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CHIARA FRANCINI

Chiedimi se sono felice

di Laura fiore

Numero 189 - Giugno 2018

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Il suo ultimo romanzo sta avendo un enorme successo, ed in questi giorni è in tv con un nuovo programma sull’amore, l’attrice toscana non sbaglia un colpo!


Per la prima volta, ho avuto il grande piacere di intervistare Chiara Francini, in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “Mia madre non lo deve sapere” e per la conduzione del programma di laEffe, in onda in questi giorni, “Love me gender”. Fin dalla prima parola pronunciata da Chiara, è stato come entrare nel fantastico mondo della Francini, una donna a metà tra wonder woman e poison ivy, che non ha paura di esprimere se stessa al cento per cento. Ascoltandola, ciò che mi ha colpito è la grande semplicità con cui riesce a trattare temi importanti quali: le molestie, le quote rosa nel cinema e l’amore nella sua totalità e complessità. Attrice, conduttrice, e scrittrice di successo, la sua carriera si arricchisce anno dopo anno… in questa chiacchierata conoscerete la vera Chiara Francini.

Sei in tv col programma “Love me gender”, come è nata l’idea di collaborare ad un programma del genere?

“Sono stata contattata dalla ‘Stand by me’ di Simone Ercolani che mi ha parlato della possibilità di andare su un canale come laEffe, che seguo, con questo programma. Si tratta di un viaggio, di toccare e andare per l’Italia in maniera curiosa e consapevole per scoprire quello che è l’amore oggi nel nostro paese. Quindi tutte quelle che sono le forme dell’amore, soprattutto connesse al gender. In questo programma si parla della dimensione della coppia, del sesso, di quello che significa amarsi nel 2018.”-taglio-

In “Love me gender” incontri persone che hanno avuto il coraggio di cambiare, in un Paese come l’Italia che a tratti è ancora un po’ bigotto. Qual è l’aspetto fondamentale che è emerso?

“In questo viaggio ho trovato persone che sono volutamente restate fedeli a loro stesse; è emerso che, forse, l’Italia è meglio di quello che ci si aspetta! Ho avvertito grande gioia, risultato di un percorso molte volte doloroso. La vita, però, è proprio questo: cadere e rialzarsi. Tutte le persone con cui mi sono confrontata sono estremamente positive e soddisfatte di quello che sono, nonostante siano un po’ ‘ammaccate’.”

C’è una storia che ti ha colpito particolarmente?

“Hai presente l’amore di una madre per i propri figli? Non si divide, è uguale per tutti! Fare questo viaggio è stata una delle cose più belle della mia vita, parlando con queste persone mi sono calata completamente in quelle che sono le loro vite, quindi ogni storia è formidabile! Non finirò mai di dire che è stata un’esperienza lavorativa ed umana coinvolgente e profonda.”

Quindi cosa ti porti in valigia da questo viaggio?

“Mi porto la consapevolezza di quanto sia fondamentale la necessità di essere felici; bisogna essere profondamente convinti di dover combattere per rimanere fedeli a se stessi e capire che la perfezione è assolutamente da allontanare perché è sicuramente più affascinante la perfettibilità.”

Ti è mai capitato nella tua vita di non saper bene quale fosse la strada giusta da percorrere?

“Certo! Sono caduta tante volte, però credo che la sconfitta abbia un valore inestimabile: quando cadi hai la possibilità di guardare la realtà e ciò che ti circonda da un punto di vista che non potresti mai avere se fossi sempre in piedi. Quindi cadere, per me, è stato sempre un motivo di dolore, ma grazie alla passione incredibile che ho per la vita e per il mio lavoro, l’ho sempre vissuta in maniera costruttiva. Le ferite si rimarginino, ma è importante anche che tu possa accarezzare le cicatrici: così sai che queste sono servite davvero a qualcosa e ti rendono essere unico!”

È uscito il tuo nuovo romanzo “Mia madre non lo deve sapere”, che sta avendo un enorme successo in tutta Italia...

“Sì! Sono felice che le persone stiano apprezzando anche questo mio secondo romanzo – il primo è ‘Non parlare con la bocca piena’ ndr - . Il libro parla del rapporto madre - figlia, di questa meravigliosa fratellanza che c’è tra le donne e della solidarietà tra persone perfettamente imperfette. Queste, prendendosi per mano in una sorta di grande girotondo, riescono a capire quanto sono belle e fortunate proprio perché vive! Altro aspetto importante nel libro è l’amicizia, che reputo il rapporto d’amore supremo poiché scevro da complicazioni parentali, scevro da implicazioni sessuali... tutta la storia è pervasa da questo sentimento. Inoltre il titolo ha un valore molto importante, che però non dico… viene spiegato alla fine del romanzo!”

Il grande pubblico ti ha conosciuto principalmente come attrice, ma negli ultimi due anni anche la scrittura ti sta dando grandi soddisfazioni, come nasce questa passione?

“Inizialmente avevo pensato di scrivere una storia per un film, nel cinema ci sono personaggi femminili, ma le donne vengono descritte sempre come ‘madonnine’ in presenti fatti da maschi! Dopo poco ho ricevuto, invece, delle proposte editoriali… ed eccomi qui! Non pensavo andasse così bene e vedere il pubblico che aspettava questo secondo libro, mi ha reso profondamente felice anche perché scrivere un romanzo è l’operazione più coraggiosa ed incosciente che si possa fare! È come mettersi a nudo e dire ‘questa sono io, amatemi!’.”

Fratellanza tra donne: qual è la tua posizione? Ti è mai capitato di ricevere sgambetti da parte di colleghe o amiche?

“Come si capisce, sono dalla parte delle donne! Sono fortunata, perché non mi è mai capitato nulla, forse perché consapevole di quelle che sono le mie caratteristiche. Tendo a non mettermi in situazioni di cui non posso avere il controllo, ma sono dalla parte delle donne che denunciano. Ritengo che sia una molestia anche il fatto di essere trattata in un modo che non rispetti quello che dici e quello che sei. Nella vita ho ricevuto sgambetti, come tutti, questi mi hanno fatto male solo quando a farli sono state persone che consideravo amiche. Nel lavoro, invece, sono una che non porta rancore. La passione mi ha fatto andare sempre avanti per la mia strada!”

Facendo un piccolo bilancio, a che punto della tua vita ti trovi adesso?

“Sono felice di quello che sto facendo, ma ho una mentalità molto calvinista: penso sempre a quello che dovrò fare. Non so a che punto sono, anche perché per me il viaggio è un po’ una meta quindi ogni cosa che faccio riempie la mia vita, il mio cuore e la mia mente. Tutte quelle che sono le cornici del mondo dello spettacolo non mi toccano, e forse è un bene! Quello che spero è di continuare ad andare avanti affermando sempre di più quelli che sono i miei colori, quelli della donna italiana odierna: una donna profondamente tradizionale, simile per certi versi a quello che erano le nostre nonne e mamme, ma che è anche una donna nuova che lavora ed è libera! Noi siamo un incredibile microcosmo, basta con le ‘santarelline’!”

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“Quello che spero è di continuare ad andare avanti affermando sempre di più quelli che sono i miei colori, quelli della donna italiana odierna”

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