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Jazz militante

di Antonino Ianniello

Numero 245 - Novembre 2023

Musica e impegno politico e sociale convivono da sempre nell’universo artistico di Daniele Sepe, nome storico del sax Made in Napoli


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Anni '70. Alla Galleria Principe di Napoli si esibivano i Napoli Centrale, con James Senese al sassofono, Franco Del Prete alla batteria, Mark Harris al piano e Tony Walmsley alla chitarra ed al basso.-taglio- Sotto al palco un adolescente che da quella sera avrebbe deciso di sposare il sax per tutta la vita: Daniele Sepe. Sassofonista, agguerrito attivista politico, nel passato vicino ad Autonomia Operaia. Spirito anarchico. Sepe, egregio musicista e compositore nasce nel quartiere Posillipo a Napoli nel 1960. A soli sedici anni, nel 1976 partecipa allo storico disco ‘Tammurriata dell’Alfasud’ dei Zezi, gruppo operaio di Pomigliano d’Arco. Si diploma in flauto al Conservatorio ‘San Pietro a Majella’ di Napoli. Dopo alcuni anni di esperienza prima come flautista classico di musica barocca e contemporanea, poi come sassofonista turnista, nel 1990 realizza il suo primo album autoprodotto: ‘Malamusica’. Nel 1993 collabora con la band napoletana 99 Posse nell’album ‘Curre curre guagliò’ venendo citato nella canzone ‘Ripetutamente’. I suoi album incontrano subito il parere favorevole della critica, ma è soltanto col quarto, ‘Vite perdite’, realizzato dalla Polo Sud Records nel 1993 e distribuito in tutto il mondo dall’etichetta tedesca ‘Piranha’, che le vendite decollano. Nel 1996 pubblica ‘Viaggi fuori dai paraggi’, la sua prima antologia, che segna l’inizio della collaborazione con ‘Il Manifesto’ che durerà sino al 2007. L’album ‘Lavorare Stanca’ poi, nel 1998 gli fa ottenere ‘la Targa Tenco’ come migliore album in dialetto. Nel 2015 fonda il un collettivo: ‘Capitan Capitone e i fratelli della Costa’ con cui pubblica tre album, contemporaneamente inizia la sua collaborazione live in Napoli Trip di Stefano Bollani. Nel 2019 pubblica un album dedicato al sassofonista argentino Leandro “Gato” Barbieri. Nello stesso anno collabora agli arrangiamenti dell’album di Vinicio Capossela “Ballate per uomini e bestie” che vince la targa Tenco come miglior album in assoluto. Tra le sue collaborazioni con altri musicisti Stefano Bollani, Roberto Gatto, e con registi cinematografici e teatrali di enorme spessore quali Mario Martone, Gabriele Salvatores, Dario Ferrario Enzo D’Alò Renato Chiocca, Terry Gillam Gianfranco Pannone, Antonietta De Lillo. È difficile tanto cercare di definire la sua musica anche perché Daniele di destreggia tra reggae, folk, world music, jazz, rock, fusion, blues e musica classica … una sua caratteristica costante è il mood che in tanti definiscono vicino a Frank Zappa al quale sarebbe vicino al modo di affrontare la scrittura e l’arrangiamento. Lui definisce così il proprio stile: «La musica è fatta di tante cose molto diverse fra di loro, così come fa un bravo regista affrontando diversi generi, pensa a Kubrick, dall’horror alla fantascienza ad un film storico, tutti fatti bene, io spero di fare cose molto diverse fra di loro e tutte fatte bene.» Nel 2023 ritorna (dopo tanto lavoro ed altri album realizzati, che lo consacrano tra i più prestigiosi sassofonisti reperibili) con un disco ‘Poema 15’, realizzato per l’etichetta ‘Encore Music «L’undici settembre del 1973 in Cile un colpo di stato militare, supportato dalla Cia e dal governo degli Stati Uniti, metteva fine all’esperienza dell’Unidad Popular di Salvador Allende. -taglio2-In pochi mesi migliaia di studenti, lavoratori, sindacalisti vennero imprigionati, torturati ed assassinati, molti furono fatti sparire, come nell’Argentina di Videla. Tra essi il poeta e musicista Victor Jara. Pablo Neruda morì dieci giorni dopo il golpe, probabilmente avvelenato nell’ospedale in cui era ricoverato. A 50 anni da quei giorni terribili noi vogliamo ricordare entrambi, la magnifica musica e i versi scottanti della musica popolare e politica latino americana» Poema 15 si configura come un caleidoscopio di suoni, colori, ritmi e suggestioni, intriso di spiritualità, che immerge l’ascoltatore in un immaginifico viaggio volto a scoprire le bellezze culturali del mondo. ‘Poema 15’ è la nuova creatura discografica dell’originalissimo, ardimentoso e vulcanico polistrumentista e compositore Daniele Sepe, che in questo meraviglioso viaggio, dove si sente di tutto (dal folk al jazz) è accompagnato, da ben ventisette formidabili compagni d’avventura: Emilia Zamuner (voce), Ginevra Di Marco (voce), Sandro Yoyeux (voce e chitarra), Paolo Romano ‘Shaone’ (voce), Enzo Gragnaniello (voce), Rubina Della Pietra (voce – cori), Cristian Vollaro (voce – cori), Antonio Valentino (voce – cori), Marcello Squillante (voce – cori), Antonello Iannotta (voce – cori e percussioni), Facundo Quënse (quena - strumento musicale noto come il flauto delle Ande -), Daniele Di Bonaventura (bandoneon), Vincenzo Racioppi (charango, cuatro e mandolino), Francesco Scelzo (chitarra), Roman Gomez (chitarra), Franco Giacoia (chitarra), Alessandro Morlando (chitarra), Peppe Cozzolino (organo Hammond), Peter De Girolamo (synth e Fender Rhodes), Piero De Asmundis (pianoforte e Fender Rhodes), Massimo Moriconi (basso e contrabbasso), Massimo Cecchetti (basso), Aldo Vigorito (contrabbasso), Robertinho Bastos (percussioni), Massimo Del Pezzo (batteria) e Daniele Chiantese (batteria). La tracklist consta di dieci brani autografati da diversi autori. L’atmosfera tirata fuori da Daniele in ‘Poema 15’ in ‘Sueño con Serpientes’ (di Silvio Rodriguez) è magnetica. L’interpretazione di Emilia Zamuner, a tratti velatamente teatrale, è ispirata, calorosa, adornata da un timbro ammantante e impreziosita da un raffinato tappeto armonico-ritmico. Canzone per Jara (Paolo Romano – Daniele Sepe) è un accorato urlo alla ricerca della tanto agognata libertà, enfatizzato da un ritmo accattivante. In Italia Bella Mostrati Gentile (Tradizionale – Daniele Sepe) brilla l’anima folk di Daniele Sepe. L’eloquio di Peter De Girolamo (al synth) è vertiginoso, ornato da corroboranti virate nell’ out playing. ‘Poema 15’ rappresenta il manifesto dell’inclusione culturale e sociale espresso in parole e note, narrato e descritto attraverso una veracità comunicativa che colpisce profondamente. Il tutto speziato con colorazioni talvolta ancestrali, nuance evocative e, al tempo stesso, con sonorità moderne. Un’esplosiva miscellanea, dunque, che sintetizza brillantemente la fascinosa e prorompente personalità artistica del giovane che era sotto il palco dei primi Napoli Centrale. Daniele Sepe deve essere presente in tutte le collezioni di dischi degli appassionati di ‘jazzhistory’





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