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Tra verità e finzione

di Paolo Isa

Numero 244 - Ottobre 2023

Convince ed intriga il nuovo romanzo di Clementina Tirino dal titolo “Mentre tutti fingono”


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“Le mie storie non mi copiano, forse, sono io a copiare da loro. In fondo noi siamo la storia che viviamo dopo averla scritta…”. Così riflette la protagonista dell’ultimo romanzo di Clementina Tirino.-taglio- “Mentre tutti fingono”, è nato come una protesta, un ritratto delicato e crudele di quello che tutti siamo, ma che non vogliamo ammettere, dichiara la scrittrice di origine beneventana.Mettersi in gioco, girare intorno ai limiti, farsi domande, pretendere le risposte fa parte della nostra scrittrice. Mentre racconta, ci incuriosisce. Porta il lettore a immedesimarsi, ritrovarsi tra le righe e sentirsi un po’ protagonista. Questo è quello che ho percepito leggendo i suoi romanzi.“Tutti gli scrittori scrivono di sé, quando sono bravi ti fanno credere che parlano di te”è il fil rouge che domina la sua produzione. Clementina Tirino ci ha rapito già con il titolo, “Mentre tutti Fingono”. Ci siamo sentiti tutti richiamati. Tutti fingono, non lo ammettono o non lo sanno. Se tutti fingono, allora, ti senti meno colpevole, come se le bugie degli altri giustificassero le tue. Non è un romanzo che vuole puntare il dito. Vuole porre l’attenzione e ammetterlo finalmente che le persone mentono, fingono per un istinto innato. La scrittrice non ha paura di dire la sua. “È un’eredità che ci portiamo da sempre. Schemi, religione, istituzioni e doveri che seguiamo solo perché è così che si fa, perché è così che hanno sempre fatto tutti. Non le abbiamo scelte noi quelle azioni. Le copiamo. Viviamo una vita copiata da millenni”. “Mentre tutti Fingono” è stato definito il più coraggioso, per come ha scavato in certe tematiche e ha permesso a chi ha vissuto le stesse cose, di porsi di fronte allo specchio senza la paura di ammettere ciò che non piace. Come si riconosce chi mente? “A guardarci dentro, ognuno trova la propria fonte d’incoerenza. Senza volerlo ci ritroviamo a fingere. Ma come ci guardi dentro le persone? Però, non è difficile definirli da quello che fanno. Fingono di perdonare, di amare, di vivere, di accontentarsi, di essere forti, felici, fingono di essere buoni, di capire, di accettare, fingono amicizia e coraggio. Chi finge non è l’antagonista, si è sempre mossi da qualcosa. Poi c’è chi smette a un certo punto di fingere e lo riconosci con lo sguardo, non accetta soluzioni precostituite. Sente la vita col cuore, ma la vive con la testa. Chi non finge vive un altalenare tra coraggio e paura, non capisci dove inizi una e finisca l’altra. Sono persone che alla vita e all’amore chiedono troppo o troppo poco”. Parli tanto nel tuo libro di amore, quello che sta sempre in mezzo alle cose importanti, come descriveresti questo sentimento così controverso? “L’amore è più una questione di esempi che di definizione. Tutti abbiamo una storia d’amore.-taglio2- L’amore sta sempre in mezzo a tutto. Nelle canzoni, nei film, nelle pubblicità, nei libri, quelli che durano, che sopravvivono. Mi è venuto da chiedermi, allora, se non fosse unaricerca, l’amore, non un punto d’arrivo. È un sentimento che rimane sempre inappagato. Questo lo rende immortale, infinito, indefinito. Ci provano, a descriverlo o trasmetterlo, ma la verità è che ci corriamo tutti dietro.“ C’è stato qualcuno o qualcosa che ti ha spinto alla prima pubblicazione? “Un editore un giorno mi ha detto: Poco importa se tu sia credibile o no, scrivici quello che hai in testa e se piace lo pubblichiamo. Questo mi è stato detto dieci anni fa. Con quell’editore non ho poi pubblicato perché il romanzo era risultato finalista di un concorso letterario. Essere scelta tra tanti è tutta un’altra storia” Chi è Viktoria? “Viktoria, la protagonista di “Mentre tutti fingono” è una donna scomoda, sola e senza certezza, con tanta confusione in testa e una lista di rapporti fragili con persone forti. In pochi mesi, le cose si mescolano o si capovolgono. Si ritroverà con tante certezze e un rapporto forte con una persona fragile, se stessa. Sì, perché alla fine, è da noi stessi che ritorniamo. Si era illusa di aver trovato tutte le risposte nelle persone che calpestavano la sua vita. Non è così. Le risposte le aveva solo lei. Viktoria è una donna che ha perso tante cose. Però, ha la sensazione di aver vinto. Ha voglia di scoprirsi, di ricominciare ecambiare quelle regole, se necessario! Senza, per forza, dover scegliere. Si ritrova di fronte ad una scelta importante: Accettare la differenza tra quello che vorremmo e quello che c’è concesso, e amarlo comunque. È legata alle sue profonde incertezze perché la rappresentano. Non la rendono fragile, la rendono soltanto vera.” Nella quarta di copertina c’è una domanda, che adesso faccio a te: quanti sbagli servono per fare la cosa giusta? “Nessuno. Non esiste la cosa giusta. Esiste la cosa che ti rende felice. Anche con il rischio di restare da soli. Un finale questo? Forse un inizio. Boh! Inizio e fine sono così relativi.”





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