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La scrittrice e giornalista Lucia de Cristofaro

di Alfredo Salucci

Numero 242 - Luglio-Agosto 2023

Una donna dalle straordinarie capacità e con un interesse particolare per la scrittura


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Lucia de Cristofaro è stata una donna dalle straordinarie capacità e con un interesse particolare per la scrittura che ha realizzato attraverso i suoi stimolanti articoli su questo giornale e, soprattutto, attraverso i suoi libri. Nel 1997 pubblica il suo primo romanzo La doppia vita di Rosalin, Marotta Editore; -taglio- con quest’opera vince il “Premio Lerici” per la narrativa edita. Il successo è immediato, e decretato anche dalle numerose ristampe. Inizia così la sua importante e gratificante attività di romanziere che le procurerà oltre 50 riconoscimenti ottenuti sia in Italia che all’estero. Nel 1998 pubblica con La Versiliana Editore Il tempio della vanità e nel 1999 Storie di fine millennio. Nel 2000 fonda la casa editrice Albatros Edizioni e pubblica Venere allo specchio, a cui farà seguito nel 2006 L’impronta della Verità, opera che la critica ha giudicato di grande interesse antropologico. Sempre con la sua casa editrice nel 2008 pubblica un libro di poesie Quattro pensieri diversi. Nel 2013 torna alla prosa con l’opera L’Ottavo Giorno, romanzo che segna definitivamente il suo successo a livello internazionale. La prefazione a questo libro è di Johan Galtung, sociologo e matematico norvegese, fondatore nel 1959 del Peace Research Institute Oslo, insignito nel 1987 del Right Livelihood Award, "Premio Nobel Alternativo per la Pace". E sarà ancora Johan Galtung a fare la prefazione del romanzo Il capolavoro edito nel 2015 da Albatros Edizioni. A questo lavoro seguiranno sempre per Albatros Edizioni altri due romanzi Inganni nel 2019 e La luce del giorno nel 2022. Di Lucia de Cristofaro, che ho conosciuto diversi anni fa, ho letto tutti i libri, e qualcuno ho avuto anche il piacere di presentare. Cosa che mi dato ancora di più la possibilità di apprezzare la sua scrittura e i temi che è riuscita a trattare con capacità e competenza. Come si riconosce un vero scrittore o una vera scrittrice? Quando leggiamo un libro vi sono delle caratteristiche del testo che ci consentono di dire alla fine: ho letto un bel libro. Queste peculiarità, indubbiamente, sono la bellezza della scrittura, il periodare, le capacità linguistiche. -taglio2- Ma tutto questo non basta per scrivere un bel libro, il vero romanziere ha argomenti da narrare, storie vere o di fantasia capaci di coinvolgere chi legge. Lucia de Cristofaro aveva entrambe queste qualità: aveva argomenti da narrare e lo faceva con la bellezza della sua scrittura. Con i suoi libri è sempre riuscita a interessare il lettore, ora con una storia bella e intrigante, ora affrontando temi spinosi e difficili come l’immigrazione, il rispetto per le persone, l’amore, il problema della droga, la malavita, fino al terrorismo internazionale. È quanto evidenzia anche Johan Galtung nella sua bella prefazione al romanzo Il capolavoro. Ma Lucia de Cristofaro oltre a essere stata una brava scrittrice è stata anche una giornalista preparata e impegnata capace di cogliere e denunciare il malessere sociale, gli eccessi, le prevaricazioni, la violenza sulle donne. Queste due anime, quella della scrittrice e quella della giornalista, si fondono ed emergono costantemente dai suoi romanzi, tanto da renderli più interessanti, più avvincenti e gradevoli da leggere. Ma nei suoi libri ha affrontato anche temi filosofici come quello della felicità. Un tema caro ai filosofi di tutte le epoche. Lucia de Cristofaro nel suo romanzo L’Ottavo Giorno riflette intorno alla felicità. Che cosa è la felicità? Dove si trova e quando possiamo ritenerci felici? E per quanto tempo? E ancora: la felicità è un qualcosa di soggettivo o di oggettivo? Ma da dove derivavano alla nostra scrittrice e giornalista tutte queste conoscenze e tutti questi interessi? La risposta è semplice: dalla sua perenne curiosità restata allo stato puro, dalla sua attenzione per le cose che le accadevano intorno, grandi o piccole che fossero, e soprattutto dal suo amore sincero per il prossimo.





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