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Metaverso

di Lucia de Cristofaro

Numero 238 - marzo 2023

L'Intelligenza artificiale che cambierà la nostra quotidianità


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Metaverso e Intelligenza artificiale, cambieranno la nostra quotidianità, lavorativa e di vita, così come la conosciamo, di fatto saranno la chiave per sfruttare le potenzialità offerte dai mondi virtuali. Ciò secondo gli esperti renderà difficile poter distinguere gli umani dalle macchine. Gli algoritmi saranno affinati sempre di più e quindi potrebbe accadere che interagiamo con una macchina, -taglio- scambiandola per un nostro simile. Se pensiamo all’affective computing ecco che la I.A. compie un’altra evoluzione e può simulare le emozioni umane. La lunga pandemia, ci ha fatto modificare le nostre abitudini, facendo ricorso alla IA e al Metaverso che ha fatto percepire, che la tecnologia era di fatto molto comoda e funzionale. Vivere, dunque, in una nuova era della comunicazione, in cui la realtà virtuale è sempre più simile alla realtà fisica, e dove le nostre connessioni lavorative non saranno più limitate dalla distanza geografica ci sembra positivo. Un leader tecnologico globale su quattro ritiene infatti che nel 2023 il 75% dei posti di lavoro in tutta l’economia mondiale sarà incrementato da software basati sull’Intelligenza Artificiale, mentre la stragrande maggioranza dei dirigenti del settore tecnologico prevede di muoversi all’interno del Metaverso. La cosa più inquietante è che tutto ciò è già una realtà e non più una previsione distopica. Infatti volendo analizzare la parola Metaverso ( in inglese Metaverse) essa fa la sua prima apparizione nel 1992 in un romanzo di fantascienza di Neal Town Stephenson, titolo “Snow Crash”, in cui si ipotizza una sorta di realtà virtuale condivisa tramite Internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Vi ricorda qualche cosa? Uno degli esempi più famosi di Metaverso è il mondo virtuale di Second Life, la piattaforma in cui è possibile creare un avatar e interagire con altre persone come se fossimo realmente nel luogo in cui ci troviamo. E’ chiaro che il futuro è già qui! Nel mondo, infatti, Berlino, Copenhagen, Songdo, Santander, Lousville, Londra, New York, Singapore, Amsterdam e l’elenco potrebbe continuare, sono città che già vivono la quotidianità a fianco della I.A., infatti queste città sono delle Smart City, città con: la presenza di edifici automatizzati e a basso impatto ambientale, una gestione intelligente delle aree verdi, una pianificazione urbana efficiente, una mobilità e un trasporto pubblico locale basati sulla sostenibilità, una gestione intelligente dei rifiuti, la presenza di energie rinnovabili e pulite, l'applicazione delle tecnologie all'educazione e alla salute, la trasparenza dell’Amministrazione verso i propri cittadini, l'impegno condiviso da parte dell'intera collettività.-taglio2- Tutto ciò non possiamo dire che condizioni in modo negativo la vita degli umani, perché è evidente che vivere in una Smart City ha i suoi vantaggi. Il problema che si pone è di fatto etico, in quanto essere “umani”, significa vivere un pensiero proprio e indipendente, avere una coscienza, avere la capacità di simbolizzazione dell’essere, dove mente e linguaggio segnano il perimetro dell’umanità, entro il quale l’uomo vive e costruisce la sua identità, di avere la capacità di trasformare l’ambiente in cui vive, adattandolo di continuo ai suoi “bisogni” e adattandosi a sua volta all’ambiente che lo circonda. Qualsiasi macchina, robot per quanto possa essere indistinguibile nelle fattezze e nel comportamento all’uomo, è qualcosa di programmato e guarda caso programmato proprio dall’uomo. E qualcosa di programmato non è di certo indipendente nelle proprie scelte e nelle proprie azioni. Ciò di cui si inizia a ipotizzare è un possibile avvento di POSTUMANI, termine creato da Anders Sandberg, ricercatore e futurologo all'Università di Oxford, che ritiene che l'ipotesi più probabile sia che la nuova specie, non sarà frutto di un cambiamento biologico dovuto all'evoluzione come la intendiamo noi, ma piuttosto di un miglioramento tecnologico che renderà alcuni di noi , quelli che lo vorranno, “postumani”, ovvero intelligenze artificiali supersviluppate che avranno acquisito coscienza di sé e popoleranno il mondo senza bisogno del controllo dei Sapiens. La speranza di noi poveri uomini e donne Sapiens è che la IA, il Metaverso e qualsiasi altro software possa essere inventato, sia rivolto a migliorare la qualità della vita delle persone, regalando loro maggiore tempo libero da dedicare a se stessi e alla famiglia, e non la creazione di SuperUOMINI e SuperDONNE, o di macchine in grado di ricalcare tutte le sfaccettature di un essere umano, programmati per creare uno scenario sociale diviso, dove una parte potrebbe schiacciare e dominare l’altra. Questo sinceramente è un futuro in cui non desideriamo vivere.





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