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Onorare il tempo

di Pasquale Matrone

Numero 234 - Ottobre 2022

Cadono, come foglie strappate dal vento, le pagine del calendario: volano in balia di folate capricciose e ostili. Toccano il suolo, si fanno mucchio, per pochi attimi; poi si disperdono, senza ribellarsi. Quanti fogli restano?


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Cadono, come foglie strappate dal vento, le pagine del calendario: volano in balia di folate capricciose e ostili. Toccano il suolo, si fanno mucchio, per pochi attimi; poi si disperdono, senza ribellarsi. Quanti fogli restano? Quanti altri calendari rimarranno appesi al muro? Quando giungerà il libeccio impietoso a trascinare con sé anche i rami e il tronco?-taglio- Orazio scrive che non bisogna cercare di sapere quale scadenza hanno previsto gli dei per ciascuno dei viventi. Inutile consultare oracoli, ponendo interrogativi ai quali è impossibile e ingiusto rispondere. Vivere. Onorare il tempo, adoperarsi di non sprecarne neppure un attimo solo. Farlo oggi, qui e ora, dove ci si trova, allenandosi a essere presenti a sé stessi. Age quod agis, dicevano i latini. Fai il meglio possibile quello che stai facendo. Sii consapevole del modo in cui usi ogni frammento della tua giornata, rendi fecondo il tuo agire, senza mai dimenticare che indietro non si torna. Impara a sentire la realtà, a percepirne rumori, suoni, forme, sapori; tocca le cose che ti circondano: dure, morbide, lisce, rugose, calde, fredde, vive, morte… Usare con giudizio ogni ora trascorsa nel mondo vuol dire anche imparare a fare silenzio, -taglio2-ad ascoltare gli altri, a interagire con essi per capirli e per scoprire i codici e il linguaggio adatti a farsi capire. Si può, se si coglie il senso vero delle parole, schivando gli equivoci del dialogo e la conseguente frustrazione di non riuscire a comunicare. Non è concesso conoscere il giorno, l’anno e l’ora in cui il calendario smetterà di segnare, per noi, le date. La libertà del singolo nei confronti del destino sta nel prendere atto che il percorso di ciascuno obbedisce a ritmi diversi e secondo regole che solo la natura conosce. Onorare il tempo, dunque. Non sprecarne neppure una briciola. Bandire dalla propria esistenza ipocrisia, perbenismo, moralismo, menzogne, calunnie, chiacchiere e ogni altra sorta di perversione del pensiero; scegliere di sfidare Thanatos con la forza dirompente e salvifica di Eros. Il che vuol dire non smettere mai di amare, di saziare la voglia di esserci, di costruire; di riservare pari rispetto al corpo e all’anima; di credere che nulla andrà perduto; di piantare ancora alberi, felici all’idea che saranno gli altri a coglierne i frutti; di affacciarsi alla finestra senza intristirsi nel vedere gli alberi denudati dal vento.





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