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LUCIA de CRISTOFARO

Metamorfosi d’autore

di Laura Fiore

Numero 241 - Giugno 2023

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Il ricordo della Presidente Albatros Edizioni attraverso una delle sue ultime interviste, alla scoperta del suo ultimo libro “La luce del giorno”, recentemente premiato dall’Accademia Italiana d’Arte e Letteratura


Storie di vita che si intrecciano, personaggi che attraverso il viaggio ed il contatto con contesti culturali differenti riescono a guardare il proprio vissuto da una prospettiva diversa. È questa la base su cui si fonda l’ultima parte della produzione letteraria di Lucia de Cristofaro, basti pensare a “L’Ottavo Giorno”, “Inganni” e l’ultimo libro dell’autrice, uscito quest’anno, dal titolo “La luce del giorno”.-taglio- Una scrittrice in grado di creare personaggi con i quali il lettore sente subito una connessione, quasi come se li conoscesse da sempre; la sua incredibile peculiarità, infatti, è sempre stata quella di riuscire a raccontare storie, sensazioni e situazioni, capaci di modellarsi alla perfezione in base al proprio interlocutore con una naturalezza estrema. È difficile accettare il fatto che storie raccontate da Lucia de Cristofaro non ce ne saranno più, la sua perdita ha colpito profondamente la sua famiglia, la redazione di Albatros, il Rotary, i Cavalieri Templari, la scuola e tutta la comunità in cui era pienamente ed affettuosamente immersa. Sì, perché Lucia ha rappresentato tanto sia dal punto di vista sociale sia da quello letterario. La sua è stata una vita sempre in metamorfosi, proprio come i personaggi dei suoi libri, una donna impegnata ed impegnativa: il confronto, il dibattito, lo scambio di visioni ed opinioni era all’ordine del giorno, così come la continua ricerca ed il costante aggiornamento, professionale e personale. Lucia de Cristofaro è stata giornalista, scrittrice, critico letterario e d’arte, editore, docente, e soprattutto mamma. Lei, con il suo istinto di protezione ed il continuo spronare a migliorarsi, ha fatto sentire un po' tutti come suoi figli. Adesso, ci piace pensare che Lucia abbia intrapreso un nuovo viaggio di ricerca per il suo prossimo libro e vogliamo ricordarla con gioia attraverso le parole della sua ultima intervista di qualche mese fa all’uscita de “La luce del giorno”. Presidente, iniziamo subito dal nuovo romanzo “La luce del giorno”, una storia ambientata in un posto davvero insolito… com’è nata l’idea di questo libro? “Non sveliamo dove ci troviamo! – ride ndr. Questo libro devo ammettere che era in fase di elaborazione da qualche anno, poiché avevo delle idee ma volevo trovare il modo giusto per metterle insieme e creare quindi una storia che fosse appassionante da diversi punti di vista. Tutto è nato per caso, quando mi sono ritrovata ad ascoltare la storia di un amico di mia figlia che in quel periodo aveva conosciuto una ragazza del posto di cui racconto, e ricordo che fui colpita dalla sua provenienza, poiché è una nazione insolita e con una cultura spesso contraddittoria… da lì ho iniziato ad incuriosirmi: volevo sapere di più circa il contesto socio-culturale della nazione e ne sono venuta fuori con tantissime informazioni. Da questo studio ho iniziato a pensare che potesse nascere una storia interessante, ricca di spunti di riflessione… e non aggiungo altro altrimenti sarebbe superfluo leggere il libro!” “Una storia appassionante da diversi punti di vista” cosa intende? “Prima di rispondere è necessario fare una premessa: ho sempre pensato che un lettore, per definirsi tale, debba mettersi alla prova spaziando da un genere all’altro e quindi riuscire a trovare qualcosa di interessante anche in un libro che non corrisponde ai propri gusti. Detto questo, quindi, ‘La luce del giorno’ possiamo definirlo un romanzo, ma potrebbe anche essere visto per esempio come un racconto di viaggio. In base a chi legge c’è una parte di storia che potremmo definire in primo piano ed un’altra che fa da sfondo, sta al lettore decidere il proprio ordine.” Negli ultimi anni i protagonisti dei suoi libri sono anche maschili, come riesce un autore a rendere credibile una visione oggettivamente diversa rispetto alla propria persona? “Personalmente non credo che gli scrittori o i poeti abbiano un’anima femminile o maschile, ma semplicemente un’anima poetica senza differenze di genere. Per il resto, avendo questa volta un protagonista al maschile, ho dovuto limitare al massimo un certo tipo di ‘influenze’. E devo dire che è stata anche una sfida molto interessante e divertente. Durante la scrittura ho chiesto consiglio a tanti amici, cercandoli in continuazione per sapere come avrebbero reagito in una determinata situazione o dinanzi ad uno specifico comportamento.” L’Accademia Italiana d’Arte e Letteratura, le ha conferito un riconoscimento di Alto Merito 2023 per “La luce del giorno” cosa rappresenta per lei questo Premio? Ed essendo l’ultimo di una lunga serie di riconoscimenti ottenuti nella sua carriera, quale di questi è più significativo per lei? “Sono stata molto contenta di questo riconoscimento per ‘La luce del giorno’, è un’opera cui tengo molto e credo per un autore sia sempre gratificante ricevere feedback positivi da parte degli altri, se poi a farlo è l’Accademia Italiana d’Arte e Letteratura significa che qualcosa di buono è stato fatto! – ride ndr. Per rispondere all’altra domanda, non ce n’è uno… posso dire sicuramente il Premio ricevuto dalla Binghamton University di New York, ma anche il Premio del Salone del Libro di Barcellona. Ricordo poi ancora con commozione il Premio come ‘scrittrice esordiente’ ricevuto dal Salone del Libro di Torino: era il 1999 ed ero agli inizi della mia carriera di scrittrice. In giro per la penisola ne ho vinti altri 54 ed oggi posso dire che ognuno di essi ha lasciato dentro di me qualcosa di indissolubile: la sensazione di essere sulla strada giusta.”

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