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VANESSA MONTFORT

di Maresa Galli

Numero 261 - Giugno - 2025

Il rapporto madre-figlia e la città di Madrid. “Crescere un figlio – scrive l’autrice - è un compromesso tra amore e limiti. E quei limiti li stabilisce la madre verso il figlio così come il figlio verso la madre, quando cresce. Anche l’amore cresce se, ogni volta che questo rapporto si sbilancia, poi ritrova l’equilibrio”


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Vanessa Montfort, nata a Barcellona nel 1975 è scrittrice, giornalista e drammaturga. Laurea in Scienze dell’informazione, il suo amore per la scrittura ne fa un’autrice di successo, non solo in Spagna. -taglio- Ha pubblicato romanzi pluripremiati, in primis il bestseller internazionale “Donne che comprano fiori” (2017), “Il sogno della crisalide” (2020) e “La donna senza nome” (2021), tradotti in venticinque paesi. Montfort ha dedicato un libro a María Lejárraga, autrice, femminista, drammaturga, traduttrice e politica spagnola di inizio secolo, la cui grande produzione è stata firmata dal marito Gregorio Martinez. Ha scritto quindici opere teatrali rappresentate in Spagna, Italia, Inghilterra e America Latina. “Donne che comprano fiori” ha come fulcro della storia il negozio di Olivia, nel quartiere più bohémien di Madrid, Plaza de Oriente, dove all’ombra di un olivo centenario si intrecciano le vite di cinque donne che comprano fiori. È un viaggio nei sogni delle donne di oggi, nella conquista dell’indipendenza. Nel 2025 Montfort pubblica “Il club delle cattive figlie”, storia corale che racconta le relazioni irrisolte tra madri e figli fondendo giallo e romanzo psicologico. Quattro amici, Mónica, Ruth, Suselen e Gabriel, si ritrovano nuovamente insieme dopo tanto tempo perché, nell’appartamento di Elisa, la mamma di Mónica, viene ritrovato il cadavere di un uomo che lei afferma di non conoscere: Orlando. Le mamme dei quattro amici sono a loro volta care amiche, abitano nella stessa zona e sono tutte nell’agenda di Orlando. Montfort intesse un’intrigante trama gialla, avvincente, indagando dinamiche familiari complesse e disfunzionali. La storia ha due protagonisti: il rapporto madre-figlia e la città di Madrid. -taglio2- “Crescere un figlio – scrive l’autrice - è un compromesso tra amore e limiti. E quei limiti li stabilisce la madre verso il figlio così come il figlio verso la madre, quando cresce. Anche l’amore cresce se, ogni volta che questo rapporto si sbilancia, poi ritrova l’equilibrio”. L’idea è nata dopo la lettura, per la scrittrice, di “The Mom Factor” di Cloud e Townsend. Spiega Montfort: - “anche se è un libro di fiction, io sono una giornalista. Ho fatto molte ricerche sul rapporto madri e figlie e ho intervistato dozzine di donne in America e in Europa, Italia compresa. In forma anonima, perché è un tema molto delicato”. La conclusione cui è arrivata? I cambiamenti oggi sono così rapidi che il gap tra quaranta-cinquantenni e loro madri è più ampio di quello della generazione precedente. Madri che hanno vissuto il femminismo hanno consentito alle figlie di godere delle libertà conquistate. Nello stesso tempo, ciò ha prodotto in loro un senso di frustrazione e un conflitto. Spesso madri anziane, sottolinea la scrittrice, sono fragili e bisognose di aiuto. Dal canto loro le figlie si sentono “cattive” perché inadeguate. Questa necessità di cura delle madri innesca veri e propri cortocircuiti emotivi. Se si dà comunque priorità a se stessi ci si sente egoisti, oppressi dal senso di colpa. Se invece si dà priorità al genitore, si può sviluppare risentimento. Le figlie diventano “cattive” quando smettono di aderire al modello imposto loro dalle madri, portando sulle spalle il peso di un’eredità affettiva. “L’amore materno – spiega Montfort – può essere una trappola”. Ci sono madri che manipolano, altre che soffocano. Sono dinamiche profonde, spesso irrisolte, che si superano trasformando il legame con la madre. “Se le donne conoscessero il loro vero potere di trasformazione, si sentirebbero indistruttibili”, confida l’autrice. E troverebbero un equilibrio tra legame affettivo e libertà.





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