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I misteri di Sansevero

di Emanuela Chiumeo

Numero 248 - Marzo 2024

Alla scoperta dei segreti che il principe Raimondo di Sangro, inventore, non svelò mai, grazie alle illustrazioni di Daniela Pergreffi nel percorso espositivo “Havarec”


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Il principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, i suoi esperimenti e i tanti misteri irrisolti, a 253 anni dalla sua morte, continuano ad affascinare non solo il pubblico che quotidianamente visita la Cappella Museo e il suo Cristo velato,-taglio- nel centro storico di Napoli, ma anche chi cerca di penetrare nel suo mondo attraverso gli scritti a noi pervenuti. Ad essere ammaliata dall'operato del principe è l’illustratrice emiliana Daniela Pergreffi, insegnante all'Accademia di Belle arti di Napoli, che attraverso 14 opere accolte nello spazio della OFF Gallery del collezionista d’arte Beniamino Manferlotti, adiacente il Museo della Cappella Sansevero, prova a fornire una rappresentazione visiva dei principali esperimenti, focalizzandosi anche sui particolari che ci riportano alle ambientazioni dell'epoca. L'artista, nel mostrarci alcune illustrazioni, ci fa notare i dettagli estetici di alcuni strumenti utilizzati dal principe, taluni un po' baroccheggianti pur essendo strumenti di lavoro. "La scelta degli esperimenti che hanno ispirato le illustrazioni", ci dice Daniela Pergreffi, "è stata condizionata dall'ampiezza del materiale testuale e di archivio a disposizione". La mostra, realizzata con la curatela della direttrice del Museo, Maria Alessandra Masucci, aiuta il visitatore ad addentrarsi e a meglio comprendere la varietà degli esperimenti realizzati dal principe nel campo delle scienze e delle arti, proprio perché "frutto accurato dello studio di documenti storici, nel tentativo di comprendere tecnologie e procedimenti nascosti dietro ai prodigi raccontati nei testi pervenutici". -taglio2- Farmaci miracolosi, cera vegetale, gemme artificiali, la spegazione scientifica del miracolo di San Gennaro (lo scioglimento periodico del sangue contenuto in un'ampolla), il vetro colorato, il lume perpetuo, sono solo alcuni degli esperimenti, delle invenzioni, raffigurati nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi. In ciascuna tavola la presenza di impronte di oggetti quotidiani, segni, materiali di recupero, contribuisce a mantenere "l'atmosfera onirica delle raffigurazioni, preservando il lato leggendario di Raimondo di Sangro e della sua vita". Nel corso della visita, l'attenzione cade anche su una tavola rappresentativa di una redingote, a testimonianza dell'operato del Principe anche nel settore manifatturiero e dell'impermeabilizzazione. La redingote impermeabile, rappresentata in una delle tavole, era stata utilizzata dal re Carlo di Borbone nel corso delle sue battute di caccia. Il percorso espositivo "Havarec", termine precolombiano con cui amava definirsi l'inventore, può concludersi o iniziare dalla Cappella di Sansevero, dove è esposta l'illustrazione rappresentativa della Carrozza Marittima (una sorta di pedalò dell'epoca) presente in una teca, il tutto affiancato dall'incisione settecentesca di Giuseppe Aloia, unica rappresentazione iconografica corrispondente al periodo in cui visse il Principe di Sangro, letterato, primo gran Maestro della Massoneria napoletana e soprattutto grande inventore.





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