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KINGSLEY BEN-ADIR

La strada giusta

di Laura Fiore

Numero 248 - Marzo 2024

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È uno dei film più attesi del 2024, uscito da poco nelle sale, in questa pellicola avremo modo di conoscere Bob Marley come mai fatto prima d’ora


Durante la première tenutasi a Los Angeles il mese scorso il regista del biopic “Bob Marley: One Love” Reinaldo Marcus Green ha sostenuto che il leggendario esponente della musica reggae morto nel 1981 all'età di 36 anni "è il volto più riconoscibile del pianeta dopo Gesù”. -taglio- Un’affermazione d’impatto che ha portato tutti a chiedersi quindi chi fosse l’attore perfetto per interpretare un personaggio storico di questa portata e la risposta è stata una: Kingsley Ben-Adir. Sì, è lui ad interpretare il celebre artista jamaicano e se vi state chiedendo dove avete già visto questo attore vi basti sapere che ha recitato in “Peaky blinders”, “Barbie”, “World War Z”, solo per citarne alcuni. Ben-Adir è nato a Londra da padre inglese e madre trinidadiana, ha frequentato la William Ellis School e si è laureato nel 2011 alla Guildhall School of Music and Drama. La sua passione per la recitazione nasce da bambino, proprio come ci racconterà lui stesso in questa intervista, e non avrebbe immaginato di farne una vera e propria professione. Il ruolo di Bob Marley è sicuramente il più importante della sua carriera e noi di Albatros Magazine ci siamo fatti raccontare in esclusiva come ci si sente ad essere il nome del momento. “Bob Marley: One Love”, cosa hai pensato quando ti hanno comunicato che avresti interpretato il protagonista? “Pensavo fosse uno scherzo! Erano passati mesi da quado avevo fatto il provino, e per quanto sapevo di essermi impegnato davvero tanto non mi ero creato nessuna aspettativa, per evitare ‘la delusione’ poiché l’idea di partecipare ad un progetto simile mi entusiasmava parecchio. Quando il mio agente mi ha confermato che la parte era mia tremavo dall’emozione… per me è stato un onore poter interpretare un artista del genere, cioè chi non ha amato e ama Bob Marley?” Hai dichiarato che per prepararti ad interpretare Bob Marley hai cercato di calarti totalmente nello stile di vita dell’artista abbracciando la sua filosofia… “Esatto, ho avuto la possibilità di interfacciarmi anche con la sua famiglia per cercare di farmi raccontare qualche dettaglio non conosciuto su di lui, come fosse nella quotidianità. Dopo mesi passati a studiare ed a contatto con la realtà in cui è cresciuto Bob Marley ho capito che la spiritualità rivoluzionaria e l’impegno politico tradotto nel movimento musicale reggae sono stati i temi fondamentali della vita di Bob Marley. Quando si parla di lui non si può separare la musica dal messaggio, lui ha ‘utilizzato’ la musica reggae come mezzo per promuovere la pace, l’amore e l’unità nella sua cultura giamaicana e in tutto il mondo.” Oltre alla recitazione, ti sei messo in gioco interpretando anche le canzoni personalmente... “Sì, non immaginavo di fare questo film diversamente. Dal mio punto di vista non avrebbe avuto senso interpretare questo ruolo senza mettermi in gioco totalmente; non è stato semplice cimentarsi nel canto, o meglio, inserire quello swag tipico del suo modo di cantare ed interpretare, ma come ho detto prima: quando capisci cosa dice Bob nelle sue canzoni, quando ti rendi conto che sta parlando di Dio, sta cantando per Dio attraverso di lui, allora tutto acquisisce un senso diverso.” Hai inoltre sottolineato quanto sia stato parte integrante della “formazione musicale” personale la produzione di Bob Marley, nonostante tu l’abbia apprezzato postumo come molti tuoi coetanei. Cosa ha rappresentato per te la sua musica? “La risposta è già nella domanda: il fatto che noi che non abbiamo vissuto nello stesso periodo di Bob Marley ma conosciamo comunque la sua musica ed il messaggio che ha voluto diffondere in tutto il mondo, ti fa capire la potenza di quest’artista in un mondo in cui non esisteva internet, social o simili, era tutto basato sul passaparola. In generale nella mia famiglia la musica è stata sempre una componente molto presente, ricordo che spesso si accendeva la radio e si ballava tutti insieme… forse non è un caso che io mi sia ritrovato ad interpretare questo ruolo!” Credi nel destino? “Forse dire che credo nel destino è esagerato, però sono convinto che nella vita se assumi un atteggiamento positivo attiri cose positive prima o poi. Non sono mai stato di quelli che si piangono addosso, anzi, i fallimenti mi hanno sempre spronato a fare di più e soprattutto a capire quale fosse stato l’errore. Dopo tanti anni passati a studiare, a mettermi continuamente in discussione, sono fiero che le recensioni sulla mia interpretazione siano state positive, ma non è una questione di ego… è semplicemente il segno che sto andando nella giusta direzione!” Perché qualche volta hai pensato di essere sulla rotta sbagliata? “Nì. È insito in ognuno di noi il dubbio, e magari qualche volta mi sono interrogato circa la mia scelta di dedicare tutto alla recitazione fin da subito, senza mai nemmeno pensare ad un piano b. Allora quando cresci, avverti il senso di responsabilità ed inevitabilmente ti fermi un attimo a pensare se sia il caso anche solo di ipotizzare una possibile alternativa. Ti dico subito, però, che questa cosa è durata nella mia testa un quarto d’ora! Mentre ci pensavo un secondo dopo ho switchato in ‘amo recitare non ho bisogno di un piano b!’ ed eccomi qui alla prima del biopic su Bob Marley!” In definitiva quindi cosa ti porterai con te da questa esperienza? “L’approccio alla vita pacifico. Una delle cose che mi ha stupito di più studiando Bob Marley e parlando con la sua famiglia è stato il suo essere sempre pacifico nonostante non avesse paura di esporre il proprio pensiero davanti a milioni e milioni di persone. Vorrei provare ad avere questa forma mentis anche nel mio quotidiano, anche quando qualcuno ti fa una scortesia, reagire con un modo ‘rilassato’ ma non per questo ‘da stupido’.”

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