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MICHELE RIONDINO

Per la prima volta

di Gaetano Magliano

Numero 245 - Novembre 2023

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All’ultima edizione del Festival del Cinema di Roma ha debuttato in una nuova veste: il regista. Il suo film è stato accolto favorevolmente dalla critica e presto sarà nelle sale italiane


“Palazzina Laf”, questo il titolo del film che ha visto il debutto alla regia di Michele Riondino, presentato durante l’ultima edizione del Festival del Cinema di Roma. -taglio- Un’opera prima che racconta i fatti realmente accaduti riguardanti la Palazzina Laf, acronimo di "Laminatoio a freddo" e reparto dell'acciaieria ILVA di Taranto, dove venivano confinati e mobbizzati gli impiegati che si opponevano al declassamento. Non potendo licenziarli, li lasciavano a far nulla lì. L’ambientazione è quella della fine degli anni ’90, precisamente nel 1997, e attraverso le storie grottesche dei protagonisti, viene messo in luce lo scandalo che fu al centro di un processo: ovvero la "novazione" del contratto, cioè la cancellazione del ruolo svolto fino a quel momento, sostituito sul contratto da una nuova posizione da operaio, che ha riguardato un gruppo di impiegati e magazzinieri che ribellandosi finirono piazzati nella Palazzina Laf. Pagati per non fare nulla, deprivati della dignità di lavoratori, si aggiravano per i corridoi, senza una scrivania o mansioni specifiche, in attesa che scadessero le otto ore d'ufficio. Nel novembre del 1998, un processo condannò in tutti i gradi di giudizio i responsabili e gli alti dirigenti dello stabilimento, liberando finalmente le vittime di questi soprusi. Una storia quindi di denuncia che, come ci racconterà Riondino in questa intervista, ha coinvolto alcune persone che hanno realmente avuto contatti col l’attore-regista pugliese, il quale ci ha sempre abituati ad assistere ad eccellenti prove attoriali e stavolta, dall’altra parte della telecamera, di certo non ha deluso le aspettative. Un debutto alla regia degno di nota con “Palazzina Laf”, che la vede anche interprete nei panni di Caterino. Com’è stata questa duplice esperienza e perché ha deciso di raccontare questa storia? “È stata un’esperienza incredibile! Faticosa, ma incredibile. In realtà era già da un po' di tempo che stavo studiando come si lavora ‘dall’altra parte’ della telecamera e quando mi sono sentito pronto a fare questo salto ho iniziato a pensare che per farlo come si deve avevo bisogno di raccontare qualcosa che potesse rappresentarmi. Il film, nello specifico, racconta la storia di Caterino, un uomo semplice e un po' rude, appartenente agli operai che lavoravano all'ILVA. L'uomo vive in una masseria, caduta in disgrazia, e sogna insieme alla fidanzata di trasferirsi in città; quando i capi dell'azienda decidono di fare di lui una spia, incaricata di individuare i lavoratori di cui è necessario liberarsi, e così Caterino diventa l'ombra dei suoi colleghi e prende parte agli scioperi soltanto per denunciarli. Quando anche lui chiede di essere trasferito alla Palazzina Laf, non sapendo bene quale degrado vi si nasconda, scopre che quello che credeva essere un paradiso è in realtà una machiavellica strategia per provare psicologicamente i lavoratori fino a spingerli a dimettersi o ad accettare il demansionamento… una storia che ha dell’assurdo e che purtroppo è vera.” Così pone l’accento su uno dei temi che ancora adesso scatena polemiche e che spesso si ha il timore di denunciare… “Sì esatto, anche a questo serve l’arte. Se poi a raccontare è una persona che, come me, ha vissuto in quel contesto non è possibile dubitare della veridicità della cosa, e credo che anche questo sia parte di una denuncia sociale. In generale sono molto attivo circa queste tematiche, infatti, a Taranto, sono parte del Comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti. Inoltre, dal 2012 mi è stato permesso di essere il direttore artistico del concerto del Primo maggio di Taranto insieme a Roy Paci e Diodato e insieme lavoriamo costantemente affinché questa città possa migliorarsi anno dopo anno.” È evidente che lei non ha paura di dire la sua, cosa troppo spesso rara specialmente nel mondo dello spettacolo, le è mai capitato di essere in qualche modo “censurato”? “La premessa importante è che prima ancora che attore sono un cittadino. Anche se ho un seguito pubblico, io ho il diritto e il dovere di dire la mia. Non si può piacere a tutti, anche a rischio di condizionare la mia carriera artistica. Per me conta guardarmi allo specchio senza la voglia di sputarmi in faccia. Quindi se a qualcuno non va bene questo mio modo di pensare, sono aperto al confronto se rispettoso, ma di certo non mi tiro indietro o mi auto-censuro. Mi sentirei uno stupido! Nella vita ci vuole coraggio, specialmente quando si ha il diritto di parlare!” Passando a tematiche più leggere, dopo l’uscita di questo film può dare una speranza a noi spettatori di rivederla nei panni del giovane Montalbano? “E chi lo sa! – ride ndr. Montalbano è un personaggio che porterò sempre nel cuore, ho amato tantissimo interpretarlo e spero di poter continuare con nuovi capitoli. Per il momento il progetto di “Palazzina Laf” ha assorbito gran parte del mio tempo e quindi non avrei potuto dedicarmi ad altro, nei prossimi mesi sarò in giro per la promozione e poi si vedrà.” Una cosa totalmente diversa, però, l’ha fatta in questo periodo… ha prestato la sua voce per il nuovo film della Disney “Wish” in uscita nelle sale a dicembre “Sì, è vero. E quando la Disney chiama non si può rifiutare. È stato divertente poter doppiare un cartone animato, insieme con Amadeus e Gaia. In particolare, ho prestato la mia voce per il personaggio del potente ‘Re Magnifico’, pensare che i bambini guarderanno quel film e per loro la mia voce sarà quella del Re è un’idea che mi piace tantissimo. Nonostante la mia apparenza a volte un po' ‘troppo impegnata’, il mondo dei piccoli mi affascina e spero quindi di poter prendere parte ad altri progetti come questo.”

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