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Luca Argentero

Tutta questione di empatia

di Sacha Lunatici

Numero 248 - Marzo 2024

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Continua il successo di "Doc - Nelle tue mani" e del suo protagonista, che dimostra come anche nella fiction sia possibile utilizzare, e bene, tanti registri recitativi


Un colpo di pistola alla testa. È stato questo a mandare in frantumi la vita di Andrea Fanti, primario di Medicina Interna del Policlinico Ambrosiano di Milano, interpretato da Luca Argentero nella serie campione d'ascolti di Rai1 "Doc - Nelle tue mani". -taglio-Anche se è sopravvissuto, una volta uscito dal coma ha dovuto fare i conti con una terribile scoperta: gli ultimi dodici anni della sua vita erano svaniti nel nulla, come se non fossero mai esistiti. Un ruolo complesso per l'attore piemontese, tra i più amati del piccolo e grande schermo che racconta la sua nuova sfida professionale ad Albatros Magazine. Luca, ti stiamo vedendo nella terza stagione di Doc... “Questa nuova stagione offre un prodotto emozionante, seppur frenetico. Abbiamo lavorato intensamente per sei mesi, da maggio fino alla metà di dicembre. La formazione al campus biomedico è stata fondamentale per il cast, aiutandoci a comprendere la realtà dei medici. La stagione si concentra sul mio personaggio e sulla sua memoria, con colpi di scena e ispirazioni alla realtà quotidiana. Inoltre, affrontiamo il tema della gestione del potere in ambito medico. Non mancherà il nostro portafortuna Pierfrancesco Piccioni, a cui è ispirata la serie sulla sua vera storia, che anche questa volta avrà un cameo.” Qual è l'elemento chiave del successo di Doc, secondo te? “L'empatia è fondamentale. Doc è un ‘medical drama’ che riflette un aspetto della società, proponendo un ideale sanitario centrato sul paziente. Non è un'utopia, ma piuttosto il desiderio di una società migliore. Nella prima stagione di Doc, le trame ruotavano intorno alle esperienze personali del protagonista. Invece, la seconda stagione è stata caratterizzata da un filo conduttore comune a tutti: la pandemia di Covid, un evento che ha radicalmente cambiato la vita di ognuno. Gli sceneggiatori, con una sorta di anticipazione quasi profetica, sono riusciti a integrare nella narrazione alcune soluzioni che in seguito sono diventate di uso comune. Per quanto riguarda l'ultima stagione, anch'io ero curioso di vedere come avrebbero mantenuto un alto livello di tensione. E devo dire che ci sono riusciti, adottando un approccio che, a mio avviso, è stato un po' audace e in stile americano.” In che modo il tuo lavoro come attore in Doc ti ha cambiato sia personalmente che professionalmente? “Personalmente, non mi sento cambiato, sebbene sia cresciuto e maturato. Anche i miei amici storici confermano ciò. Professionalmente, Doc è stata una svolta, un rischio nel panorama italiano per essere il primo ‘medical drama’. Sono orgoglioso di questo ruolo, che ha generato empatia e ha reso Doc un progetto speciale per me.” Ti è mai passato per la mente di diventare medico? “No, mai pensato. Non avrei mai scelto un lavoro con una responsabilità così alta come quella di avere vite umane nelle proprie mani. Invece, ho optato per la recitazione, un mestiere meno gravoso in termini di responsabilità. Tuttavia, ho imparato molto a livello teorico sulla medicina durante questi anni con Doc.” Cosa hai imparato a livello personale interpretando il tuo personaggio in Doc? “Ho appreso che ogni ricordo è prezioso e contribuisce a definire chi siamo oggi. Il mio personaggio lotta per recuperare la memoria, e io personalmente non vorrei mai dimenticare nulla del mio passato.” Come ti senti riguardo alla tematica della sanità affrontata in Doc? Vi spaventa trattare argomenti così delicati? “Al contrario, è gratificante affrontare questioni delicate come il servizio pubblico sanitario. È un argomento scomodo, ma riflette la realtà che viviamo.” In che modo ti identifichi con il tuo personaggio in Doc e in cosa differisci da lui? “Condividiamo l'empatia verso gli altri e il desiderio di mantenere buoni rapporti personali. Tuttavia, non raggiungo il livello di altruismo dei medici, che considero veri supereroi.” Ti è capitato di fare tante incursioni in programmi tv: ti piacerebbe presentare il Festival di Sanremo? “Amo Sanremo e sono sempre onorato di parteciparvi in veste di ospite, ma presentarlo? No, sarebbe troppo per me! (ride, ndr).” Tornando a Doc, puoi confermarci la presenza di una quarta stagione? “Sì, come già annunciato dalla Lux in conferenza stampa, Doc 4 è in fase di preparazione con un file già in scrittura.”

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