iniziato davvero molto presto, all’inizio ero decisamente timido ed allo stesso tempo non avevo ben chiaro il concetto di sport di squadra. Grazie a mio padre e ad altri grandi allenatori, ho lavorato sulla mia timidezza e sono cresciuto e maturato. Ecco perché mi fa rabbia vedere alcuni ragazzini sul divano a guardare la tv, uscite e andate a fare sport!”

Se non avessi giocato a pallavolo, cosa avresti fatto?

“Nello specifico non saprei, ma certamente avrei dedicato un’attenzione diversa allo studio. Durante questi anni ho provato a proseguire gli studi, infatti, spero di riuscire a laurearmi... meglio tardi che mai!”

Non ci resta che farti un enorme in bocca al lupo...

“Crepi! Ci impegneremo tantissimo per rendere tutti i nostri tifosi orgogliosi di noi!”


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