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Una lettera per te

di Maresa Galli

Numero 216 - Dicembre 2020 Gennaio 2021

Arriva il tanto atteso ritorno del Boss Bruce Springsteen, con un nuovo album “letteralmente” imperdibile


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Dolcezza, potenza, poesia, memoria, sono tutti racchiusi nel nuovo album di Bruce Springsteen. Realizzato dal “Boss” in soli cinque giorni, è il ventesimo disco in studio, dal vivo, nella sua sala di registrazione di Colts Neck (New Jersey), “Letter to You” (Columbia Records), esce dopo poco più di un anno da “Western Stars” (disco di platino in Italia) e celebra una lunga carriera di successi.-taglio- L'album è anche il primo evento di Springsteen con la E Street Band dai tempi dell’epico tour di “The River” del 2016, “tour mondiale dell'anno” (Billboard e Pollstar). “È il mio primo disco in cui il soggetto è la musica stessa”, racconta l’autore di “Born in the U.S.A.” e altre perle - “parla della popular music. Amo l’essenza quasi commovente di Letter to You e amo il sound della E Street Band che suona completamente live in studio, in un modo che non avevamo quasi mai fatto prima, senza nessuna sovraincisione. Abbiamo realizzato l'album in soli cinque giorni, e quella che ne è venuta fuori è una delle più belle esperienze di registrazione che io abbia mai vissuto”. Al suo fianco, per rendere omaggio a 45 anni di carriera, la storica E Street Band con la quale ha suonato l’ultima volta nel 2009, nell’album “Working on a Dream”. Con lui, voce e chitarra, suonano Roy Bittan (pianoforte, cori), Jake Clemmons (sassofono), Charles Giordano (organo, cori), Nils Lofgren (chitarra, cori), Patti Scialfa (cori), Garry Tallent (basso), “Little” Steven Van Zandt (chitarra, cori), Max Weinberg (batteria, cori). Oltre alle nuove canzoni fanno parte dell’album tre demo degli anni Settanta: “Janey Needs A Shooter”, “Song To Orphans”, “If I Was The Priest”. In “Ghosts” Sprigsteen canta: “By the end of the set we leave no one alive”, per ricordare gli amici che non sono più: Clarence Clemons, Danny Federici, George Theiss dei Castiles. A settantadue anni si guarda ai fantasmi del passato, si rende loro omaggio come probabilmente avrebbero fatto loro: con struggenti canzoni. “One Minute You’re Here”, sulla brevità della vita, “I’m Working On A Building”, un gospel che parla del ritorno a casa, “The Power Of Prayer”, -taglio2-con il bel piano di Bittain, “Last Man Standing”, ricordo di “quando eri giovane, forte e orgoglioso, quando correvi puro e forte”, “Burnin’ Train”, raccontano frammenti di vita nei quali riconoscersi, giorni duri e giorni belli, istantanee di vita quotidiana che raccontano le incongruenze della sua terra, nello stile inconfondibile del Boss, rock emozionale e ballate acustiche con echi di Bob Dylan e Tom Petty. Colpisce la melodia di “House Of A Thousand Guitars”, per omaggiare tutte le chitarre amiche della sua vita. “Gli strumenti hanno un potere dentro di sé – afferma il cantautore - le chitarre danno l’ispirazione, contengono le canzoni al loro interno. Annusai il legno – racconta (ancora oggi, uno degli odori più dolci e promettenti del mondo), ne percepii la magia e il potere nascosto, la tenni fra le braccia, passai le dita sulle corde”. In “Song for Orphans” narra la vita dei losers, dei perdenti della storia (l’Asse, i Confederati), per parlare a suo modo di Gesù e di Maria in “If I Was the Priest”. E se in “Janey Needs a Shooter”, dottori, preti e poliziotti non ne escono bene, nella conclusiva “I’ll See You in My Dreams”, regala un bel brano folk per condividere il pensiero che “la morte non è la fine”. L’uscita dell’album è stata accompagnata da un film documentario, “Bruce Springsteen’s Letter to You” (distribuito da Apple Original Films), diretto da Thom Zimny, che contiene riflessioni di Springsteen, concerti della E Street Band, filmati in studio e materiale d’archivio inedito. “We’ll go where the music never ends”, canta il Boss. Il grande romanzo americano si è arricchito di un nuovo capitolo con la musica e le ruvide corde del Boss, più intimo, maturo ma sempre rocker e folkwriter e singer indomito, a settantadue anni portati con saggezza e velati di malinconia.





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