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Opere buffe

di Maresa Galli

Numero 242 - Luglio-Agosto 2023

La fondazione Fo Rame e il Teatro di San Carlo presentano la mostra che si articola tra Memus e Officine di Vigliena


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“Dario Fo e le opere buffe di Rossini” è il titolo della mostra promossa dalla Fondazione Fo Rame e dal Teatro di San Carlo, in sinergia con il Rossini Opera Festival di Pesaro e l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Due immensi personaggi, il Premio Nobel per la Letteratura ed il celebre compositore che diresse il Lirico di Napoli dal 1816 al 1822, raccontano il loro legame attraverso fotografie, bozzetti, disegni, appunti, articoli e costumi, esposti in due tranche: -taglio- “La Gazzetta: una regia per immagini”, visitabile al MeMUS, Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo, e “L’Italiana in Algeri: dal disegno alla scena”, presso le Officine San Carlo, la fabbrica urbana della creatività a Vigliena. La mostra è a cura di Stefano Bertea e Mattea Fo. Stefano Bertea, project manager, è il responsabile dei progetti e degli Archivi per la Fondazione Fo Rame. Mattea Fo dal 2011 lavora a stretto contatto con i nonni Franca e Dario, specializzandosi nella conoscenza e nella gestione del patrimonio dell’Archivio di famiglia. Dal 2016 cura le mostre organizzate dalla Compagnia Teatrale Fo Rame. “La Gazzetta: una regia per immagini”, presso il MeMUS, conduce sulla scena disegnata da Dario Fo per l’omonima opera di Rossini, rappresentata per la prima volta al Teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1816, e che il Maestro mise in scena nel 2001 al “Rossini Opera Festival” di Pesaro firmandone regia, costumi e scenografie. L’opera fu accolta, per dirla con Rossini, con fervido “furore” e Fo sottolinea: “Noi tutti sul palcoscenico, dai tecnici ai musici, ci siamo divertiti un mondo” (Dario Fo, “Il teatro comico e la situazione”, dal libretto di sala dell’Opera buffa “La Gazzetta” di G. Rossini). In mostra anche la maquette, da poco restaurata, ed i costumi originali dello spettacolo del 2001, provenienti dagli Archivi del Rossini Opera Festival. L’allestimento è stato oggetto del percorso formativo a cura del Laboratorio di Scenotecnica curato, per le Officine San Carlo, da Vincenzo Gagliardi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Alla mostra, visitabile fino ad ottobre, saranno invitati, afferma il direttore generale Emmanuela Spedaliere, giovani e scolaresche per mostrare il dietro le quinte della creazione di uno spettacolo lirico.-taglio2- “L’Italiana in Algeri: dal disegno alla scena”, presso le Officine San Carlo, conduce in un viaggio appassionante attraverso la riscrittura registica di Fo, che svelava: “Personalmente – io vorrei tanto riuscire a far tornare la risata in quest’opera. A questo scopo ho ripristinato i motivi, i lazzi, le follie proprie dell’opera al suo debutto a Venezia”. Definita da Stendhal “la perfezione del genere buffo”, l’opera rossiniana è stata messa in scena da Dario Fo nel 1994 a Pesaro per il “Rossini Opera Festival”. L’allestimento della mostra è stato realizzato dagli studenti del Laboratorio di Scenografia delle Officine San Carlo, diretto da Anna Nasone. L’evento è stato arricchito dalla messa in scena, presso le Officine San Carlo, de “La vera storia del mondo”, nuovo spettacolo di Jacopo Fo con i partecipanti al Laboratorio di Commedia dell’Arte. I costumi sono stati prodotti dall’Officina di Sartoria Teatrale Circolare, diretta da Giusi Giustino, impianto scenico di Fabio Marroncelli, luci di Nunzio Perrella, musiche originali di Angela Nocera e Dario Durbè. La leggerezza della comicità è il leit motiv del racconto, un viaggio attraverso la Natura incantevole e beffarda, con il paradosso del Big Bang e tanti personaggi e popoli che narrano l’assurdo spettacolo del mondo. “E a questo punto – afferma Jacopo Fo – viene il dubbio che l’universo stesso sia una barzelletta, creata apposta per farci divertire. E forse è il ridere l’energia che fa girare i pianeti e incendia le stelle”. Come sempre, alla qualità delle proposte il Lirico aggiunge la meraviglia e lo stupore della bellezza.





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