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Voci di libertà

di Maresa Galli

Numero 216 - Dicembre 2020 Gennaio 2021

Con “A’ Sguarrona” torna l’anarco-song di Libera Velo


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Attivista, artista poliedrica, cantante e performer, coach vocale, transfemminista, Libera Velo nasce a Napoli, alla Pignasecca, humus creativo e formativo che stimola il suo impegno sociale portato avanti con la fotografia e la musica. In prima linea durante il Movimento della “Pantera”, è una figura di riferimento della controcultura cittadina e dei Centri Sociali Occupati di Napoli. -taglio-Si dedica alla danza, allo studio di diversi strumenti musicali, alla scrittura di canzoni per raccontarsi. Collabora come vocalist in vari progetti della scena underground musicale napoletana: “24 Grana”, “Sangue Mostro” e con il “Living Theater” e la coreografa americana Karole Armitage per lo spettacolo di danza “Made in Neaples”, presentato al Napoli Teatro Festival Italia. Libera Velo esordisce nel 2007 con l’album “Riffa” (Octopus Records / Self). Dodici tracce tra le quali spicca “Mamma Felicia”, canzone dedicata alla madre di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978, inclusa in una compilation uscita nel 2008, distribuita da “Il manifesto”. Presente nella compilation “This is Naples vol.1”, con il brano “Mi piace il suo vestito”, e “Clowns and Jugglers – A tribute to Syd Barrett”, assieme a “Mad Hatters project”. Nel 2013 pubblica il secondo album, “Rizoma contro Albero”. Ai suoi progetti collaborano noti artisti della scena partenopea (Paolo Polcari degli Almamegretta, 24 Grana, Marco Messina, Antonio Alfano, Gnut, Foja, Songs for Ulan, Dub Marta, Ciro Riccardi, Marcello Giannini e molti altri). Oggi torna con un nuovo album, “‘A Sguarrona”. Titolo emblematico, significa “la donna che va a cavallo da maschio”. “A Sguarrona è una Donna/Satira! – spiega l’artista - è una figura contemporanea della Commedia dell’Arte da me escogitata che non ha peli sulla lingua e dice sempre ciò che pensa. Io rivendico, con questo personaggio femminile, la libertà della donna laica del Sud di essere vera, ribelle, goliardica, satirica e prosaica. Un enorme ringraziamento va ad una mia Maestra di Strada e Musica, Antonella Monetti alias Dolores Melodia, con la quale ho avuto il piacere di sperimentarmi in un repertorio napoletano da Viviani a Ria Rosa passando per i Neomelodici e capendo che dentro di me maturava lentamente ‘A Sguarrona!”. Ringrazia anche “le crews di amici e d’amiche collezionisti di vinili caraibici”, in primis Roberto De Rosa (Fonoteca) che ha sempre creduto in lei. “Ho messo nel mio frullatore temporale le cantanti di inizio ‘900, le nonne del femminismo, (Ria Rosa e tante altre…) e la musica caraibica antirazzista e studiando è venuto fuori il mio primo album in lingua napoletana che è un vero e proprio viaggio tra la Napoli e i Caraibi con un ibrido sonoro e linguistico tra il napoletano, il suono caraibico e le subculture inglesi antirazziste del Two/Tone! Alla produzione artistica ho collaborato con un grande alchimista-musicista della scena attuale, l’amico Luigi Scialdone”, racconta. Il suo essere, il suo impegno, la graffiante ironia si riversano nel testo di “Cricche”, brano dell’album,-taglio2- invettiva rocksteady prodotta da Libera Velo e dal producer Scialdone, anche arrangiatore dei brani dell’album; musicisti Andrea De Fazio alla batteria, Marcello Giannini alla chitarra elettrica, Pietro Santangelo al sax, Mario Tammaro a trombone, Ciro Riccardi alla tromba, Giosuè Perna alle percussioni, lo stesso Scialdone al basso e alle chitarre; Maurizio Capone, Antonio Alfano, Marta Riccardi, Silvia Fasciano, Isabella Parmiciano, i bravi ottoni. Il mastering e il dubbing sono a cura di Daniele Chessa (Foja); la registrazione è curata da Fabrizio Piccolo presso Auditorium 900 di Napoli. Altro pezzo forte è “Malata immaginaria”, che parla di Malattia Rara Sistemica Autoimmune femminile (Lupus Erimatoso, Sclerodermia, Artrite Reumatoide o psorisiaca, Fibromialgia, Aps) e di come la donna, spesso, sia accusata di essere una malata immaginaria. I problemi di salute dell’autrice sono trasformati, in modo “rock’n roll” e anarchico, in canzone, per mostrare le difficoltà che incontrano le donne affette da patologie sistemiche. “Malata immaginaria” – spiega Libera Velo - è la prima AnarcoSong delle 11 che ascolterete nell’album. Il videoclip che accompagna il brano, a cura della regista Elena de Candia, è girato tra il Centro Sociale Scugnizzo Liberato (Ex Carcere Minorile Filangieri), il Trail Music Lab e il MUSA, Museo Universitario delle Scienze e delle Arti. I nuovi racconti in musica dell’album “A Sguarrona” sono storie di donne e uomini forti, di viaggi dolorosi, di naufragi, di colonie africane, con un mood etnico che abbraccia il mondo. Dal folk al rock italiano anni ’90, dalla combat world allo psichedelico e caraibico, dal blues allo swing, Libera Velo canta con la sua bella, vibrante voce, storie di ieri e di oggi, radici e futuro. Il cd è anche poetico, come mostrano “‘A na fenesta” (rielaborazione della poesia “‘A na fenesta” di Maria Luisa d’Aquino), “Near to you” (spunto dalla version jamaicana di Yvonne Harrison del 1968, dall’originale di Nina Simone del 1960), “Tammurriata Americana” (L.Bovio/E.Tagliaferri – Bottega dei 4 – 1934). Un bell’album ispirato che dal vivo promette un “anarco- avanspettacolo”, per emozionare e scuotere le coscienze: “nun sò doce sò feroce”, dice l’artista, antiretorica e ribelle, citando nonna Ria Rosa.





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