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Storie proibite

di Maresa Galli

Numero 246 - Dicembre-Gennaio 2024

Il nuovo libro di Anna Maria Ghedina narra vicende di amore e morte all’ombra del Vesuvio


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Prolifica scrittrice, Annamaria Ghedina ha pubblicato “Pompeii, una storia proibita. Amore e Morte all’ombra del Vesuvio” (DeNigris Editori). Il nuovo libro, presentato a Palazzo Reale, nell’ambito del Campania Libri Festival, è una grande storia d’amore. -taglio- Sono intervenuti il giornalista Antonio D’Addio, autore della prefazione, l’editore Armando De Nigris, Nino Daniele, già assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, che ha curato l’introduzione del libro, e l’attrice Tiziana De Giacomo, che ha letto con enfasi passi del romanzo. “Eutychis la prostituta greca, si faceva pagare 2 assi, dimorava nella Casa dei Vettii: Aulus Vettius Restitutus e Aulus Vettius Conviva”. È l’iscrizione trovata incisa all’ingresso della Casa dei Vettii, nel Parco Archeologico di Pompei, di proprietà dei liberti Aulus Vettius Restitutus e Aulus Vettius Conviva, divenuti ricchi grazie al commercio. Da questa piccola traccia l’autrice, dotata di fervida fantasia, trae spunto per costruire l’appassionante relazione tra una prostituta e un comandante militare, amico dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano, ambientata a Pompei, nel primo secolo d. C. La protagonista femminile è una giovane greca, Eutychis, proveniente da Lesbo, isola dell’amore che diede i natali alla poetessa Saffo. Eutychis, delicata, bionda, appassionata di versi dei maggiori poeti del tempo, è rapita da rozzi militari e condotta, insieme a tante altre giovinette, al Palazzo Imperiale di Roma. Qui verrà trasformata in una schiava, una prostituta che esercita nella Casa dei Vettii, percependo due miseri assi per le sue prestazioni. Il protagonista maschile è il Tribunus Manlius Decio Rutilius, amico fidato dell’imperatore Vespasiano, uomo forte e, al contempo, figura romantica. -taglio2- Tra Manlius, uno degli uomini più potenti di Roma ed Eutychis, una prostituta, scocca il colpo di fulmine con condurrà al drammatico epilogo. “Ancora oggi paghiamo lo scotto di essere donne”, afferma l’autrice da sempre attenta a tematiche sociali. La storia si svolge durante le campagne militari per conquistare nuovi territori. Ghedina racconta con maestria usi, costumi, divertimenti, banchetti, feste, il mondo erotico di prostitute e lupanari, di cortigiane e frequentatori delle Thermae, di contro alle rigide regole dei Castra. Come sempre, l’autrice scrive sulla base di una ricostruzione capillare e documentata, per costruire una storia che intreccia personaggi di fantasia e ad altri realmente esistiti. Il periodo raccontato è quello che va dal 78 d.C. fino all’eruzione del Vesuvio, nel 79, così ben descritta da Plinio il Giovane in due lettere indirizzate allo storico Tacito, eruzione che seppellì anche Ercolano, Oplontis e Stabia. Pompei, trasgressiva e libertina, nella quale vizi e diversità, omosessualità e prostituzione erano vissuti senza pregiudizi, come mostrano graffiti e pitture scolpiti sui muri. Ghedina fa rivivere gli eventi che precedettero l’eruzione, evento tragico preconizzato da un’indovina. Ghedina regala un grande affresco storico, colto ma fruibile, e soprattutto una appassionante storia d’amore attraverso cui si legge la vita quotidiana di una civiltà che si riteneva indistruttibile, ma in realtà umanissima e fragile. Un’iscrizione rinvenuta su un muro di Pompei recita: “lunga vita a chi ama. muoia chi non sa amare, muoia due volte chi all’amore si oppone”. L’amore vero è il fondamento della nostra libertà.





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