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Una lettura per pochi

di Alfredo Salucci

Numero 185 - Febbraio 2018

Un viaggio attraverso la storia della poesia che, ad oggi, sembra esser passata in secondo piano


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La poesia si legge poco. Se diamo uno sguardo alle nostre librerie troveremo tanti romanzi, ma pochi libri di poesie: perché? Eppure la prima letteratura greca era fatta da poemi, tanti primi filosofi hanno esposto le loro teorie in versi, uno per tutti, Parmenide con il suo libro “Sulla natura”. Poi, c’è un paradosso: a scuola si studiano tanti poeti da Omero a Virgilio a Dante, fino ai poeti contemporanei, e si legge un solo romanzo “I promessi sposi”, poi di poesie non ne leggiamo più, sono pochi i lettori di poesia, mentre sono tanti i lettori di romanzi. La poesia è poco letta perché ritenuta noiosa, oppure, nonostante gli studi, non abbiamo le capacità, o meglio le risorse, per apprezzarla? Poesia deriva da poiesis che significa creazione, produzione. Aristotele pone la poetica fra le scienze poietiche, che producono, poetica e retorica, insieme alla musica, la danza, l’architettura. Ma che cosa crea la poesia? Crea emozioni, stati d’animo, riflessioni. Con valore più ampio, nel linguaggio letterario, il termine è anche usato col senso generico di purificazione, liberazione dalle passioni. La poesia è un testo polisemico, cioè portatore di più significati, “aperto” a più interpretazioni.-taglio- Due lettori leggendo la stessa poesia difficilmente immagineranno le stesse cose o avranno le stesse sensazioni. Sensazioni che nemmeno il poeta sa di poter suscitare, di provocare, perché non tutte queste sensazioni gli sono note. Il romanzo finisce con l’ultima parola, la poesia ricomincia con l’ultima parola. Ogni volta che rileggiamo una poesia troveremo qualcosa di nuovo. La stessa poesia riletta più volte non finirà mai di stupirci. Perché è scienza: scienza della vita. É la sintesi veritiera di quello che accade ed è avvenuto nel mondo. Thomas Eliot, poeta e critico letterario statunitense, ha affermato che: “Il grande poeta nello scrivere se stesso scrive il suo tempo”. Quindi per conoscere il nostro tempo, o quello passato, senza il rischio di essere ingannati, bisogna rivolgersi anche ai poeti, integrare lo studio della storia con lo studio dei poeti del tempo. La storia non sempre è stata maestra di vita, ovviamente, non per colpa sua. Il vero poeta non può ingannarci. Goethe nel suo libro “Poesia e verità” riconosce nella propria vita un cammino esemplare, e quindi istruttivo anche per gli altri, fra le angustie della realtà e gli spazi aperti della poesia, e afferma la coincidenza fra poesia e verità. Il poeta non può dire bugie. La poesia è anche medicina per sconfiggere il dolore. Leggere una bella poesia rilassa, porta tranquillità, allontana le ansie, molto più della filosofia. Per apprezzare -taglio2- la poesia, poi, non bisogna leggerla in modo veloce o superficiale, così eviteremo la noia, di cui spesso soffrono i lettori poco attenti. Inoltre saremo piacevolmente costretti a pensare, la poesia ci induce a riflettere, a non dare tutto per scontato. Forse, capiremo anche perché la vita vissuta spesso non coincide con quella sognata o desiderata. La poesia è anche filosofia: è estetica, disciplina del bello e ricerca della verità. Certo non tutti sono poeti e non tutte le poesia sono vera arte. La poesia deve essere bella e coinvolgente, ma il lettore deve disporsi con piacere alla lettura per esserne coinvolto, abbandonando per un attimo il suo mondo razionale, dove certe cose non sono possibili, non possono accadere, perché lo dice la scienza. Eppure, tante cose impossibili, appena qualche decennio fa, sono diventane realtà. La poesia partendo dal nostro mondo sensibile ci fa approdare al mondo trascendente. Basta provarci e si troverà un universo, dove il sogno diventa realtà, l’impossibile si realizza, il male e il bene si confondono. Un mondo dove la poesia è la causa efficiente di tutte le cose; e il bene, la felicità e la serenità sono la causa finale. É questa la poesia, se sappiamo coglierla. Basta essere attenti lettori, solo così spalancheremo porte e finestre su un mondo nuovo che senza i versi di tanti poeti non avremo mai la possibilità di conoscere.





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