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Larissa Iapichino

di Maria Paola Di Palma

Numero 237 - Febbraio 2023

Agli ultimi Campionati europei ha sbaragliato la concorrenza, migliorando ancora una volta i suoi numeri e battendo l’ennesimo record della sua giovanissima carriera


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Nell’ormai lontano (purtroppo) 2002 nasce Larissa Iapichino, uno dei volti noti del mondo dell’ATLETICA femminile. Andiamo con ordine, Larissa è una lunghista italiana, figlia di due atleti internazionali, la lunghista italo-britannica Fiona May e l'astista Gianni Iapichino. Nonostante avesse quindi l’atletica nel sangue, non è da dirsi scontata la sua carriera proprio come ci racconterà lei stessa in questa intervista. -taglio- A soli 16 anni iniziano a notarla durante il campionato italiano allievi 2019 di Agropoli, quando saltò 6,64 m, al contempo miglior prestazione italiana under 18 e under 20, miglior prestazione mondiale stagionale under 20 e tra le dieci migliori prestazioni italiane di sempre. Nel febbraio del 2020, ai campionati italiani juniores indoor di Ancona, ritoccò il suo primato indoor portandolo a 6,40 m, record nazionale under-20. Il 16 luglio successivo a Savona, due giorni prima della sua maggiore età, Iapichino saltò 6,80 m, seconda miglior prestazione italiana di sempre dopo quella di sua madre Fiona May, undicesima di sempre under 20 e quinta miglior prestazione mondiale dell'anno. All'età di diciannove anni ha ottenuto la qualificazione ai Giochi olimpici estivi di Tokyo 2020, ma non ha potuto partecipare alla manifestazione a causa di una distrazione del legamento deltoideo del piede di stacco, rimediata nel mese di giugno ai campionati italiani assoluti di Rovereto 2021. Lo scorso 5 marzo si è aggiudicata la medaglia d'argento agli Europei indoor di Istanbul, siglando anche il nuovo record italiano con la misura di 6,97 m. Partiamo subito dall’ultima medaglia che hai vinto agli indoor di Istanbul, cosa hai pensato quando hai capito di essere sul podio? “È stato bellissimo, è sempre molto gratificante riuscire ad ottenere una medaglia in una competizione dove anche i tuoi avversari sono molto forti e preparati. Inoltre io sono dell’idea che vincere aiuta a vincere, quindi mi auguro di proseguire questa stagione sportiva al meglio. Inoltre, riuscire a battere un record è sempre una grande soddisfazione specialmente se superi tua madre – ride ndr. Ora, però, mi sono subito rimessa al lavoro per la prossima competizione!” A proposito di tua madre, che cosa significa essere una “figlia d’arte” e che tipo di rapporto avete?-taglio2- “Abbiamo un rapporto incredibile! Quando ho vinto è stata la prima a telefonarmi e non faceva altro che urlare di gioia al cellulare. È la mia più grande sostenitrice e le riconosco la bravura di non farmi sentire il ‘peso’ di quello che lei ha realizzato nel mondo dell’atletica, è innegabile che sia stata una delle più grandi atlete italiane e non posso far altro che essere fiera di questo e chiederle consiglio. Poi, però, ci sono momenti in cui decidiamo di non parlare di sport e così facciamo tutto quello che fanno madri e figlie insieme.” In una recente intervista hai dichiarato di aver lavorato tanto anche sull’aspetto psicologico più che su quello fisico… “Sì esatto, ammetto che fisicamente ho una predisposizione naturale all’atletica quindi determinate cose mi risultano più semplici rispetto ad altri atleti, quando ho iniziato a capire di poter prendere questo ‘hobby’ seriamente ho dovuto scontrarmi con il fattore emotivo e psicologico non solo nel contesto gara ma anche nell’impegno quotidiano di chi pratica uno sport a certi livelli. Ho deciso così di farmi seguire da un mental coach, poiché la difficoltà maggiore era riuscire ad estraniarmi nel pre gara, cioè mantenere altissima la concentrazione dall’uscita degli spogliatoi fino alla fine della competizione. Si tratta di trovare un proprio equilibrio interiore, ho ancora un bel po' di cammino da fare però credo che in generale avere un aiuto per capire le proprie emozioni e quindi gestirle al meglio sia la cosa più saggia da fare.” Sogno nel cassetto? “Sarà scontato: vincere una medaglia olimpica!”





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