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Verso l’Ignoto senza pregiudizi

di Pasquale Matrone

Numero 225 - Novembre 2021

“Il mattino dei maghi”, uno dei pilastri del realismo magico


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Brahama, Allah, Geova, Creatore, Uno, Signore, Padre... Adoperando solo nove lettere di un alfabeto ‘costruito’ proprio a questo scopo e lavorando per quindicimila anni, risulterebbe possibile scoprire i nove miliardi di nomi di Dio. È quanto sostiene una leggenda tibetana riportata nell’opera di Pawels e Bergier “Il mattino dei maghi”, -taglio-uno dei pilastri del realismo magico. René Oth nel suo saggio “La scienza a caccia di Dio” riprende e approfondisce lo stesso tema. Certo è che, pensando all’universo, non si può fare a meno di riflettere su un dato evidente e nel contempo impressionante: ospita milioni di galassie e ciascuna con circa un miliardo di bilioni di stelle la cui massa am¬monterebbe a circa un bilione di bi¬lioni di bilioni di bilioni di ton¬nellate. E poi, c’è l’uomo, fragile, minuscolo; e, tuttavia, dotato di un’intelligenza in perenne e avida ricerca di prove da cui desumere il senso del tempo e gli smisurati orizzonti dello spazio; l’uomo che con la scienza, per anni, ha operato, al limite estremo delle sue possibilità, per fornire un’inter-pretazione razionale al tutto, rifiu¬tando i dogmi di qualsiasi credo religioso, in nome della certezza, altrettanto dogmatica purtroppo, dell’inesistenza di un divino Artefice.

Lo studioso onesto non smette mai d’interrogarsi sui dati acquisiti, di percorrere strade nuove, lasciandosi guidare da ipotesi altre, non asservite ai calcoli della ragione. -taglio2-In questa indagine tendente a misurarsi col mistero della realtà esistono posizioni diverse: Bohr parla di ‘casualità’ divina; Einstein, contestando questa tesi, sottolinea che nessuna teoria riuscirà a convincerlo, che, alla base di tutto, vi sia un lancio di dadi; Stewart, infine, studiando i multiformi fenomeni del caos, individua un nuovo paesaggio matematico, complesso e fantastico, governato da attrattori e da frattali, dove il disordine si genera allo stesso modo dell’ordine, e dove non ci si deve più chiedere se Dio giochi a dadi, ma quali siano le regole del suo gioco.

Casualità o causalità? Né l’una né l’altra. Entrambe. E non solo… Scienziati, teologi e filo¬sofi, liberandosi dai vincoli che per secoli hanno osta¬colato il loro cammino verso la Verità, dovranno smettere, perciò, di guardarsi con sospetto, abban¬donare i rispettivi pregiudizi e imparare a muoversi insieme verso l’ignoto, ponendo su di uno stesso piano tutto quanto hanno saputo cogliere del passato e del presente nonché tutti i progetti e le speranze ipotizzabili per il futuro.





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