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Antonio Conte

di Joanna Irena Wrobel

Numero 241 - Giugno 2023

“Carismatico, entusiasmante e senza falsa modestia: bravissimo!”


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Il cromatismo intenso della Pop Art, lo spirito umoristico del Dada, anima scanzonati giochi di parole e costanti contaminazioni interdisciplinari. Un Artista, che ama definirsi: “Carismatico, entusiasmante e senza falsa modestia: bravissimo!”.-taglio- Un Uomo poliedrico, profondo, empatico, gioioso, giocoso, che con la sua continua ricerca artistica spazia dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alla fotografia. Antonio Conte (1981, Napoli) si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli (2009). La musica è il suo primo vero amore, ma poi, sperimentando vari percorsi, si dedica a tempo pieno all’arte figurativa. Il suo medium preferito rimane la pittura, che gli consente di consolidare le radici della propria formazione e di maturare una personale cifra stilistica. Una incessante ricerca di medium espressivi e di un linguaggio consone, lo portano ad alternare l’uso di materiali tradizionali, come tela o tavola, con altri meno convenzionali e poveri, come giornali, scatole di cartone delle multinazionali, carta da pacchi, locandine, manifesti, spesso recuperati in strada. Donne allo specchio, pesciolini rossi, sole splendente, lucenti ghiacciai, mare ambiguo, rifiuti accatastati, diventano il centro del suo interesse. Soggetti scelti con cura, a lungo studiati nelle inquadrature inusuali, pervasi da cromie vivide ed esplosive, compongono le opere pittoriche, talvolta di grandi dimensioni. Segni rapidi, decisi, nervosi, accomunano tutte le immagini, anche quando la tecnica di esecuzione presuppone una lunga elaborazione. L’interesse del Conte per i mezzi contemporanei di comunicazione e la dilagante “civiltà dell’immagine”, trovano espressione in diversi cicli pittorici come: “Facce da Facebook” (2009-2014),” The Truman Show – La vita segreta di due pesciolini napoletani” (2012-2013) e “Artisti in Quarantena” (2014). Gli anni difficili della pandemia segnano il passaggio decisivo da tematiche sociali ad una ricerca più intimista, cominciata già nel 2019 e stimolata da un lungo e forzato isolamento. Il cromatismo intenso della Pop Art, lo spirito umoristico del Dada, anima scanzonati giochi di parole e costanti contaminazioni interdisciplinari. Un Artista, che ama definirsi: “Carismatico, entusiasmante e senza falsa modestia: bravissimo!”. Un Uomo poliedrico, profondo, empatico, gioioso, giocoso, che con la sua continua ricerca artistica spazia dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alla fotografia. Antonio Conte (1981, Napoli) si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli (2009). La musica è il suo primo vero amore, ma poi, sperimentando vari percorsi, si dedica a tempo pieno all’arte figurativa. Il suo medium preferito rimane la pittura, che gli consente di consolidare le radici della propria formazione e di maturare una personale cifra stilistica. Una incessante ricerca di medium espressivi e di un linguaggio consone, lo portano ad alternare l’uso di materiali tradizionali, come tela o tavola, con altri meno convenzionali e poveri, come giornali, scatole di cartone delle multinazionali, carta da pacchi, locandine, manifesti, spesso recuperati in strada. Donne allo specchio, pesciolini rossi, sole splendente, lucenti ghiacciai, mare ambiguo, rifiuti accatastati, diventano il centro del suo interesse. Soggetti scelti con cura, a lungo studiati nelle inquadrature inusuali, pervasi da cromie vivide ed esplosive, compongono le opere pittoriche, talvolta di grandi dimensioni. Segni rapidi, decisi, nervosi, accomunano tutte le immagini, anche quando la tecnica di esecuzione presuppone una lunga elaborazione. L’interesse del Conte per i mezzi contemporanei di comunicazione e la dilagante “civiltà dell’immagine”, trovano espressione in diversi cicli pittorici come: “Facce da Facebook” (2009-2014),” The Truman Show – La vita segreta di due pesciolini napoletani” (2012-2013) e “Artisti in Quarantena” (2014). Gli anni difficili della pandemia segnano il passaggio decisivo da tematiche sociali ad una ricerca più intimista, cominciata già nel 2019 e stimolata da un lungo e forzato isolamento. -taglio2- Frutto di tale svolta è il progetto “Mostra Bastarda” (2021), che prende il via quando l’Artista viene ingaggiato per eseguire i dipinti di scena di una puntata della serie TV “I Bastardi di Pizzofalcone”. Le opere realizzate per il film, evidenziano l’attenzione verso un’interiorità celata, portano a galla antiche memorie, pensieri profondi, paure e debolezze. Quasi una sorta di confronto allo specchio, alla ricerca delle passioni nascoste nelle pieghe più profonde dell’anima. Nella collettiva “Damnatio memoriae” (2023) Antonio Conte declina il tema del brigantaggio. I ritratti immaginari di personaggi storici dei moti popolari, vengono confrontati e contrapposti alle figure risorgimentali (Garibaldi) o della lotta al cambiamento climatico (Greta Thunberg). Nelle ultime opere pittoriche dell’Artista napoletano riecheggiano temi dell’incombente minaccia del surriscaldamento climatico e delle sue conseguenze. I dipinti di Conte danno voce a preoccupazioni di tipo ambientale. Il connubio tra arte e salvaguardia del pianeta trovano vita nelle immagini presenti nella mostra personale “Planet A: Survivors” presso la Fondazione Banco di Napoli (evento a cura di Carla Viparelli). Un grande ghiacciaio al massimo del suo splendore troneggia in uno spazio vuoto. Un giorno, probabilmente, darà l’inizio ad un processo irreversibile. Lo scioglimento del ghiaccio eterno fa presagire l’innalzamento del livello del mare. Visioni apocalittiche, che verosimilmente potrebbero accadere, incombono su di noi. Antonio Conte attraverso queste opere, ci vuole mettere in guardia: tessendo un racconto possibile e cercando di dare un impulso ad intervenire su presente e sugli atteggiamenti da cambiare. Non tutto è perduto e tanto dipende da noi. L’arte non pone le domande, ma invita continuamente ad una profonda riflessione su cosa siamo in grado di fare, da oggi in poi, per preservare il nostro pianeta: tanto fragile e precario nella propria integrità. Frutto di tale svolta è il progetto “Mostra Bastarda” (2021), che prende il via quando l’Artista viene ingaggiato per eseguire i dipinti di scena di una puntata della serie TV “I Bastardi di Pizzofalcone”. Le opere realizzate per il film, evidenziano l’attenzione verso un’interiorità celata, portano a galla antiche memorie, pensieri profondi, paure e debolezze. Quasi una sorta di confronto allo specchio, alla ricerca delle passioni nascoste nelle pieghe più profonde dell’anima. Nella collettiva “Damnatio memoriae” (2023) Antonio Conte declina il tema del brigantaggio. I ritratti immaginari di personaggi storici dei moti popolari, vengono confrontati e contrapposti alle figure risorgimentali (Garibaldi) o della lotta al cambiamento climatico (Greta Thunberg). Nelle ultime opere pittoriche dell’Artista napoletano riecheggiano temi dell’incombente minaccia del surriscaldamento climatico e delle sue conseguenze. I dipinti di Conte danno voce a preoccupazioni di tipo ambientale. Il connubio tra arte e salvaguardia del pianeta trovano vita nelle immagini presenti nella mostra personale “Planet A: Survivors” presso la Fondazione Banco di Napoli (evento a cura di Carla Viparelli). Un grande ghiacciaio al massimo del suo splendore troneggia in uno spazio vuoto. Un giorno, probabilmente, darà l’inizio ad un processo irreversibile. Lo scioglimento del ghiaccio eterno fa presagire l’innalzamento del livello del mare. Visioni apocalittiche, che verosimilmente potrebbero accadere, incombono su di noi. Antonio Conte attraverso queste opere, ci vuole mettere in guardia: tessendo un racconto possibile e cercando di dare un impulso ad intervenire su presente e sugli atteggiamenti da cambiare. Non tutto è perduto e tanto dipende da noi. L’arte non pone le domande, ma invita continuamente ad una profonda riflessione su cosa siamo in grado di fare, da oggi in poi, per preservare il nostro pianeta: tanto fragile e precario nella propria integrità.





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