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Philip Colbert

di Joanna Irena Wrobel

Numero 248 - Marzo 2024

Ecclettico e ironico, innovativo e tradizionalista, trasgressivo e poetico, così si potrebbe definire la figura di Philip Colbert (1979), nato in Scozia, londinese d’adozione: città dove vive e lavora da alcuni anni


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Ecclettico e ironico, innovativo e tradizionalista, trasgressivo e poetico, così si potrebbe definire la figura di Philip Colbert (1979), nato in Scozia, londinese d’adozione: città dove vive e lavora da alcuni anni.-taglio- Laureato presso l’antica St. Andrews University con un master in filosofia, profondo conoscitore e studioso dell’arte del passato, viene definito dalla critica internazionale come “figlioccio di Andy Warhol”. Un artista poliedrico: pittore, scultore, designer, stilista di moda, si è fatto conoscere al grande pubblico per le coloratissime e stilizzate aragoste, che invadono ormai da anni, gallerie d’arte, musei e grandi spazi pubblici in tutto il mondo. La vera consacrazione del lavoro di Colbert si compie in seguito alle mostre alla Tate Modern (2015) e alla Saatchi Gallery (2017) di Londra. Nelle opere dell’Artista britannico echeggiano le citazioni dei pittori Pop, come Richard Hamilton, Roy Lichtenstein, James Rosenquist, ma non mancano nemmeno le tracce dell’arte del passato con i ricordi di Rubens, Van Dyck e, addirittura, dell’antica Roma. Con grande maestria e divertimento, Colbert intreccia e mescola, continuamente, temi di pittura del passato e di quella odierna, utilizzando simboli ed elementi della vita quotidiana, da sempre presenti nella cultura di massa. Il suo lavoro esplora con forza i modelli della cultura digitale contemporanea con cui compone un dialogo storico-pittorico più profondo. Grazie al personaggio dell’Aragosta in versione cartoon e ai suoi magistrali dipinti storici iper pop vanta un seguito a livello globale. Le storie narrate nei numerosi lavori vengono rese attraverso lo sguardo del suo “alter ego”: Lobster. Un personaggio buffo e variopinto, frutto di fantasia, creato e disegnato in mille maniere, collocato in infinite ambientazioni, caratterizzato da colori sgargianti e da smisurata ironia. Una sorta di ossessione dell’Artista per l’aragosta in sé è radicata nel simbolismo storico che questo crostaceo incarna nell’arte, nel linguaggio e nel tempo. Considerato un pioniere di metaverso, con un grande evento alla Serpentine Gallery di Londra, Colbert ha lanciato nel giugno 2021 l’immagine della città di Lobsteropolis. Una sorta di spazio neutro, ideale, dove la figura da lui inventata si muove agevolmente e si esprime appieno. Dice l’Artista: “Lobster Land è il mio universo creativo in cui il mio personaggio di Aragosta vive in libertà”. Grazie a questo bizzarro individuo, Colbert si immerge con disinvoltura nel mondo della pittura dei veri maestri della storia dell’arte, attraversa la Pop Art, attinge a piene mani dal digitale. -taglio2- Ogni volta, con un gusto provocatorio e una indiscussa leggerezza, rende le proprie opere uniche e facilmente riconoscibili. Nella mostra personale, attualmente in corso presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, intitolata “House of the Lobster”, Colbert presenta numerose sculture in marmo e in bronzo, oltre a dipinti ad olio di grandi dimensioni. Un omaggio alle radici della mitologia dell’aragosta attraverso un’affascinante serie di opere ispirate alla collezione di mosaici del Museo, provenienti dagli scavi di Pompei. Grandi tele di straordinario impatto visivo, dove il tema centrale è l’iconica Aragosta calata in un contesto storico. Ad ispirare l’Artista un celebre mosaico pompeiano, raffigurante un combattimento sottomarino tra un’aragosta, una murena e un polpo. Il dipinto, che fa parte del ciclo “Pompeii Series”, riprende il tema della battaglia, così caro alla pittura celebrativa del passato, ma non vuole essere semplicemente una rappresentazione del conflitto in atto. Per Colbert, diventa una riflessione sulle nostre lotte interne, sui conflitti sociali, una specie di danza perpetua tra le forze opposte nella vita. Una guerra senza tempo simboleggiata nel mosaico dalle tre figure marine centrali, che nel loro duello per la supremazia, tessono la narrazione di un conflitto perpetuo e della natura ciclica dell’esistenza. Gli ultimi lavori dell’Artista britannico sono orientati verso le grandi installazioni delle sculture all’aperto, tra le quali: The floating Lobster sul Canal Grande di Venezia e The Lobster Empire in via Veneto a Roma. Un’invasione pacifica di aragoste di ogni genere, che in un gioioso gioco di colori, invadono spazi urbani e grandi musei, accendendo con le loro effervescenti cromie piazze e strade cittadine e, nello stesso tempo, generando una serie di riflessioni profonde sul nostro mondo e sul senso della vita.





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