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Quando l'antichità diventa animazione

di Franco Salerno

Numero 180 - Settembre 2017

Vedere l’Urbe con la tecnica dell’animazione e capire i problemi di oggi


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L’antica Roma non poteva conoscere i cartoni animati, ma l’industria contemporanea conosce meglio l’Urbe proprio attraverso i cartoons. Che sono oggi un prodotto culturale a vasto raggio, perché vanno dalle storielle alla versione raffinata e altamente intellettuale del graphic novel. Nel vasto panorama della produzione dei “prodotti di animazione” sull’antica Roma, noi abbiamo scelto per i lettori di Albatros due realizzazioni molto interessanti. Il primo, un antesignano del genere, è “S.P.Q.R. - Sembrano Proprio Quasi Romani” (nome originale della versione inglese: “The Roman Holidays”) è un cartone animato della Hanna-Barbera, che, realizzato e trasmesso nel 1972 negli USA, è ambientato nell'antica Roma, intorno al 63 d.C., dunque 16 anni prima della tragica eruzione del Vesuvio. -taglio- Protagonista è una famiglia dell’antica Pompei, che vive nel Condominio “Venere di Milo”, il cui “dominus” si chiama Sfrattus: i Latini direbbero “Nomen est omen”, cioè il “Nome racchiude il destino di chi lo porta” (infatti costante è la sua minaccia di sfrattare i suoi inquilini). Nel “cartoon” è descritta la vita quotidiana dei quattro membri della famiglia. Il capofamiglia si chiama Gustus Festus e lavora nella Società di costruzioni “Forum” per un prepotente imprenditore di nome Rockfellerus (evidente versione latino-inglese del celebre tycoon statunitense); la moglie è Julia, i figli Happius e Precocia: il nome del giovane richiama la felicità, quello della ragazza la precocità della sua intelligenza. Insomma, una famiglia come tante, con le sue gioie e le sue difficoltà, come ce n’erano allora e come ce ne sono oggi. Il secondo cartoon sull’antica Roma, di cui vogliamo parlare, è un vero e proprio film, uscito nelle sale italiane il 18 ottobre 2012. Titolo: “Gladiatori di Roma”, Autore e coordinatore del prodotto: Iginio Straffi, marchigiano, capo del gruppo Rainbow, ideatore delle Winx, le sei “maghette” che fanno -taglio2- letteralmente impazzire milioni di ragazzine in tutto il mondo. In questa operazione, davvero titanica e ciclopica, lui ha coinvolto 500 persone fra animatori, modellatori, texture artist, compositor, programmatori e altri talenti tecnici e artistici. Ricreare l’antica Roma ha richiesto 12mila schizzi di preparazione, 160mila frame finali e oltre 10 milioni di layer (i diversi livelli che compongono ogni fotogramma in 3D). In tutto il film si possono contare 150 scenografie e 350 personaggi. Un prodotto similare in 3D era già stato realizzato qualche mese prima con il film di Fausto Brizzi "Come è bello far l'amore" però con attori veri, in carne ed ossa; invece nel caso dell’opera di Straffi tutto il film è in 3d, il tutto impreziosito da effetti speciali che tecnicamente sono degli autentici capolavori. Suggestivo è anche il mix fra la storia d'amore narrata e la vita terribile dei gladiatori. Altro punto a favore: le parolacce sono state messe al bando. Narratologicamente, il plot crea emozioni con i suoi colpi di scena e una narrazione movimentata e accattivante. Tanto per cambiare, per realizzare un prodotto nuovo, bisogna sempre guardare all’antica Roma.





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