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Il duce delinquente

di Maresa Galli

Numero 245 - Novembre 2023

Nell’anniversario delle 4 giornate di Napoli Aldo Cazzullo e Moni Ovadia raccontano la storia del fascismo con testi e musiche eseguite da Giovanna Famulari


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“Il duce delinquente” è andato in scena, come Anteprima di Stagione del Teatro Nazionale in occasione dell’80° anniversario delle 4 giornate di Napoli. Il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo, autore del libro “Mussolini il capobanda” (2022) da cui è tratto lo spettacolo, racconta e Ovadia legge testi di Mussolini e delle sue vittime, -taglio-intercalando canzoni d’epoca con la sua voce potente e ruvida. Sottolineano la drammatica storia le più famose canzoni dell’epoca, da “Faccetta nera” a “Giovinezza”, da “Abbassa la tua radio” a “Lili Marleene”, da “Maramao perché sei morto” a “Non dimenticar le mie parole”, da “Amapola” a “Casatchok” a “Bella ciao”, ben interpretate da Giovanna Famulari, al pianoforte, violoncello, armonica e voce. “Credo che in Italia ci sia ancora un'immagine deformata del Duce – spiega Cazzullo - ci sono pochi, non pochissimi, fascisti convinti; ci sono tanti, non tantissimi, antifascisti; e c'è una grande maggioranza di italiani che pensa che il Duce sia stato uno statista, almeno fino alle leggi razziali del 1938, quando è impazzito e si è schierato con Hitler. Questa è la mentalità comune. Invece il Duce, già molto prima del 1938, aveva provocato la morte violenta di quasi tutti i capi delle opposizioni. Anche la guerra non è stata un impazzimento senile, ma è insita nel fascismo stesso: l'idea di aggredire gli altri popoli, di imporre una razza su un’altra fa parte del suo Dna”. Mussolini dimostra disprezzo per le donne, lo pratica con lo stupro e facendo morire in manicomio Ida Dalser, madre di suo figlio Benito Albino, finito anche lui in manicomio, che gli aveva creduto e aveva venduto i suoi averi per aiutarlo a fondare Il Popolo d’Italia. Ha per dodici anni un’amante ebrea, Margherita Sarfatti, che scappa negli Stati Uniti con le leggi razziali. Minaccia con le armi suo padre e la “suocera” per sposare Rachele Guidi. Perseguita oppositori e omosessuali, chiude i libici in campo di concentramento, gasa gli abissini, bombarda i repubblicani spagnoli. Manda i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, in Africa e in Grecia, compiendo un altro crimine, contro il suo stesso popolo. Disprezza gli italiani al punto da dichiarare che “governarli non è impossibile, è inutile”. -taglio2-Tramite la lettura di fatti di cronaca e documenti si mostra il vero volto del Duce ritenuto “abile statista” “fino all’errore dell’alleanza con Hitler”, delle leggi razziali, della guerra. Incarcerati, selvaggiamente pestati, assassinati in Italia o all’estero da squadracce o sicari, gli avversari politici venivano piegati a colpi di manganello, di olio di ricino, con l’intimidazione fisica, fino all’assassinio. Nelle letture e sullo schermo sul palcoscenico compaiono i volti di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di Don Minzoni, Eugenio Montale e Umberto Saba, ma anche dei collaboratori Starace, Balbo, Ciano. Altri scrittori, come Malaparte, alla fine della guerra, salirono sul carro del vincitore. Come dimenticare le leggi sul delitto d’onore e il matrimonio riparatore, la tassa sul celibato, la persecuzione di ebrei, omosessuali, intellettuali, le leggi razziali, la deportazione degli ebrei dal ghetto di Venezia, la guerra. Cosa dire del neofascismo delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza della Loggia, a Bologna? Moni Ovadia legge, i discorsi, gli ordini, i telegrammi e i dispacci di Mussolini e i testi delle sue vittime, con quella sua grinta e bravura, recitando e cantando in italiano, greco, spagnolo, tedesco. Le letture si intrecciano con le canzoni del ventennio e con quelle antifasciste, brillantemente eseguite da Giovanna Famulari. “Alla fine – conclude Cazzullo – capiremo perché dobbiamo vergognarci del fascismo, ed essere orgogliosi dei resistenti che l'hanno combattuto”. Per la Costituzione italiana l’antifascismo non è questione né di destra né di sinistra ma deve essere patrimonio di una nazione. A patto di non dimenticare. Interminabili, meritati applausi ai suoi bravissimi interpreti, allo spettacolo, dedicato alla memoria di Giorgio Napolitano.





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