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Un'avventura creativa

di Michela Secci

Numero 258 - Marzo 2025

Fino al prossimo maggio a Deauville in Francia l’imperdibile mostra “Julie Manet e le sue cugine”, femminile e familiare


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Allestita presso Les Franciscaines di Deauville, dal 25 gennaio all’11 maggio 2025, la mostra “Julie Manet e le sue cugine: La libertà di creare al femminile”, esplora la vita e l’opera dell’unica figlia di Berthe Morisot, una delle figure di spicco dell’impressionismo, e di Eugène fratello di Edouard Manet. -taglio- Una figura poco conosciuta ma essenziale nel mondo artistico della fine del XIX e dell'inizio del XX secolo. Mette in luce il suo contributo all'arte e la sua relazione con le sue due cugine, la pittrice Paule e la musicista Jeannie Gobillard, che hanno condiviso non solo un legame familiare e una vicinanza che sarebbe continuata per tutta la vita, ma anche un notevole impegno creativo influenzato dall'impressionismo e dalle avanguardie dell'epoca. Attraverso dipinti, disegni e documenti d'epoca, si evidenzia il ruolo delle donne nell'arte e la loro libertà creativa nel contesto dell'epoca. Nel percorso espositivo sono riunite più di 90 opere, molte inedite, che testimoniano la loro produzione artistica, la loro evoluzione stilistica e il contributo al panorama artistico francese, con accanto opere di Renoir, Morisot, Pissarro, Pissarro, Mallarmé… Un ruolo centrale lo riveste il diario di Julie, che offre una prospettiva intima sulla vita culturale e artistica dell'epoca e documenta le sue esperienze personali. Attraverso le sue pagine, i visitatori possono immergersi nelle relazioni familiari, nelle amicizie con artisti impressionisti e nelle dinamiche creative che hanno influenzato lei e le sue cugine. Il diario non solo arricchisce la comprensione delle opere esposte, ma evidenzia anche il ruolo significativo delle donne nell'arte del XIX secolo, sottolineando la loro ricerca di libertà espressiva in un contesto dominato dagli uomini. Evidenzia la loro libertà creativa, le sfide che queste donne hanno dovuto affrontare in un'epoca in cui le norme sociali imponevano limiti all'ambizione femminile. Un'occasione per celebrare la libertà di creare e il coraggio di queste donne pioniere, che hanno partecipato attivamente alle effervescenze artistiche del loro tempo. La storica dell’arte, Dominique d'Arnoult, è la curatrice della mostra. Cosa l'ha spinta a progettare una mostra su Julie Manet e le sue cugine?-taglio2- “È importante metterle in luce, perché è l'occasione di fare la storia dell’arte in profondità e di mostrare il tessuto e la verve artistica che si libera attraverso lo studio di queste figure. Il trio è raffigurato nella loro creatività personale, ed è complementare da quelle di grandi maestri che abbiamo l'abitudine di sentir parlare. Si tratta anche di mostrare che Julie Manet non era sola,ma è stata sostenuta e circondata dalle sue due cugine dopo la morte prematura di sua madre, Berthe Morisot, figura di spicco dell'Impressionismo.” Ha voluto rendere un omaggio a Julie Manet e alle sue cugine? “In effetti, questa mostra dà una meritata visibilità ai loro percorsi artistici e ci interpella sui rapporti tra arte, genere ed emancipazione. Un'occasione per celebrare la libertà di creare e il coraggio di queste donne pioniere che furono in grado di sviluppare i rispettivi doni artistici. Questa mostra permette di andare oltre le loro eredità artistiche ricevute e di scoprirle come artiste nell'avventura creativa, femminile e familiare. Allo stesso tempo, un acquarello di Julie Manet e il suo diario ci hanno consentito di localizzare e datare un quadro di Renoir.” Quali sono state le principali sfide nella progettazione di questa mostra, in particolare in termini di ricerca? “Nel corso della mia ricerca ho approfondito il percorso di queste tre donne che, per diversi anni, hanno condiviso lo stesso appartamento a Parigi, hanno viaggiato… Hanno incarnato uno spirito di emancipazione insolito per l'epoca. Una libertà messa al servizio delle loro ambizioni artistiche, che hanno potuto esprimere con la loro creatività femminile in un’epoca in cui il mondo dell’arte era dominato dagli uomini.” Ha collaborato con istituzioni o collezioni private per raccogliere le opere e i documenti per questa mostra? “Nella mostra ci sono opere e documenti inediti. Alcune opere vengono da collezioni private, altre da musei che ci hanno consentito dei prestiti assai importanti. Per di più, nel corso della mia ricerca ho avuto la fortuna di incontrare un discendente di Julie Manet, che mi ha permesso di consultare gli archivi e prestare opere delle collezioni familiari.”





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