logo-editoriali

Ragazzi allo sbando

di Pasquale Matrone

Numero 213 - Settembre 2020

Ragazzi che fanno affidamento a metodi cinici, inclini alla brutalità immotivata per prevalere


albatros-ragazzi-allo-sbando

Ragazzi allo sbando: cinici, inclini alla brutalità immotivata, privi di regole, avvezzi a muoversi in branco: insultano picchiano derubano; scelgono barboni, disabili, anziani e coetanei più deboli per sottoporli ad angherie, torturarli, sino a procurarne, a volte, addirittura la morte. Codardi, se devono operare da soli, in gruppo diventano un solo mostro micidiale…-taglio- Sfrenati, seminano il terrore nelle strade e nelle piazze delle periferie, esibendo moto possenti. E sparano: fanno le stese: avvertono la gente di essere in grado di raccogliere l’eredità di delinquenti morti ammazzati o, se ancora vivi, ormai di livello più alto… Ragazzi… Ormai plagiati dalla tecnologia, che ne esaspera egotismo e narcisismo, ne rode il cervello, li omologa, li invischia in una virtualità perversa, li strania, li asservisce al loro stesso avatar delirante: schiacciare tutti… e far sì che l’impresa, filmata, valicando le frontiere dei social, raggiunga anche il più remoto degli imbecilli per dirgli che loro esistono; che, questa volta, hanno addirittura distrutto le tombe, nel cimitero, di notte; che hanno fegato; che non sono dei cacasotto! Ragazzi? No! Pane al pane. Sono solo bestie: subumani falliti, delinquenti da assicurare alla giustizia! E la scuola? Sa di non essere in grado di riempire vuoti che ne soverchiano competenze e risorse; e, tuttavia, non si arrende, conscia del suo ruolo e delle sue certezze. Purtroppo, però, è sempre più vittima di una miope politica del risparmio e dell’improvvisazione… -taglio2-A darne prova: strutture fatiscenti, carenza di aule, mancanza di laboratori; oneri fumosi imposti ai docenti: malpagati e calpestati nella loro dignità, prima dalle istituzioni e poi da una società sempre più ostile nei loro confronti; università, che, fatte poche eccezioni, anziché luminari e pedagogisti competenti, mette in cattedra mansueti servitorelli ideologizzati, inidonei a difendere la libertà di pensiero e di ricerca.

Scuola dei saperi, delle competenze, dei quiz, dei test invalsi; dei collegi docenti dilatati da vaniloqui; delle scartoffie (sia pure digitalizzate); del ‘pedagoghese’ e delle circolari ministeriali farneticanti…E quella della compassione, dell’amicizia, della solidarietà? Quella che aiuta a crescere in funzione e nel rispetto pieno della Persona e dei suoi valori? In una società sempre più arida e confusa, la scuola ha, innanzitutto, il dovere di rieducare la gente a sentire, a calarsi nella realtà con empatia, a scoprire, infine, ragioni e scopo della propria esistenza.





Booking.com

Booking.com