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Rocco Molinari

di Joanna Irena Wrobel

Numero 192 - Ottobre 2018

Schivo e silenzioso, riservato e (quasi) sempre in ombra, uno sperimentatore geniale con profonde radici nel passato e lo sguardo rivolto sempre al futuro, Rocco Molinari è nato ad Accettura...


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Schivo e silenzioso, riservato e (quasi) sempre in ombra, uno sperimentatore geniale con profonde radici nel passato e lo sguardo rivolto sempre al futuro, Rocco Molinari (1924) è nato ad Accettura (Matera), attualmente vive e lavora a Napoli. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, per poi completare la propria formazione artistica a Firenze. Per anni è stato titolare della cattedra di Figura e Ornato presso il Liceo Artistico di Salerno. La memoria e la materia sono le indiscusse protagoniste di tutte le opere dell’artista lucano. I segni forti della tradizione, si intrecciano continuamente con la contemporaneità dei mezzi espressivi. Una ricerca che dura una vita, che si evolve progressivamente senza ripensamenti, né esitazioni. -taglio- Gli esordi artistici di Molinari sono indissolubilmente correlati ad un profondo interesse ai rapporti tra arte e la civiltà contadina. Dietro l’apparente realismo oggettuale, emerge una maturità espressiva che sa mettere in stretta relazione gli elementi spazio e tempo, ottenendo risultati estetici di notevole originalità. Molto significativo il ciclo del “Maggio di Accettura” (1960-1979), composto da una serie di pannelli e sculture in terracotta (attualmente nella collezione permanente del Museo di Palazzo Lanfranchi di Matera), ispirato e collegato ad uno dei più importanti culti arborei che discende dalla nobile tradizione contadina della terra di origine di Molinari. Il periodo successivo, una volta abbondonati i lavori in creta, è caratterizzato dalla sperimentazione incentrata sull’uso diverso di svariati materiali, che trasformano in modo radicale l’approccio linguistico e mutano totalmente, il rapporto con la forma. La nuova stagione, ancora in svolgimento, coincide con l’arrivo dell’artista a Napoli ed è caratterizzata dalla effervescente ricerca sui medium artistici. Molinari, da sempre legato al filo della memoria e il senso delle origini, tesse i nuovi racconti, utilizzando i materiali più disparati, dalla pietra al legno, dal ferro al plexiglas, dal tessuto allo stucco, dal cemento alla rete metallica… Elementi apparentemente incompatibili, lontani l’uno dall’altro, che nelle mani dell’artista lucano, si -taglio2- fondono, si compenetrano, acquisiscono una inaspettata armonia, un nuovo equilibrio ed un aspetto sorprendentemente moderno e innovativo. Materiali umili, che con le loro ricercate ed eleganti cromie, indistricabili intrecci e strutture complesse, fondono le loro ombre, risaltano con la nuova luminosità, suscitando nuove emozioni. Un profondo senso di quotidianità, una insolita nostalgia per il tempo passato e per la perduta armonia del creato, donano alle opere di Rocco Molinari un’originalità indiscussa. Scarti arrugginiti, frammenti di stoffa, ritagli di legno, pezzi di tufo, rottami di ceramica, residui di materiali più disparati, accumuli di rifiuti vari, opportunamente trattati e inseriti in un contesto nuovo, assumono un corpo, un’anima, una valenza inaspettata ed un insospettabile, prorompente potenziale estetico. Tutta la produzione artistica di Molinari, negli anni, si è manifestata con moduli e conformazioni sempre più vicine alla contemporaneità, senza mai perdere le tracce della memoria, il senso delle origini, le suggestioni archetipiche, la forza narrativa. Pur non rinnegando mai il forte legame con la cultura e l’arte del passato, un nostalgico e riverente approccio al mondo arcaico, Molinari nella ricerca dei nuovi sentieri, agendo per sottrazioni, costruisce un Mondo affascinante e ricco di nuovi stimoli.





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