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Piero Gemelli

di Joanna Irena Wrobel

Numero 225 - Novembre 2021

Un artista poliedrico, innovativo, che sfugge a qualsiasi tipo di etichetta, spaziando continuamente tra vari generi artistici, capace di passare da un progetto all’altro con una grande disinvoltura e naturalezza


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Il suo segno distintivo è l’eleganza, il suo Universo è la moda e il lifestyle, la sua creatività si nutre di storia e di memoria. Un artista poliedrico, innovativo, che sfugge a qualsiasi tipo di etichetta, spaziando continuamente tra vari generi artistici, capace di passare da un progetto all’altro con una grande disinvoltura e naturalezza. -taglio-Piero Gemelli (1952, Roma) è architetto, scultore, disegnatore, direttore artistico, regista e, prima di tutto, fotografo di fama internazionale. Un artista, che ha sempre lavorato con i mezzi che aveva a disposizione, tentando costantemente di ottimizzarli per ottenere il massimo risultato. Il suo percorso professionale è legato alle importanti riviste di moda e di arredamento (Vogue Italia, Condé Nast America) e grandi marchi internazionali (Shiseido, Montblanc, Tiffany, Gucci, Ferré) per i quali ha progettato e realizzato numerose campagne pubblicitarie. Dal 1987 vive e lavora a Milano, dove ha aperto il proprio studio. Sin dagli esordi, i lavori di Piero Gemelli si distinguono per una straordinaria alchimia tra creatività e razionalità. La incessante ricerca visuale è affiancata da una forte volontà di rinnovamento, che porta alla creazione di immagini dalla natura profonda, mai statiche. Il processo creativo, per lui, si sviluppa su due binari, quasi sempre sovrapposti: tra il dettato dall’inconscio e da quello del raziocinio. Se l’inconscio crea la base emotiva dell’idea creativa, il raziocinio offre la struttura necessaria per organizzare e realizzare la visione di quel sentimento che si percepisce per poi, renderlo visibile agli altri. Alla base delle immagini prodotte dal Gemelli, esiste sempre un punto di equilibrio tra la libertà creativa e i limiti racchiusi nel desiderio del committente. Le sue opere fotografiche si distinguono per la costante contaminazione e l’ibridazione tra varie discipline e per l’ambivalenza delle immagini. Ciò che resta fissato negli scatti è un’immagine che racconta solo parzialmente una visione, -taglio2-lasciando al fruitore la libertà di offrire la sua personale interpretazione, frutto dell’emotività e della memoria intima, che si cela in ognuno di noi. Le fotografie dell’artista milanese hanno sempre alla base un racconto, un percorso preciso e non sono mai condizionate dalla semplice volontà del raggiungimento della meta del soddisfacente risultato tecnico. Piero Gemelli vive costantemente immerso nella tensione tra essere e divenire, che cerca di fotografare, per far suo quell’ attimo esistito solo per lui e in quel preciso momento, forse illusorio, di una realtà immaginata e mai realmente esistita. La radice di architetto è ben presente in ciascuna delle opere, che non sono mai mere istantanee della realtà, ma vanno oltre, fino a crearne una nuova. L’artista dice: “Io non rubo l’attimo, non fotografo ciò che accade, ma ciò che vorrei accadesse”. Nella fase preparatoria di ogni opera esiste sempre un disegno, che vuole imprimere su un supporto reale un’idea, che sarà alla base del futuro scatto. Spesso, nelle immagini create appaiono sculture e disegni, come tentativo di generare una sinergia e dialogo tra diverse espressioni artistiche. Le continue contrapposizioni di elementi, dove la dualità diventa linfa vitale, arricchiscono ogni fotografia di una vibrante energia positiva. La bellezza, per Piero Gemelli, nasce dall’equilibrio di imperfezioni, difetti calibrati, che generano un canone estetico alternativo. La fase introspettiva diventa fondamentale nell’intero processo creativo, dove un presente ha volto antico, i medium artistici si ibridano e la memoria modifica il ricordo. In questi giorni, la mostra “La bellezza svelata” anima le sale del PAN di Napoli. Fotografie, sculture, disegni, storie immaginate, tessono un racconto in una sorta di viaggio attraverso una realtà costruita di difficile categorizzazione.





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