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Introspezioni

di Gaetano Magliano

Numero 237 - Febbraio 2023

“Un ponte musicale tra il mio Paese d'origine e il Paese che ora chiamo casa”: questo il modo in cui la giovane artista Federica Lorusso racconta il suo album di debutto “Outside Introspections”


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“Outside Introspections” è l'album d’esordio della musicista Federica Lorusso. Un titolo che fa riferimento al processo emotivo che implica il trasferimento in un Paese straniero. Un percorso simile a quello dell’artista stessa che, pugliese di nascita, ha oramai da qualche anno ha lasciato l’Italia, per seguire la sua passione. -taglio- Pianista, cantante e compositrice jazz, sette anni fa si è trasferita nei Paesi Bassi per studiare al Conservatorio de L’Aia. Ora che vive e studia ad Amsterdam e si sente finalmente a casa, pronta a condividere con i suoi fan “Outside Introspections”, che simboleggia un vero e proprio rito di passaggio. Con il tuo debutto "Outside Introspections" compi un lavoro analitico su te stessa, per poi metterlo in luce ponendolo nelle mani dell'ascoltatore. Una scelta coraggiosa. Come nasce tutto questo? “Per quanto coraggiosa questa scelta possa sembrare, essa nasce dalla pura necessità di esprimere me stessa, con uno dei mezzi che maggiormente mi rappresentano, la musica. Ho composto questi brani in diverse momenti della mia vita e per quanto riservata io possa essere in certi casi, sono una persona che ama aprirsi agli altri.” Ci vuole grande forza e carattere anche per scegliere il Jazz come stile espressivo, in un mondo musicale che va sempre più verso la semplificazione e l'omologazione. Quando e come hai capito che eri una jazzista? “In realtà ho sempre cercato di essere aperta a qualsiasi genere musicale senza identificarmi in un unico stile. Penso non ci sia uno stile semplice e uno difficile, dipende molto dal modo in cui ci si rivolge alla musica che si sta facendo. Ho capito di amare il jazz quando ho cominciato a studiarlo nei dettagli, a conoscerne la storia. Nella musica che scrivo cerco di essere il più possibile vicina ai miei gusti ed alla mia personalità. In questo il jazz è meraviglioso perché lascia molta libertà di espressione ed è uno dei generi in cui l'errore o l'imprevisto possono trasformarsi in opportunità.” C'è da dire che i tuoi studi li hai compiuti e terminati all'estero, in Olanda. Perché hai scelto di trasferirti? E in Olanda la vita artistica è più facile, in qualche modo? “Ho deciso di trasferirmi sotto consiglio del mio insegnante di piano, Vito Di Modugno. Fu proprio lui a prepararmi per gli esami di ammissione nei vari conservatori. L'Olanda è un Paese che mi ha dato tantissimo musicalmente. I conservatori funzionano molto bene, è un sistema che ti permette di focalizzarti sulla musica totalmente e questo ti fa crescere molto.-taglio2- Inoltre Amsterdam è una città molto dinamica, in ogni giorno della settimana puoi partecipare ad una jam session o andare a vedere un concerto.” Sei recentemente tornata in Italia per presentare dal vivo il tuo disco. Come è andata e soprattutto in che modo "Outside Introspections" prende vita sul palco? “Il tour è andato molto bene. Abbiamo suonato al Teatro Forma per l'associazione "Nel Gioco Del Jazz", a Vignacastrisi per l'"Oltretromba jazz club", ad Andria per Stefano Porziotta ed al "Potenza Jazz Club". Dopo un periodo di COVID drammatico, ci voleva davvero, mi ha ricordato i motivi per cui ho intrapreso questa strada. Abbiamo suonato su dei palchi veramente bellissimi. Ho avuto modo di capire che tante persone hanno apprezzato la nostra musica, inoltre queste esperienze rafforzano il gruppo. Sul palco cerco di connettere con il pubblico, sono consapevole che certe persone non ascoltino jazz quotidianamente, il mio obiettivo è di arrivare a queste persone per far capire cosa c'è dietro tutte queste note, raccontando delle storie legate ai brani, per preparare meglio il pubblico a quello che arriverà. Inoltre, quando possibile, mi piace proiettare sullo sfondo gli scatti di Giuseppe De Santis (realizzati ispirandosi all'ascolto dell'album), presenti in forma di booklet all'interno del disco fisico. Infine, sul palco c'è l'energia e l'entusiasmo di quattro musicisti che hanno tanta voglia di condividere col pubblico la propria passione.” Per questo debutto al tuo fianco c'è Mario Caccia di Abeat Records, una vera istituzione in materia. Che contributo ha apportato al risultato finale? “Mario Caccia sta lavorando alla distribuzione in Italia ed, insieme all'ufficio stampa, alla promozione. Sapere che ci sono etichette che hanno voglia di sostenere artisti emergenti è davvero rassicurante.” Concludiamo guardando al futuro: cosa ci sarà nel tuo? “Nel mio futuro c'è tanta voglia di scrivere nuova musica e cercare di andare avanti nella ricerca di date per il quartetto. Per ora abbiamo una data alla Biblioteca Centrale dell'Aia il 15 Gennaio e ad Utrecht nel festival "UJazz" il 31 Marzo.”





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