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Altro che cosplayers

di Gennaro Santarpia

Numero 185 - Febbraio 2018

Se fino ad oggi eravate convinti che il quidditch fosse rimasto un mero lavoro di fantasia ci sbagliate, questo sport esiste davvero!


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È stato il 2011 l’anno della svolta per il quidditch, disciplina inventata e resa famosa dalla celebre J. K. Rowling autrice della famosa saga “Harry Potter”. Infatti, è stato Michele Clabassi, attraverso la creazione una pagina social, a dare vita ad un vero e proprio movimento i cui partecipanti tengono a precisare che non si tratta semplicemente di un cosplay, ma il quiddicth è considerato un vero e proprio sport. Inoltre, è bene sottolineare che l’Italia è una delle nazioni più forti di questa disciplina, ed i prossimi Mondiali si terranno proprio nel belpaese, precisamente nella città di Firenze, dove numerosi atleti salteranno in sella alla propria scopa, alla ricerca del boccino d’oro. Il quidditch, quindi, dice addio alla fantasia e diventa a tutti gli effetti reale. Sono state create, infatti, delle leghe e dei tornei internazionali. Nonostante siano passati, ormai, dodici anni dalla codificazione di questo sport, in Italia è arrivato solo negli ultimi anni, riscuotendo un successo clamoroso non solo tra i fan del famoso maghetto inglese. -taglio- Come accennato prima, colui che ha reso possibile tutto questo è Michele Clabassi, programmatore goriziano classe ’86, che rendendo pubblico il movimento, attraverso un fitto passaparola fatto di condivisioni, è diventato virale. Noi di Albatros ci abbiamo scambiato due chiacchiere.

A quando risale la tua passione per il quidditch?

“Beh, ho iniziato a seguire questa disciplina quando in italia ancora non se ne parlava. Ho scoperto il quidditch nel 2009, in particolare su YouTube, anche se all’epoca era prevalente la ‘teatralità’ dell’evento. Infatti, i giocatori erano simili a dei veri e propri cosplayers con tanto di mantello e scopa, e cercavano di replicare le scene del film.”

Quando, invece, è diventato uno sport a tutti gli effetti?

“Il quidditch ha visto il culmine della popolarità nel 2011, alla quinta edizione della World Cup, torneo inizialmente solo statunitense.”

Come mai hai deciso di creare un movimento italiano?

“All’inizio, la pagina Facebook tutt’ora esistente era mia personale, dopodiché ho deciso di voler condividere questa passione con altri scoprendo che vi erano altre persone che, come me, interpretavano il quiddicth come un vero e proprio sport. Da quel momento è stata formata una vera e propria selezione nazionale.”

Gli Americani sono stati i primi a giocare a quidditch, quali le differenze con l’Italia?
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“Negli Stati Uniti vi è una Lega ben attrezzata, la ‘Major League Quidditch’. Al momento, però, ci sono oltre cento squadre pure in Europa, la Lega più importante è la Quidditch Premier League nel Regno Unito.”

Per diffondere in Italia questo gioco, si potrebbe far leva sulle avventure di Harry Potter non crede?

“Beh, noi italiani siamo sempre molto scettici. In ogni caso, credo che utilizzare i racconti di Harry Potter possa costituire un’arma a doppio taglio, in quanto creano sì molta curiosità nel pubblico, ma allo stesso tempo tolgono la credibilità che stiamo cercando di dare a questa disciplina. Se vogliamo che il quidditch si affermi come sport si deve allontanare da Harry Potter ed andare al di là della passione per il racconto, noi non siamo dei cosplayers.”

Quest’anno ci saranno i Mondiali di quidditch a Firenze...

“Si, ed è un bel traguardo. Già nel 2015 in provincia di Siena, era andato in scena il campionato europeo. Ora questa nuova sfida: mi aspetto un po’ di pubblico, i campi dovrebbero essere in centro.”

In questo sport ci sono arbitri ufficiali?

“Per il momento ancora no, il ruolo degli arbitri viene svolti dagli stessi componenti delle squadre, ognuna di esse deve presentare degli ufficiali di gara al torneo cui partecipa. Vi è un arbitro principale, quattro assistenti e un addetto al boccino.”





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