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Verità e Giustizia

di Pasquale Matrone

Numero 249 - Aprile 2024


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Verità e Giustizia dovrebbero essere termini intercambiabili. Il vero, proprio in quanto tale, è giusto; e quest’ultimo, per lo stesso motivo, è vero. In linea di principio è così. -taglio- A livello pratico, però, il nesso tra i due valori cambia. Basti pensare a quel che accade in un tribunale con le regole che ne governano le ragioni e gli “attori” che, con ruoli diversi, vi agiscono. Scritte dai detentori del potere, le leggi ne portano l’impronta. Quelle di uno Stato non sono le stesse di un altro Stato. Ciò che in Iran, ad esempio, è legittimo, non lo è altrettanto in Francia; e viceversa. I comportamenti dei protagonisti di una controversia variano, dunque, a seconda delle norme alle quali devono attenersi. Verità e Giustizia procedono, perciò, per strade tra loro dissonanti. La concordanza tra verità e giustizia risulta quasi impossibile, pure quando ci si limita a verificarne la relazione nei tribunali di uno stesso Stato. Il giudice applica la legge, anche se, a rigor di logica, la trova difettosa; emette una sentenza di condanna, nonostante sia consapevole, in quel momento, di tradire la verità. E, inoltre, in un tribunale, accusa e difesa si confrontano tra loro con abilità diverse e non sempre rispettose della deontologia professionale. L’una e l’altra dovrebbero avere come obbiettivo la verità e non il conseguimento di una vittoria a ogni costo. Esistono le prove che entrambe hanno raccolto ed esibito. Ci sono, poi: i testimoni veri, quelli “costruiti”, i coraggiosi, i vigliacchi, i mitomani, quelli dubbiosi e inattendibili… -taglio2- Gli stessi fatti, anche quelli suffragati da prove certe, grazie alla scaltrezza e al talento oratorio di chi ne pianifica l’esposizione, possono essere interpretati in maniera diversa, se non addirittura diametralmente opposta. Pubblico ministero e difesa si confrontano, ciascuno con la propria tesi, più o meno motivata e meritevole di essere accolta. Ne consegue che l’esito di un processo deriverà non dalla somma esatta dei dati concreti presentati bensì dalla strategia con la quale gli stessi sono stati “narrati”. Nei tribunali, dunque, vengono emesse sentenze coerenti non con la verità, bensì solo con le leggi vigenti in un determinato Stato e in un determinato momento storico. Non esiste un tribunale della verità assoluta. E, tuttavia, ciò mai deve minare la fiducia nella possibilità di costruire una giustizia capace di premiare la verità. Come “accade” nella sublime Allegoria della Giustizia, dipinta da Giorgio Vasari.





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