logo-coverstory

RENATO ZERO

di Tommaso Martinelli

Numero 249 - Aprile 2024

albatros-renato-zero

Un artista in grado di unire generazioni di fan, una carriera lunghissima che ancora oggi lo vede in cima alle classifiche degli album più venduti del momento


Non poteva che chiamarsi "Autoritratto", il nuovo album di uno degli artisti più amati e seguiti del Bel Paese: Renato Zero. Dopo aver scritto numerose e appassionanti pagine della storia della musica italiana, attraverso canzoni come "I migliori anni della nostra vita", "Cercami" e "Triangolo", il poliedrico cantautore romano è tornato in cima alla hit-parade con un disco composto da tredici brani in grado di racchiudere tutto il suo vissuto e il suo immutato desiderio di passione e libertà. -taglio- Tornato in tournée, lo scorso 2 marzo dal Forum Nelson Mandela di Firenze, Zero si racconta con la sua innata schiettezza, condividendo tutte le sue nuove consapevolezze. Renato, il suo nuovo album s'intitola “Autoritratto”. Come mai ha deciso di dargli questo nome? “Perché anche questa volta, a 73 anni, ho deciso di ripartire da zero, da me stesso. In questo lavoro ci sono io, come sono oggi e tiro le somme della mia vita, oltre che della mia carriera. Faccio i conti con quello che sono oggi, con grande sincerità, naturalmente senza mai incensarmi. Questo modo di fare mi ha permesso di andare avanti nella vita in modo autentico, senza mai correre il rischio di farmi plasmare o di restare vittima dell’ego che, in certi casi, si può ammalare di depressione.” Nel corso della sua lunga carriera ha regalato tantissime emozioni a un pubblico che non l'ha mai abbandonata... “Quello che più mi regala gioia, oggi, è il fatto di essere riuscito attraverso le mie canzoni a guarire l'animo di tantissima gente. Mi capita spesso di incontrare persone che mi ringraziano per questo e ogni volta provo una straordinaria emozione. D'altra parte, il bello della musica è proprio questo: nel corso della storia è riuscita a essere un conforto e un sostegno per chiunque la ascoltasse, facendo da colonna sonora a numerosi momenti della propria esistenza, caratterizzati da lieti eventi ma anche delusioni e sconfitte. Io oggi so di dovere tantissimo al mio pubblico, in primis perché mi ha permesso di continuare a coltivare la mia più grande passione che si è trasformata in una professione.” estando in tema di pubblico, oltre a quello che la segue da più di cinquant’anni, ultimamente conta sempre più giovanissimi. C’è qualcosa, in particolare, che le piacerebbe insegnare a questi ultimi? “In realtà, io non credo di aver mai insegnato niente a nessuno. Non è mai stato questo il mio obiettivo. Non mi piace insegnare, al contrario preferisco raccogliere all'interno delle mie canzoni tutto quello che ho provato nel corso della vita, per condividerlo con chi decide di ascoltare la mia musica. Però non riuscirei mai a insegnare qualcosa perché sono il primo che preferisce imparare da tutto ciò che accade intorno a sé.” Ha dichiarato, in più occasioni, che deve molto alla sua spiccata autoironia. Come mai? “Sì, perché l'autoironia è sicuramente una delle qualità che mi ha permesso di affrontare la vita con quel pizzico di leggerezza che non fa mai male. Anzi, la leggerezza mi ha sempre spinto a non prendermi mai troppo seriamente e questo ha fatto sì che non deperissi (ride, ndr). Andando avanti negli anni mi sono sempre più convinto del fatto che, vivendo all'insegna dell'autoironia, aumentandone sempre di più la dose, tutto scorresse con più armonia e serenità.” Tornando ad “Autoritratto”, questo disco arriva in un periodo complicato in cui purtroppo ha dovuto dire addio a tanti suoi amici… “Nel corso degli ultimi anni ho dovuto fare i conti con la dolorosa perdita di persone a cui tenevo moltissimo e che per me rappresentavano un sostegno prezioso. Ritrovarsi improvvisamente senza poter contare su determinati appoggi, inevitabilmente, oltre a ad addolorarmi, mi ha anche reso più responsabile rispetto a tutto quello che faccio.” Oggi cosa le fa più paura? “A settantatré anni non ho più paura di nulla, neanche della morte. Negli ultimi tempi ho dovuto dire addio a Raffaella Carrà, che è stata a lungo la mia vicina di casa oltre che un’amica insostituibile. E pensare che più volte mi era capitato di immaginarla anche a novant’anni intenta a ballare con la stessa grinta di sempre. Ma mi vengono in mente anche straordinari amici come Mango, Lucio Dalla e Ivan Graziani che mi hanno regalato tantissime emozioni. Tutti questi miei amici, oltre ad aver lasciato dentro di me un vuoto incolmabile, è come se allo stesso tempo fossero riusciti a regalarmi un vestito o una corazza che è il frutto di tutto quello che abbiamo avuto la fortuna di condividere assieme. Rispetto al passato, oggi, la mia linfa vitale è rappresentata dai buoni sentimenti con cui cerco di riempire la mia vita. Alle volte, per stare bene con me stesso e con gli altri, mi basta semplicemente giocare a carte con gli amici: vado pazzo per lo scopone scientifico. Non è un caso se oggi uno dei miei motti è ‘Mens sana in corpore sano’.” A proposito di corpo sano, nelle ultime occasioni pubbliche è apparso più in forma che mai. Qual è il suo segreto? “Cerco di fare ginnastica non appena gli impegni me lo consentono, cercando di rispettare una certa frequenza, così poi riesco a tenere ben allenati i muscoli e il resto del corpo, così poi non sento troppo il peso e la stanchezza dovuti a eventuali sforzi o ai periodi professionali più intensi. Prima di ogni concerto, invece, faccio training autogeno: in questo modo riesco a concentrarmi su me stesso e su quello che mi piacerebbe offrire al pubblico.”

ads-publicità


Booking.com

Booking.com