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Un mare d’amore

di Teresa Pugliese

Numero 203 - ottobre 2019

Torna Luca Dirisio con un nuovo progetto musicale e la voglia di ricominciare


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Otto lunghi anni, tanti ne sono passati dall’uscita del suo ultimo disco, e ben quindici, da quando Luca Dirisio esplodeva con la sua “Calma e sangue freddo”. Il tempo non è passato però per il cantante abruzzese: stessa grinta, stessa voglia di cantare la sua storia, la sua musica. Certamente mostra un nuovo volto, quello di un cantautore che ama la sua terra, e che è ripartito da lì, dalle sponde del suo mare, dall’odore della sua città, dai colori del cielo del suo Abruzzo. “Come il mare a settembre” è il titolo del nuovo singolo di Luca Dirisio. È una storia d’amore o meglio una dichiarazione d’amore dove il mare funge da cornice, da compagno di viaggio per un innamorato che sente la mancanza della donna che ama. La metafora del mare quindi si trasforma in sentimento, dalla gioia, dall’amore pulsante e sfrenato in estate, alla tristezza fredda e malinconica dovuta alla lontananza a fine stagione quando tutti si allontanano dalle spiagge per tornare alla vita di sempre. Un canto nuovo, più maturo, più introspettivo, Luca gioca con i sentimenti, diventando spettatore e protagonista della sua musica, sempre attenta a descrivere una realtà in eterno movimento. Il singolo anticipa il suo nuovo e atteso album in uscita il 25 ottobre ma, soprattutto, sancisce il ritorno del suo sodalizio artistico con l'arrangiatore dei suoi primi successi, Giuliano Boursier. Luca in una lunga chiacchierata ci racconta i suoi progetti, il suo futuro, guardando senza rimpianti ma con tanta nostalgia al suo passato.

Ritorni sulle scene dopo un po’ di tempo. Cosa è successo in questi anni e chi è Luca oggi?

“In questi anni sono successe un sacco di cose, otto anni possono sembrare lunghissimi ma in realtà non lo sono, perché se nella vita fai quello che ti piace il tempo vola. Ho girato molto, sono cambiate tante cose intorno a me, soprattutto noto che sono cambiate le persone, l’essere umano è mutato, a parer mio è un po’ regredito. Questo perché si è molto attaccati alle cose naturali, siamo abituati a prendere, comprare, usare e buttare. -taglio-Dico questo perché ciò che mi è sempre piaciuto fare è mettermi su una panchina ed osservare quello che ho intorno, mi piace osservare i vecchietti che giocano a carte, ascoltare quello che dicono, vedere un bimbo che inizia a camminare o due ragazzi che si baciano. Nelle mie canzoni riporto tutto questo, secondo il mio punto di vista.”

“Come il mare a settembre” è il tuo nuovo singolo e parla di un amore finito, quanto c’è di tuo in questa storia che racconti?

“C’è tantissimo di mio, perché io provengo da un posto di mare, sono abituato a vedere queste storie, il loro inizio, quando ci s’innamora, a giugno con l’arrivo dei turisti, così come quando a fine stagione ci sono questi addii strazianti quando le storie finiscono. Il mare è un’ottima chiave di lettura perché per me è come Itaca, me lo porto dietro ovunque mi trovi. Il mare fa da cornice, osserva, come faccio io. Il mare sono un po’ io. Io sono fortunato perché poi tutto questo lo trasformo in musica.”

In questo cd si sente molto l’amore per la tua terra...

“Io sono molto fortunato, sono legato alla mia terra e la amo perché è un posto particolare: noi abbiamo mare e montagna. Amo la natura in generale e mi dispiace che la gente la tratti male. Io vivo in questa terra bellissima ma che ogni tano si mette a ballare, a tremare, così con il primo singolo ‘La mia gente’ ho voluto ringraziare il mio popolo, mostrare l’orgoglio che sento ad essere uno di loro, e denunciare il fatto che dopo il terremoto c’è stata un po’ troppa spettacolarizzazione da parte della politica. Hanno usato l’Aquila come se fosse un palcoscenico dove poter dire grandi parole. Tutti hanno promesso cose che -taglio2-non sono state mantenute. Inoltre nel 2009 molti dei miei colleghi si sono organizzati tirando fuori un brano per sostenere i terremotati, anche questa una spettacolarizzazione, e sono dispiaciuto perché non sono stato coinvolto nonostante fossi uno dei pochi cantanti abruzzesi. Questa cosa mi ha fatto male più a livello umano che professionale.”

Sei esploso, musicalmente parlando negli anni d’oro della discografia italiana, quanto è cambiato il mondo della musica oggi?

“Credo che ci sia stato un gap nel momento in cui, a metà degli anni duemila, i motori di ricerca hanno dato possibilità di scaricare musica gratis e allora credo che l’intelligenza delle major sia stata carente in quel momento, avrebbero potuto coalizzarsi fra loro e impostare qualcosa contro tutto questa direzione. Per anni si è speculato su tutto ciò, i cd costavano cari, ci si è tanto arricchiti così si poteva investire il capitale guadagnato per fermare il fenomeno della musica pirata. L’arte non può essere trattata in questa maniera, sono cambiate le regole del gioco.”

Ti porti dietro il peso di sentirti accostato al tuo tormentone, “Calma e sangue freddo”, che ti ha reso famoso, ti da fastidio questa cosa?

“Non mi rattrista affatto, se non l’avessi scritta oggi non potrei fare il mestiere che faccio, è sbagliato sputare nel piatto dove si è mangiato. Spesso avviene il contrario perché siamo un po’ superficiali, c’è chi si attacca sul cuore un disco e chi invece non ne va fiero. Io sono felice di essere ricordato per quella canzone a cui devo tanto.”


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