logo-musica

Ultime emozioni

di Yvonne Carbonaro

Numero 245 - Novembre 2023

Ancora tanti gli spettacoli pregevoli “fuori cartellone”, in attesa della presentazione della stagione 2023-2024


albatros-ultime-emozioni

Presso il Teatro Partenio di Avellino abbiamo assistito a L’URLO E L’INCANTO, una performance affidata essenzialmente ai due linguaggi fondamentali dell'espressione teatrale: la parola e il suono. Ciò ad opera dei due protagonisti: Raffaele Ariola, che lo ha ideato, diretto e recitato, e il Maestro Luigi D’Arienzo, che si è occupato delle musiche, ha interpretato i pezzi al piano, e diretto gli altri musicisti. -taglio-Accurata la ricerca e selezione di Ariola, che ha fuso il tutto in un elegante collage per realizzare, come egli stesso riferisce <Un viaggio emozionante ed articolato nelle diverse espressioni dell’animo umano, attraverso letture interpretative di poesie e brani di prosa, delicati ed intensi, forti ed appassionati, nel tentativo di cogliere aspetti significativi della complessità umana> per comunicare allo spettatore l'emozione di un lavoro . Vi abbiamo riconosciuto stralci da Vita Nova, da L'elogio della Pazzia, dai testi di Moscato, Erri De Luca e tanti altri, compresa una vivace e personalissima interpretazione di Prezzetella, che ha dato spunto all'attore di interagire spiritosamente con il pubblico in uno spassoso momento di recitazione a soggetto, proprio della tradizione della commedia dell'arte, e perché no, della sceneggiata. Un’antologia, dunque, di testi diversi per contenuto, epoca, espressività: solenni, teneri, intensi, arrabbiati, provocatori, legati dal filo conduttore dell’umano sentire. La lettura interpretativa di brani d'autore mescolati con testi inediti, in un puzzle serrato, crea un flusso ininterrotto di emozioni e sensazioni, costantemente sostenuto e potenziato dalla "colonna sonora " del M° D’Arienzo. Con lui gli ottimi Vladimir Kocagi violoncellista, Giuseppe Russo ai fiati (oboe soprattutto) e un vibrante e vivacissimo Antonio Caccavale alle percussioni. Personalmente ho avuto il piacere e il privilegio di conoscere da vari anni il M° D’Arienzo, avendo realizzato insieme un complicato spettacolo sul 600. Ho avuto modo di apprezzarne competenza, professionalità e creatività, e soprattutto di scoprire l'uomo generoso, sensibile, sempre sorridente e positivo. D’Arienzo, pianista, compositore, direttore d'orchestra e di coro, ha arrangiato o creato per l'occasione le musiche in maniera da sposare ogni parola, ogni emozione, ampliandone e valorizzandone il senso, con immediata ripercussione e crescendo emotivo del pubblico nella sala completamente piena. -taglio2- Solo per fare qualche esempio: le melodie orientaleggianti di accompagnamento alle parole di Giuda atte a creare l'atmosfera della terra di Gesù, l'eco di sonorità medievali stilnovistiche sulle parole di Dante, il ritmo vivace e allusivo sul testo di Viviani, ecc. Un insieme di parole e musica veramente raffinato In sintesi: uno spettacolo ricercato, moderno, realizzato a scena nuda con il solo suggestivo apporto del gioco di luci di Ernesto Serpico. Contiamo di vederlo replicato a breve a Napoli. Presso il Teatro San Ferdinando di Napoli è stato proposto al pubblico SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE, come saggio del secondo anno della scuola triennale di teatro diretta da Renato Carpentieri. Un gruppo di giovani bravi aspiranti attori, che si stanno formando presso la suddetta scuola, ha dato vita ad uno spettacolo di grande spessore e qualità, misurandosi egregiamente con la celebre commedia di Shakespeare. Il regista Maurizio Schmidt, che è il loro docente di recitazione, pur nel rispetto della trama e del testo, coadiuvato per le musiche dal M° Antonio Sinagra, al fine di creare un accostamento con l’ambiente napoletano, ha inserito alcune antiche villanelle come "Volumbrella" e "Si li femmene tenessero la spada", e ha fatto parlare in napoletano i comici della sgangherata compagnia di giro che dovrebbe esibirsi in occasione delle nozze di Teseo e Ippolita. Si muovono sulla scena con scioltezza e vivacità, in una coreografia agile e moderna, tale però da creare un'atmosfera magica, sia i personaggi del regno fatato, Oberon e Titania, che rappresentano l’elemento maschile e femminile della natura, con il loro rispettivo seguito, sia le due coppie di innamorati del mondo reale che fuggono nel bosco e, vittime dell'incantamento di Puck, si inseguono, si scambiano, si ritrovano. Una performance godibile e ben realizzata che si avvale dell’utilizzo di mezzi molto poveri: il corpo, la parola, il ritmo e il suono, in assenza di scene e con costumi essenziali ideati da Roberta Mattera. La costumista si è avvalsa di pochi oggetti e indumenti allusivi al ruolo e alla condizione di ciascuno: il mantello di fiori e foglie per il re e la regina delle fate, o il ricorso ad alcuni semplici espedienti per velare il volto dei folletti e dotarli di lunghe orecchie pendenti. Luci di Giuseppe Di Lorenzo. Uno spettacolo corale colto, ben diretto e ben recitato, che fa sperare positivamente per il futuro del nostro teatro, grazie al ricco giacimento di tanti giovani talenti in formazione.





Booking.com

Booking.com