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Astuzie della memoria

di Pasquale Matrone

Numero 239 - Aprile 2023

Sorpresa da insospettata e violenta tempesta, la mente, in un estremo tentativo di salvarsi, spesso si aggrappa con forza ai ricordi


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Sorpresa da insospettata e violenta tempesta, la mente, in un estremo tentativo di salvarsi, spesso si aggrappa con forza ai ricordi: cerca soccorso e risposte nelle maglie del tempo: nell’esile corda che lega presente e passato. Si sforza di individuare il continuum, il mastice che aggrega, granello dopo granello, gli istanti che, nonostante le cesure, sono riusciti a farsi coscienza, -taglio- ‘Io consapevole’. L’ Io di oggi è la somma di questo quasi ininterrotto movimento, la risultante e il risultato; è l’illusione di esserci di un numero infinito di creature sparse sulla terra. Pure se in apparenza procede in maniera disordinata, la memoria ha comunque una sua ‘astuzia’: toglie, aggiunge, trasforma; elimina il doloroso, l’innominabile, il segreto, il superfluo... Riaggiusta i conti con la realtà: cura, lava, guarisce; fa di tutto per ridare forza, fiducia e luce all’anima anche quando sembra ormai quasi rassegnata a lasciarsi travolgere dagli eventi. Non sempre, però, la mente riesce a mantenersi vigile: alcuni fotogrammi le sfuggono, sottraendosi a ogni forma di controllo, scorrono veloci, trascinati dall’impeto di una corrente libera da qualsivoglia ostacolo. Altri, invece, rimangono nel fondo melmoso, lontani dalla luce, che li teme e che temono, forse. La psicologia indaga i meccanismi, formula ipotesi, spiega, fornisce soluzioni... L’acqua, intanto, scorre: il fiume si ingrossa, avanza con furia, spavaldo, trascina con sé detriti, ciottoli levigati, tronchi, rami, foglie. -taglio2- Solo col passare degli anni, la mente acquista la capacità di staccarsi dalla pesantezza della terra per dirigere il proprio occhio verso altri orizzonti: costellazioni, galassie, buchi neri, stringhe, neutroni, elettroni, neutrini, quasar, via lattea, asteroidi, comete… Costruisce teoremi, filosofie, paradigmi… E vola. Come aquilone, s’innalza, sfiora le nuvole, le trafigge, si spinge oltre. Inquieta, vorrebbe sapere di più. La vita non può finire senza una spiegazione… Finire? Finiscono, le cose? Cosa resta degli uomini? Che cosa è la memoria che seleziona torrenti, canali, frammenti, scheletri di piante, sassi? Dove sono quelle cose, ora? Solo nella memoria di una piccola e anonima creatura. Quella stessa destinata a dissolversi e a farsi cenere da restituire al vento. Vita e memoria sono un’illusione, dunque? Gli uomini sono solo attori su un palcoscenico fittizio destinato a dematerializzarsi? Onesta, la ragione tace. Il resto è atto di fede, metafisica. Niente rimane com’è nell’istante in cui, per l’unica volta, è stato percepito. Solo il presente è vero. Forse.





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