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Una balena a Capri

di Yvonne Carbonaro

Numero 216 - Dicembre 2020 Gennaio 2021

L’insolito spettacolo di una megattera nella Cala del Rio. Gli studiosi si chiedono come sia arrivata fin lì


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Scrivere di viaggi quando la mobilità è proibita sembra quasi fuori luogo, ma se agli uomini per prudenza contro la pandemia da Covid viene imposto di stare in casa, gli altri esseri viventi del pianeta continuano la loro vita abituale, compresi spostamenti e migrazioni, nel corso dei quali può capitare qualche incidente imprevisto.-taglio- È successo così che attraverso i giornali come La Repubblica si è diffusa la insolita notizia di una balena morta a Capri che per la sua singolarità ha destato lo stupore e la curiosità della gente dell’isola e l’interesse del mondo scientifico. Un giovanotto, Ivan Rubino che, per godersi il le bellezze del luogo in un periodo di scarsa affluenza turistica, si trovava con la fidanzata in escursione lungo lo spettacolare sentiero dei Fortini che percorre l’intera costa di Anacapri dal Faro alla Grotta Azzurra, l’ha avvistata per caso grazie al suo drone nello stretto fiordo della Cala del Rio. Superata la sorpresa ha comunicato la notizia alla Capitaneria. Data la scarsa affluenza di visitatori sull’isola nella bassa stagione, non c’è stata sul posto la folla che nel periodo estivo si sarebbe assiepata per quella vista fuori del comune. Le foto presentano il bellissimo fiordo blu incuneato tra le rocce, dove esperti nuotatori amano tuffarsi lontano dalla ressa, con la parte terminale occupata quasi completamente dal grosso corpo del cetaceo. Si tratta di una megattera femmina, il che rappresenta una grave perdita per la continuazione di questa specie, una specie protetta a seguito delle stragi compiute nel passato dai balenieri che ne hanno causato la decimazione fino al rischio di scomparsa. La caccia viene ancora, ahimè, praticata dalla Norvegia e dal Giappone, dove ci si ciba della loro carne. Il nome megattera deriva dalle lunghe pinne pettorali, che corrispondono ad un terzo del corpo e che sono le più lunghe di tutti i cetacei. Gli adulti raggiungono dimensioni dai 12 ai 16 m. Le femmine giungono a 14 m. mentre i maschi possono arrivare a maggiore lunghezza anche se quelli più lunghi di 15 m. sono piuttosto rari e possono pesare fino a 30000 kg. La maturità sessuale si verifica tra i 4 e i 5 anni e possono vivere fino a 70 anni circa. Formano piccoli gruppi che comunicano tra loro con salti e suoni. I maschi emettono lunghi canti che hanno forse la funzione di attirare le femmine. -taglio2-Migrano dai mari polari dove ingeriscono abbondante “krill”, termine norvegese che indica piccoli crostacei che insieme a pesciolini e altro formano lo zooplancton di cui si nutrono. Non hanno denti e ingoiano il cibo spalancando la bocca. In cerchio praticano spettacolari tecniche per far salire in superficie e catturare branchi di alici e piccoli pesci. Devono immagazzinare circa una tonnellata di alimento al giorno prima di affrontare il lungo viaggio fino ai tropici nelle cui acque tiepide si accoppiano e partoriscono. Sono state avvistate qualche rara volta nel Mediterraneo, ma solo di passaggio. Stupisce dunque la presenza di questo mammifero marino a Capri. Moltissime le domande a cui gli esperti dovrebbero dare risposta: come è arrivata la balenottera a Capri? Perché è andata a rifugiarsi proprio nella Cala del Rio? Quali le cause della morte che sembra essersi verificata poche ore prima dell’avvistamento? Alcune risposte si sono avute dopo che la grande carcassa è stata finalmente recuperata mediante un’operazione coordinata dal comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Capri con una motovedetta della Guardia Costiera, il personale veterinario della Asl, gli esperti dell’istituto zooprofilattico e della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. L’intervento dei sommozzatori è durato quasi un’intera giornata. Il cetaceo morto, lungo circa 12-13 metri e non 8 come si era detto inizialmente, è stato trainato da una motobarca fino a Castellammare di Stabia e poi a Napoli per essere sottoposto all’autopsia che ne avrebbe attribuito la morte ad una forte parassitosi dell’intestino. Completati gli studi scientifici lo scheletro, data la rarità del ritrovamento, sarà esposto nello spazio museale dell’Istituto Anthon Dohrn. Ancora però non si è avuta risposta circa gli interrogativi che riguardano la presenza della megattera nelle acque dell’isola, così infrequente e lontana dalle rotte abituali di questi meravigliosi pacifici giganti del mare, interrogativi che molto probabilmente resteranno senza risposta.





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