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Chiara Ragnini

di Claudia Minichino

Numero 216 - Dicembre 2020 Gennaio 2021

La cantautrice si racconta ai nostri lettori tra ricordi ed emozioni, partendo dalle sue origini fino a “Disordine”, il suo ultimo ep, con canzoni che, semplicemente, “parlano d’amore”


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Chiara è una cantautrice ligure, attiva da anni nella scena musicale indipendente. Negli anni ha vinto anche diversi premi (Premio Lunezia per Autori di Testo, Premio InediTO Colline di Torino, Premio Donida), iniziando a contraddistinguersi nella scena musicale italiana. Il suo primo album “Il Giardino di Rose” (2011),-taglio- le è valso la stima di molti addetti ai lavori e di una fetta di pubblico nazionale. Oggi Chiara continua a lavorare sulla sua musica e per la sua musica. Ad Ottobre 2020 è uscito il suo nuovo EP, “Disordine”, con cui inizia un nuovo progetto musicale in espansione. Qui trovate le sue passioni, le sue aspirazioni, i progetti e molto altro… Chiara, come nasce la tua passione per la musica? “In realtà è molto semplice. Io fin da piccola son stata abituata ad ottimi ascolti, complici i miei genitori che hanno sempre messo musica in casa. Dai Beatles, a Lucio Battisti, Lucio Dalla. Poi quando avevo cinque anni mia nonna mi comprò una piccola tastiera e da lì nacque un po’ tutto. Con l’adolescenza è subentrato l’amore per la chitarra; i miei genitori decisero di iscrivermi ad un corso. A sedici anni passai anche la fase un po' metallara… Suonavo la chitarra elettrica e vestivo di nero e con borchie (ride, ndr.). La prima svolta c’è stata sul finire degli anni del Liceo, quando incontrai Marco Canepa. Abbiamo lavorato insieme per qualche anno, anche se poi le nostre strade si sono divise. Grazie a lui però ho scoperto tutto un mondo fatto di musica dall’influenza un po' latina, musica nuova che prima invece non ascoltavo affatto. Mi si è aperto così proprio un mondo, che mi ha permesso anche di allargare le mie vedute sulla musica.” Cosa ti ispira maggiormente nella stesura di un testo? “Un po’ tutto ciò che mi accade intorno. Sia da ciò che vivo in prima persona ma anche da storie che conosco o storie di persone che mi sono vicine. Soprattutto storie d’amore… Finite male! (ride,ndr.). Racconto principalmente dell’amore, ma anche di tutta la sfera dei sentimenti in generale, perché è ciò che mi viene più spontaneo e che mi piace di più.” Il periodo particolare che stiamo vivendo, come ad esempio la quarantena, in che modo ha contribuito con la tua arte?-taglio2- “Guarda, io devo dire che dal mio punto di vista, per fortuna, è stato un momento d’ispirazione. Un ritorno ad un’intimità che almeno io avevo un po’ perso. Io abito in campagna, in un piccolo borgo, sulle alture del ponente ligure, e il lockdown lo abbiamo vissuto in maniera non troppo pesante. Per cui c’è stato un po’ un riscoprire il territorio, quello che abbiamo a disposizione, le piccole cose, le cose intime. E tutto questo mi è stato molto d’ispirazione per concludere gli ultimi testi di “Disordine”, l’EP uscito in ottobre. “Disordine” non a caso; ma un disordine rigenerante, proprio com’è stato per me il lockdown.” Infatti, parliamo proprio di “Disordine”, il tuo nuovo EP… “<> è appunto l’EP uscito il 16 di Ottobre. Sono quattro canzoni molto intime, molto dolci, che si distaccano un pochino dall’ultimo disco che ho pubblicato nel 2017, <>, che era tutto electro pop. Qui invece sono voluta ritornare ad una dimensione più acustica, e produrre quattro inediti nudi e crudi. Canzoni che parlano di amore, fatte per essere ascoltate in silenzio. Mi piacerebbe proprio che le persone le ascoltassero ad occhi chiusi, lontano dalla frenesia della vita.” Quali sono oggi i tuoi sogni? “Ora mi auguro che questo Coronavirus venga debellato, perché abbiamo bisogno di tornare alla normalità. Mi auguro anche che il mondo dell’arte in generale venga aiutato. Per quanto riguarda me, invece, l’anno prossimo ho in cantiere di pubblicare un nuovo album, che probabilmente conterrà anche le quattro canzoni di “Disordine”, ma che possa anche spaziare e ritornare in chiave electro pop, magari un po' meno arrabbiato. E poi mi piacerebbe prendere un disco che produssi in maniera amatoriale nel 2008, che si chiama ‘Wonderland’. Questo è un piccolo desiderio che ho.”





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