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Era mia madre

di Adriano Fiore

Numero 241 - Giugno 2023

Il nostro saluto ad una GANDE DONNA


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La donna che oggi non c’è più era mia madre. Non tutti tra le migliaia di nostri collaboratori, scrittori, inserzionisti e amici lo sapevano. Un coming out familistico che alcuni potrebbero ritenere anormale, ma che dice forse tutto su chi era davvero Lucia de Cristofaro, una self made woman che aveva imparato a farsi forza da sola dinanzi alle sfide della vita, e più di tutte era stata proprio questa la lezione che aveva voluto lasciare a noi suoi figli, me e mia sorella Laura.-taglio- “Ah, ma quindi tu sei il figlio di Lucia”: non sapete quante volte me lo sono sentito dire, e sempre molto dopo che la conoscenza con l’interlocutore si era approfondita ed il legame diventata evidente. Alla frase, poi, seguivano sfilze di complimenti per una donna quasi da tutti descritta come “una forza della natura”, il che non poteva che rendermi fiero ed orgoglioso. Tornando a me, la lezione era che dovevo farcela da solo: ricevere complimenti e gratificazioni per quello che facevo, per i risultati che riuscivo a raggiungere e gioire dei successi se mai fossero arrivati, senza mai accontentarmi o darmi per vinto. Certamente, sarebbe stato per lei impensabile farmi trovare la strada spianata solo per “chi” ero, che in un mondo ancora inevitabilmente figlio degli anni ’80 e ’90 come quello del giornalismo e dell’editoria avrebbe suonato tanto come “il solito raccomandato”. Sia io che mia sorella possiamo oggi dire con forza che ce l’abbiamo fatta ad acquisire a pieno l’insegnamento di nostra madre: tanta è ancora la strada da fare ma entrambi crediamo di averne percorso già un tratto sufficiente da poterci almeno far dire a tutti chi siamo, e chi, da neanche troppo lontano, nell’ombra ci ha sorretto, consigliato, corretto la rotta ed indicato il cammino. Il mondo ha perso una donna unica, e questo non lo dice il figlio addolorato ma il testimone di una vita, impegnata sempre a prendersi cura del prossimo, per professione o nel tempo libero, tra i bambini a scuola, il Rotary Club, l’Ordine dei Templari e le mille altre iniziative nel sociale che l’hanno vista protagonista. Il tempo, invece, che dedicava a sé, era rivolto alla scrittura, forse la sua prima passione, che da quel romanzo “La doppia vita di Rosalin” pubblicato nel ’98 le ha aperto le porte di un mondo, quello della letteratura, che come anche tutti gli altri ha sempre provato a stringerla a sé per progetti sempre più ambiziosi e coronati dal successo. Un’altra frase chiave di tutti questi anni che invece ho sentito rivolta a lei è stata: “Ma quando trovi il tempo per stare a casa?”, facendo sottendere la possibilità che tutte queste attività le facessero mettere in secondo piano la sfera familiare e, di conseguenza, il suo ruolo di moglie e madre. -taglio2- Lucia de Cristofaro se ha fatto tanto fuori dalle mura domestiche, ha fatto molto di più all’interno di esse, creando a suo modo un legame unico con noi figli e portandoci a desiderare null’altro che riuscire, al fine, ad essere almeno in parte come lei, piena di vita, unica, inarrestabile ed instancabile. Lucia, per tutti, sembrava invincibile, ed enorme è stato difatti lo sgomento per le migliaia di persone che hanno appreso la notizia della sua dipartita, pensando che neanche la malattia più grave avrebbe potuto sconfiggerla. Mia nonna, sua madre Rosa, quando eravamo ancora piccoli, ricordo che al suo continuo entrare e uscire da casa le diceva in tono scherzoso: “Quando la morte verrà a cercarti, probabilmente non ti troverà”. Nelle ultime settimane non ho fatto altro che ripensare a questa frase, sperando che quella saggezza mista a scherno potesse avere un fondo di verità. Alla fine non c’è stato nulla da fare, quel vortice di impegni, interessi, idee e raccomandazioni si è allontano in mare aperto fino a svanire all’orizzonte. Forse è andata perdendosi in quell’“orizzonte di senso”, usando una allegoria da lei coniata e che inseriva a mo’ di firma un po’ in tutte le sue produzioni letterarie. Ma se anche così fosse, siamo certi che il senso di una tale prematura scomparsa resterà per sempre a tutti noi oscuro, lasciandoci solo le certezze che lei stessa ha voluto donarci con il servizio reso alla vita. E tra queste, ora come ora, me ne viene orgogliosamente soltanto una da citare e riaffermare con forza: Lucia de Cristofaro era mia madre. È un numero intriso di tristezza questo di giugno 2023 di ALBATROS. In copertina l’ultimo saluto alla nostra fondatrice, la Presidente Lucia de Cristofaro, che in questi 23 anni è stata l’anima del nostro progetto editoriale. Le abbiamo dedicato alcune pagine, che nel suo riserbo mai ci avrebbe permesso di dedicarle mentre era fra noi, semplicemente per ricordare ancora una volta a tutti chi era, i tanti traguardi raggiunti, e semplicemente dirle un GRAZIE INFITE dal cuore di tutti noi. ELLE FANNING, CLAUDIO BAGLIONI, ANDREA SANNINO, LUCA ABETE, ANTONIO DI LALLO e PAOLA ENOGU sono poi solo alcuni dei personaggi che riempiono come sempre le tante altre pagine di un Magazine che, anche senza il suo storico Direttore, porteremo avanti nel suo nome e nella sua idea di giornalismo libera e fiera di esserlo. Vi aspettiamo su albatrosmagazine.net o acquistate la vostra copia su AMAZON





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