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Un’intesa confidenziale

di Antonino Ianniello

Numero 236 - Dicembre-Gennaio 2023

Puntiamo i riflettori su un grande polistrumentista: stiamo parlando di Alfonso Deidda, uno dei principali interpreti del jazz italiano ed internazionale


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Un musicista completo cui va riservato un grande apprezzamento, che riesce a far parlare di sé sulle riviste di settore, Alfonso Deidda rappresenta a pieno titolo l’essenza della genialità del jazz italiano ed internazionale. Possiamo però ricordare, per gli amanti del jazz, la grande delusione che si scatenò tra i jazzofili a causa dell’annullamento di gran parte dei suoi concerti. Tra questi quello che avrebbe dovuto tenere al Moro di Gaetano Lambiase. -taglio- Erano i tempi di ‘FullCovid’ … il Decreto che arrivò dalla Presidenza della Regione annullò la performance al Club di Cava de’ Tirreni proprio per quel primo venerdì del 2022. Beh … c’è da dire che il popolo jazz, pur consapevole dell’esigenza, rimase colpita al cuore: avrebbe voluto ascoltare Alfonso Deidda, anche quale componente di una super band, messa in piedi dall’ottimo pianista Leo Aniceto. Arriva però una nuova emergenza Covid che spazza via la performance del ‘Leo Aniceto & Friends 5tet’, facendola slittare a data da destinarsi. Alfonso Deidda, all’epoca, avrebbe dovuto dividere il palco insieme ad altri mostri sacri del jazz: con il bravissimo batterista Lorenzo Tucci, con il fratello Dario (un vero must del basso elettrico), con l’ottimo sassofonista Jerry Popolo, con Giovanni Amato (mitica tromba di livello europeo) e con Leo Aniceto (apprezzato pianista). Il quintetto-monstre, si è esibito in seguito in diverse occasioni, distribuendo il proprio sound. La sua vita musicale inizia da giovanissimo … allorché comincia a studiare pianoforte per poi proseguire con lo studio del clarinetto, passando definitivamente al sassofono contralto. Questo è lo strumento che non ha mai più abbandonato, facendogli seguire una sempre più crescente passione per il Jazz. Alfonso Deidda si diploma in Saxofono nel novantotto, presso il Conservatorio ‘G. Martucci’ di Salerno e svolgendo parallelamente un’intensa attività di concertista Jazz ma in maniera particolare come sassofonista (contralto, baritono, soprano e tenore) e pianista. Non ha disdegnato il flauto traverso, il clarinetto basso e soprano e le percussioni. Ottiene, poi, il diploma con lode in Musica Jazz presso il Conservatorio ‘San Pietro a Majella’ di Napoli, guidato da Bruno Tommaso e da Pietro Condorelli. Ottiene, nel novantasei il secondo posto al primo concorso ‘Massimo Urbani’ per altosassofonisti, tenutosi ad Urbisaglia (Macerata). Dal novantotto è parte integrante della band del vocalist Gegè Telesforo, registrando insieme a lui ben cinque lavori discografici. Alfonso Deidda, però. nasconde dentro una passione particolare: è da sempre attratto dai sound afrocubani e a tal punto da mettere in piedi la ‘Cuban Stories Band’ e realizzando anche due dischi come leader. Pubblica, in seguito, ‘Nuevas Huellas’, mentre sette anni fa realizza il suo terzo lavoro discografico a suo nome ed intitolato ‘Lucky Man’. Insieme a lui: Fabrizio Bosso, Julian O. Mazzariello, Dario Deidda ed Alessandro Paternesi, batterista marchigiano. Oltre all’insegnamento presso diversi Conservatori d’Italia: il ‘Martucci’ di Salerno (Corsi di Teoria e pratica dell’improvvisazione Jazz), il ‘Tomadini’ di Udine (Saxofono Jazz), il ‘Torrefranca’ di Vibo Valentia (docenza di Tecniche di Improvvisazione Musicale), il ‘Pollini’ di Padova (Tecniche di Improvvisazione Musicale).-taglio2- nel 2016-17, invece, è docente ancora di Tecniche di Improvvisazione Musicale, ritornando al Conservatorio ‘J. Tomadini’ di Udine. Insomma, un gran lavoro anche nella sezione docenza. Alfonso Deidda, nella sua intensa carriera, ha suonato con importanti musicisti jazz di fama internazionale fra cui: Mike Stern, Tom Harrell, Jimmy Owens, Lester Bowie, Peter Erskine, Ronnie Cuber, Michel Petrucciani, Mulgrew Miller, Carl Anderson, Carl Allen, Norma Winstone, Gegè Telesforo, Gianni Basso, Enrico Rava, Roberta Gambarini, Giovanni Tommaso, Franco D'andrea, Flavio Boltro, Glauco Venier, Maurizio Giammarco, Stefano Di Battista, Dado Moroni, Fabrizio Bosso, Umberto Fiorentino, Antonio Faraò, Danilo Rea, Tullio De Piscopo, Roberto Gatto, Sandro e Dario Deidda, Daniele Scannapieco, Max Ionata, Julian Oliver Mazzariello, Domenico Sanna, Andrea Pozza. Alfonso, qual è il tuo rapporto con il jazz? «Potrei definire il mio rapporto con il jazz come un’intesa molto stretta e che definirei confidenziale … è come se fossimo dei vecchi amici; andiamo molto d’accordo anche sa talvolta litighiamo. Ciò rafforza quella che è la veridicità del rapporto d’amore stretto che ho con l’amico jazz. Convivo insieme al jazz da quando ero un undicenne. Suonare jazz, ascoltarlo, pensarlo … è per me fondamentale e spesso, mentre faccio il caffè o faccio altre cose che esulano dalla musica, mi ritrovo a canticchiare jazz o riprendere frasi jazz che ho ascoltato … cercando anche di crearne qualcosa. È un rapporto, quello con il jazz, che definirei quotidiano ed è in questa quotidianità che noto un rapporto continuo, sino al punto da non accorgermi del mio pensiero fisso nei confronti della musica che amo. La parte conflittuale è che spesso non riesco ad ottenere quello che davvero vorrei ma questo fa parte anche della normalità. Posso dire d’amare il jazz in una maniera viscerale. Ancora … tra le cose che sto realizzando o che sono in attesa del momento giusto per essere messe fuori, c’è sicuramente la ripresa dei progetti da fare con Leo Aniceto che ritengo tra i più significativi musicisti. Con lui abbiamo realizzato, anni fa, un disco veramente stupendo e che definirei futuristico per l’epoca. Abbiamo ripreso a suonarlo dopo tanti anni. È un qualcosa di nostalgico ma risuoniamo questo bellissimo disco con enorme piacere e sinceramente spero che questa cosa possa avere anche un seguito. Mi sembrava giusto sottolinearlo perché il jazz, secondo il mio modo di vedere le cose, è qualcosa anche di romantico perché rappresenta un incontro di anime, per cui quando ci si incontra e quando si suona con dei musicisti con i quali hai un rapporto speciale, viene fuori qualcosa di veramente magico ed è questa la cosa prodigiosa che accadde con la registrazione del disco di Leo»





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