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La storia della radiologia

di Alfredo Salucci

Numero 187 - Aprile 2018

La radiologia è una branca della medicina che utilizza le radiazioni ionizzanti per scopi clinici, diagnostici e terapeutici.


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La radiologia è una branca della medicina che utilizza le radiazioni ionizzanti per scopi clinici, diagnostici e terapeutici. La scoperta dei raggi X, come per tante scoperte in medicina, avvenne per caso. Nel novembre del 1895, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì accidentalmente l’esistenza dei raggi X, per questa scoperta nel 1901gli fu assegnato il premio Nobel per la fisica. Röntgen morì nel 1923 povero, non aveva voluto brevettare la sua scoperta perché diceva che apparteneva al mondo intero. Inoltre, nel suo testamento chiese che la sua corrispondenza scientifica venisse bruciata. Per questo motivo oggi non sappiamo ciò che avvenne il giorno della scoperta dei raggi X, così chiamati in quanto non si sapeva esattamente da dove provenissero e cosa fossero. Su come Röntgen avesse fatto questa scoperta sono state avanzate solo ipotesi. -taglio- Una cosa è certa: dopo vari esperimenti Röntgen riuscì ad ottenere la prima radiografia. Era quella della mano di sua moglie. Questa scoperta trasformò la medicina: fu veramente importante. La notizia fece il giro del mondo suscitando grande interesse, ma non mancarono gli scettici e qualche vignetta satirica. Intanto, nel 1896 nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all’interno di un ospedale e in poco tempo i raggi X furono usati in tutto il mondo per ottenere immagini. Presto però si constatarono anche i gravi effetti collaterali provocati dalle radiazioni. La tappa successiva fu la scoperta nel 1896 della radioattività dell’uranio da parte di Antoine Henri Becquerel, premio Nobel per la fisica, e la scoperta nel 1898 della radioattività del polonio e del radio, da parte di Marie e Pierre Curie. Per questa scoperta i coniugi Curie furono insigniti del premio Nobel per la fisica nel 1903. Dopo la morte di Pierre, investito da un carro, a Marie venne assegnata la prestigiosa cattedra universitaria di fisica generale, che era stata del marito, alla Sorbona di Parigi. Rimasta vedova, proseguì da sola la ricerca, riuscendo a isolare il polonio e il radio allo stato puro. Nel 1911 fu insignita di un secondo premio Nobel, questa volta per la chimica. Marie Curie morirà nel 1934 di anemia aplastica, il suo midollo osseo era ormai danneggiato dalle radiazioni. Intanto la radiodiagnostica era diventata una realtà, e assumeva nella medicina un ruolo determinate per la diagnosi di molte patologie. Col tempo gli strumenti diagnostici diventarono sempre più raffinati e affidabili, anche la protezione per gli operatori migliorò nettamente. Grazie a questi scienziati, oggi -taglio2- possiamo disporre di notevoli risorse diagnostiche e terapeutiche. La radiologia ha fatto passi notevoli, tanto che, oltre alla radiologia convenzionale, oggi possiamo utilizzare la Tomografia Assiale Computerizzata, (TAC) e l’angiografia; tecniche che sfruttano essenzialmente i raggi X per la produzione di immagini. In campo radiologico vanno annoverate anche l’ecografia e la Risonanza Magnetica (RM), anche se non utilizzano le radiazioni ionizzanti. La radiologia oggi non è più solo una branca della medicina per la diagnosi, ma consente anche di effettuare interventi curativi. La radioterapia, spesso associata alla chirurgia e alla chemioterapia, permette di utilizzare le radiazioni a scopo terapeutico. È usata soprattutto nel trattamento di alcune forme tumorali. In campo terapeutico, oggi, abbiamo anche la radiologia interventistica, una tecnica di precisione che consente di effettuare interventi mirati attraverso vie naturali. È usata particolarmente per patologie vascolari, urinarie e digestive, ma può essere utilizzata anche per malattie che interessano altri organi. La radiologia interventistica si affianca alla chirurgia e, a volte, riesce a sostituirla con notevoli vantaggi: tempi di ricovero brevi, tecnica poco invasiva, anestesia locale nella maggior parte dei casi. Per questi interventi, in ogni caso, l’operatore deve essere esperto. Contemporaneamente allo sviluppo e all’utilizzo della radiologia, sono state studiate e messe in atto tutta una serie di dispositivi per ridurre gli effetti collaterali dovuti alle radiazioni per proteggere sia i pazienti sia gli operatori.





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