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Irma Testa

di Gaetano Magliano

Numero 240 - Maggio 2023

Negli ultimi anni la sua carriera è stata un crescendo costante, portando la campionessa campana ad un nuovo livello e ad una nuova fase dentro e fuori dal ring


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Irma Testa. Sicuramente avrete già sentito questo nome, soprattutto nelle ultime settimane, avendo la giovane campionessa campana ottenuto un titolo storico per la sua disciplina: la boxe. Quella di Irma è una storia incredibile; è stata la prima pugile italiana alle Olimpiadi di Rio 2016, a 18 anni, la prima sul podio olimpico, bronzo a Tokyo 2020, e la prima a segno in tutte le rassegne.-taglio- L’ultima grande impresa di Irma Testa è stata quella di aggiudicarsi a 25 anni l’oro al Mondiale di pugilato, conquistato nella categoria 57 kg battendo 5-0 la kazaka Ibragimova. Il suo percorso inizia quando una giovane Irma dodicenne si avvicina per la prima volta ad una palestra, come lei stessa racconta nel suo contesto sociale non c’erano molte alternative all’epoca, inoltre i suoi genitori dovevano lavorare per poter mantenere la famiglia, così incontrando Lucio Zurlo è riuscita a trovare il suo spazio, divertendosi ed allo stesso tempo impegnandosi in “qualcosa”. Lo stesso maestro fin da subito ha capito che la ragazzina era potenzialmente una campionessa, infatti a 14 anni la Testa è già in Nazionale e poco dopo le arriva la proposta di trasferirsi per passare al livello professionistico. Da quel momento non si è più fermata, e il suo coraggio è emerso anche fuori dal ring quando la Testa ha fatto coming out durante una conferenza stampa e fiera ha raccontato il suo percorso e la serenità di vivere la propria sessualità liberamente. Una donna d’oro in qualsiasi contesto, noi di Albatros l’abbiamo incontrata in esclusiva. Partiamo subito dall’incredibile vittoria che ti ha visto protagonista a Nuova Delhi, cosa hai provato? “È stata l’emozione più bella della mia vita! Soprattutto perché l’anno scorso avevo mancato questo obiettivo per un pelo, ho quindi affrontato gli allenamenti con l’idea di ritornare in finale e stavolta avere la meglio… per fortuna così è stato! So essere molto determinata e testarda, se mi metto in testa una cosa non mollo fino a quando non ottengo il risultato voluto.” Quali sono state le differenze con la gara dello scorso anno? “L’approccio mentale. Ho rivisto la finale dello scorso anno più volte e ne è emerso che in quel momento ero insicura e intimorita, più attenta a non fare errori che a portare i colpi. Stavolta, invece, mi sentivo consapevole delle mie capacità e ho cercato di non focalizzare l’attenzione sulla mia avversaria bensì su me stessa. Sul ring mi sentivo in una specie di bolla, tutti i rumori esterni erano ovattati e nella mia testa c’era solo il pensiero dei movimenti che dovevo fare, ho preparato questa gara in maniera meticolosa.” Hai iniziato questo sport da giovanissima, cosa rappresentava per te il pugilato da adolescente e cosa, invece, rappresenta per te adesso? “Ho iniziato a dodici anni e all’epoca era un divertimento, un passatempo. Diciamo che il pugilato era come un amico fidato: quando non sapevo cosa fare o dove andare, ecco che mi piazzavo in palestra. Poi man mano ho capito che ero portata, e mi piaceva l’idea di essere ‘la prima’ a fare qualcosa del genere nel mio quartiere. -taglio2- Ammetto che fondamentale è stato il sostegno della mia famiglia e del mio primo allenatore, ricordo che quando mi proposero di trasferirmi ad Assisi per praticare il pugilato seriamente non sapevo come dirlo a mia madre per paura di una sua reazione negativa. Invece, mi abbracciò forte e mi disse ‘Vai, sei pronta per crearti il tuo futuro!’. Adesso il pugilato è la mia vita, attraverso questo sport ho vissuto momenti incredibili e conosciuto tantissime persone: da amico è diventato un vero e proprio amante! Sei andata via di casa a soli quattordici anni, come definiresti il percorso fatto finora? “Difficile! Anche se devo riconoscere che ho sempre avuto un forte spirito di adattamento; ad Assisi mi sono abituata a tutto molto velocemente: ritmi, orari, dieta, allenamenti. L’unica cosa complicata è stata la mancanza della mia famiglia, ma col tempo ho imparato a gestire la distanza. Per il resto sono una ragazza semplice, faccio quello che fanno tutte alla mia età!” Tra i tuoi momenti più celebri, oltre le fantastiche vittorie sul ring, c’è stato anche il coming out. Da cosa è nata l’esigenza di ufficializzare su scala nazionale il tutto? “Hai detto bene, ufficializzare su scala nazionale, perché in realtà le persone a me care già lo sapevano da tempo quindi per loro non è stata una novità. La questione del ddl Zan, l’applauso dei senatori quando non passò in Parlamento, mi hanno portato a guardare con ammirazione chi combatteva questa battaglia per aiutare i più deboli: quindi ho voluto espormi. Mi sarei sentita una codarda se non l’avessi fatto e pensavo che il mio coming out si portasse dietro altre ragazze, così non è stato. Sono, però, fiduciosa… mi rendo conto che non è semplice e so che la strada da percorrere è ancora lunga, ma credo che chi come me è un personaggio in vista abbia il dovere di sensibilizzare ed aiutare le persone che magari vivono una condizione di disagio.” Ritornando alla boxe, ha dichiarato che il suo prossimo obiettivo sono i Giochi di Parigi 2024… “Sì, ma al momento c’è una piccola incombenza da dover gestire: la Federazione mondiale del pugilato e il Comitato olimpico internazionale sono in conflitto. Al Cio non piace la gestione dell’Iba e le ha tolto l’autorità di decidere il programma olimpico della boxe, affidandolo a una commissione esterna. Morale: in teoria l’oro mondiale dovrebbe valere come qualificazione all’Olimpiade ma in assenza di certezze a giugno dovrò fare i Giochi europei… ma non mi lascio influenzare da queste cose, quindi adesso penso ad allenarmi per essere pronta alla prossima competizione qualsiasi essa sia.”





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