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Molto più d’un sottofondo

di Teresa Pugliese

Numero 246 - Dicembre-Gennaio 2024

Con “Guitar Meet Movies” Roberto Fabbri celebra le colonne sonore del grande cinema


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La musica non è solo accompagnamento, ma è valore aggiunto, sentimento, emozione. È per questo che Roberto Fabbri ha deciso di celebrare le colonne sonore del cinema italiano con “Guitar Meet Movies”. -taglio- Con la sua chitarra e l’accompagnamento di una orchestra sinfonica, il solista ha ripreso i brani più iconici del repertorio cinematografico. Tra le colonne sonore omaggiate: “Over the Rainbow”, “Schindler’s List” di Williams, “Il Postino” e una celebrazione a Ennio Morricone con “C’era una volta in America” e “Mission”. Fabbri concertista, compositore, autore e didatta è riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori esponenti della chitarra classica contemporanea, con le sue oltre 50 pubblicazioni per chitarra tradotte in cinque lingue, compreso il cinese. Oggi, dopo tanti anni di carriera ci racconta questo suo nuovo progetto. Il connubio cinema e musica è un’accoppiata vincente, di fatto funziona sempre, anche in questo caso vero? “Direi proprio di sì, a volte è la musica stessa che decreta il successo di un film, facendone la fortuna. Ci sono pellicole che sono arrivate alla fama, proprio perché le musiche sapevano sottolineare i momenti più importanti delle scene, in maniera fondamentale. Mi viene in mente un autore su tutti, Ennio Morricone, che è stato capace di firmare delle meravigliose colonne sonore e che hanno reso dei film molto belli dei capolavori assoluti.” Quanto, questa esperienza, ti ha avvicinato ancora di più al mondo del cinema? “Beh tanto, amo il cinema da sempre, ma soprattutto amo ascoltarlo, se così si può dire. Anche quando mi cimento con la mia musica, dopo aver visto un film, capisco che c’è sempre da imparare da quello che osservo, che vedo, e che mi piace.” Sarà stato difficile scegliere tra le tante colonne sonore, quelle da inserire nel tuo album. “Assolutamente. C’è tanta bella musica nel mondo cinematografico, ed io ho cercato di scegliere le colonne sonore che magari sarei riuscito a suonare meglio con la chitarra. Questo è uno strumento che ha una capacità evocativa molto forte, ha bisogno, per questo, di melodie e armonizzazioni molto particolari.”-taglio2- Uno strumento che, anche senza bisogno di parole, riesce a ricordare situazioni, a volte anche emozioni, vero? “Certo, la chitarra per esempio ha questa capacità evocativa della quale tu parli. È uno strumento a corda, perciò ha una sonorità morbida, suadente, ipnotica direi, ed è per questo che molti grandi della musica l’hanno spesso utilizzata nelle loro colonne sonore. La chitarra ha quel suono penetrate, ma al tempo stesso leggero e morbido.” Oltre ad essere un grande performer, sei un bravissimo docente, insegni infatti da molti anni in conservatorio. Quanto ti regala ancora la dimensione didattica del tuo lavoro? “Molto perché è una cosa che io amo fare. Mi sono innamorato della musica e della chitarra a sette anni, quando ho sentito suonare mio zio e allora l’ho seguito. È come quando una persona è innamorata e lo vuole dire a tutto il mondo, avviene la stessa cosa con questo strumento, vorresti trasmettere questa passione a tutti quelli che conosci. Dopo tanti anni di insegnamento, vedere i giovani appassionarsi a questo strumento per me è una grande soddisfazione. Lo studio in conservatorio, poi, è molto impegnativo, c’è da dire inoltre che spesso le possibilità lavorative sono anche poche. Pure essendo una scommessa al buio, è bello vedere quanta passione e quanto amore i ragazzi ci mettono.” Studiare può diventare un’opportunità, quanto, allora la musica può salvare la vita di tanti ragazzi? “La musica è impegno, costanza, dedizione, chiaramente è facile che possa allontanare da altre cose, da brutte strade. Può, per questo motivo aiutare tanti ragazzi che vivono diverse difficoltà.” Se dovessi immaginare, sognare, di poter lavorare con qualche regista, con chi ti piacerebbe collaborare? “L’autore che forse è più affine alla mia musica, oggi, è sicuramente Giuseppe Tornatore. È un grande regista del panorama italiano e all’interno dei suoi film c’è molta poetica. Penso possa essere davvero bello lavorare con lui.”





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