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Di vinile e altre storie

di Maresa Galli

Numero 247 - Febbraio 2024

Nicola Iuppariello ha pubblicato un saggio per tutti gli appassionati di musica nell’epoca dei social


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Nicola Iuppariello, ideatore di “DiscoDays”, la fiera del disco e della musica a Napoli, imperdibile momento di incontro per tutti gli appassionati, ha pubblicato il saggio “Di vinile e altre storie” (Capponi editore), racconto completo sul mondo del vinile e della musica, visto nel contesto contemporaneo. -taglio- Collezionista, promotore culturale e produttore, Iuppariello ha promosso la diffusione della cultura della musica e dell’ascolto. Il libro segue altri due progetti dell’autore: il saggio “Il vinile al tempo dell’iPod” (2012) e il docufilm “Vinilici. Perché il vinile ama la musica” (2018). Le domande che si pone Iuppariello partono dal senso che ha oggi il disco in vinile, sul suo ritorno sul mercato e sul suo valore economico, sull’interesse dei giovani e dei social, sulle nuove modalità di ascolto e di fruizione della musica. Il libro, prefato da Fabio Zuffanti, scrittore, musicista e critico musicale, è suddiviso in nove sezioni, come nove tracce, ed è arricchito dalle opinioni, “bonus tracks” di addetti ai lavori, da Ferdinando Frega (QueenMuseum.com) alla cantautrice Jenny Sorrenti, da Ludovica Trupia (Hifeelings.it) a Carlo Lecchi (Associazione Vinile Italiana) e ancora altri esperti del settore. Zuffanti fa il punto su passato e presente del vinile tornato alla ribalta. Nostalgia dell’adolescenza a caccia di vinili, in giro per negozi, dischi da scambiare con amici e per aprire la mente, “in quella sorta di epifania che si prova quando qualcosa entra in risonanza con la tua anima”. I giovani, oggi, dovrebbero comprendere la differenza tra un vinile e lo streaming. La musica fa girare il mondo – basti pensare a quando il mondo si è fermato causa lockdown. L’autore racconta la storia di collezionisti, che preservano l’arte per trasmetterla, rivolgendosi a coloro che condividono la magia di ascoltare un disco, di crearsi la propria “wishlist”, apprezzandone il valore storico e artistico. -taglio2- Come non sottolineare la bellezza di celebri copertine che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte e del costume, esposte anche nei musei? Molti dischi sono ricordati più per la cover che per la musica. Nel nostro tempo la musica cambia a seconda del mezzo che la veicola. Viviamo sommersi in un mare di musica e il “pulp sonoro” quotidiano non appaga la sfera sensoriale, ma anzi, può sortire effetti negativi come ansia e cattivo umore. È bene far comprendere ai giovani la differenza tra un ascolto senza concentrazione ed uno attento così da attivare il pensiero ed i sensi, le emozioni. Non bisogna credere che gli amanti del vinile siano tutti vecchi bacucchi, come dimostrano personaggi quali Ludovica Trupia (Hifeelings.it) che condivide la sua passione per l’ascolto su riviste specializzate e sul suo blog. L’auspicio dell’autore è anche quello che, oltre alle multinazionali, i musicisti possano ottenere equi guadagni con la loro musica, argomento affrontato anche da David Byrne nel suo libro “Come funziona la musica”. In una società ideale la musica dovrebbe essere sostenuta dallo Stato al pari di sanità e trasporti. Oggi il vinile è ritornato oggetto cult e centinaia sono i profili ed i gruppi ad esso dedicati sui canali social. In un’epoca di bombardamento di notizie di tutti i tipi, “il vinile, con la sua ritualità, ci restituisce i tempi necessari per il suo ascolto e un’opportunità per essere presenti, nel qui e ora”. Il vinile è un hashtag di tendenza, ed oggi, superato il cd, è l’unico supporto: “ieri il jukebox e il 45 giri, oggi lo smartphone e il vinile”, scrive Iuppariello. Il vinile è il nuovo mezzo di condivisione e partecipazione ad un evento, come un incontro tra amici e fan dagli stessi gusti. Il futuro della musica è in chi l’ascolta, conclude l’autore. Il vinile rappresenta l’alternativa all’ascolto della musichetta, crea empatia, emozioni profonde, restituendo valore al tempo da dedicare a se stessi per arricchirsi, perché le nostre scelte raccontano chi siamo.





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