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Un manager per amico

di Teresa Pugliese

Numero 212 - Luglio-agosto 2020

Antonio Moccia, manager e fondatore di The Mac Live, racconta i retroscena del suo lavoro, il particolare rapporto che lo lega ai suoi artisti ma soprattutto i suoi sogni e progetti futuri


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Deciso, spigliato ed intraprendente. Questo è Antonio Moccia. Da più di dieci anni il manager pescarese si occupa di molti famosi artisti italiani. Non ama parlare di sé e da buon direttore artistico sa bene come esaltare e valorizzare le sue “creature”. Un passato nell’arma dei carabinieri, un’educazione ferrea e militare ereditata da suo padre che lo ha aiutato e che lo aiuta ancora oggi a fare la differenza nell’intricato mondo dello spettacolo. -taglio-Antonio riesce ad essere consigliere, collega, amico, e questo sicuramente è il segreto del suo successo e del suo lavoro. “The Mac Live”, questo il nome della sua agenzia, annovera nomi di famose attrici come Giovanna Rei, comici, stilisti come Alviero Martini, modelle e presentatori tv. Una squadra coesa e compatta, una sorta di grande famiglia che si stringe attorno a lui, perno fondamentale di una macchina organizzativa che come un vulcano in eruzione non smette mai di sfornare tante idee, talenti e novità. Noi di Albatros Magazine abbiamo allora voluto sapere di più di lui e del suo meraviglioso quanto oneroso lavoro. Antonio tu in realtà non nasci manager artistico ma decisamente tutt’altro... “Effettivamente nasco come carabiniere. Ho vissuto quasi tutta la mia vita dentro le caserme perché mio padre era un comandante dell’arma. Dopo il carabiniere ho iniziato a fare la guardia del corpo a personaggi sia dell’ambiente industriale che famosi e dello spettacolo. Da lì è partita poi la mia avventura di manager.” C’è qualche persona in particolare che ti ha aiutato in questo cambio di lavoro e di vita? “Più o meno tutti. Accompagnando queste personalità nel loro lavoro piuttosto che nelle varie ospitate si creava ogni volta più che altro un vero rapporto di amicizia, che andava oltre l’aspetto lavorativo. In molti mi suggerivano di cambiare mestiere. Ho sempre ispirato fiducia, grazie forse anche alla mia serietà e professionalità. Ho riflettuto molto sulla cosa fino a che poi non ho deciso di fare il grande passo. La mia natura è molto protettiva, per venti anni ho anche fatto l’istruttore di salvataggio in mare. Diciamo che è un istinto innato in me quello di difendere e aiutare le persone.” Immaginiamo che anche con i personaggi che attualmente rappresenti tu abbia un rapporto profondo e di amicizia... “Decisamente sì. I personaggi del mio cast artistico hanno un bel rapporto con me, ma anche tra di loro. Soprattutto c’è stima, e questo aiuta a lavorare meglio. The Mac Live Management si fonda su un clima familiare, collaboriamo insieme. Se qualcuno ha un’idea si condivide, si studia, si capisce se è fattibile e poi si crea l’evento. È un gioco di squadra.” Quali sono gli artisti che oggi rappresenti? “Claudia Filipponi modella e volto del brand Alviero Martini che è con me ormai da cinque anni, Yuliya Mayarchuk che in molti ricorderanno come uno dei volti storici de ‘La Squadra’, poi ancora Giovanna Rei che non ha bisogno di presentazioni, direttamente da ‘Colorado Caffè’ Monsieur David, Mago Paolo e poi ultima arrivata ma non per importanza l’attrice ed ex Letterina di Passaparola Morena Salvino. Poi, grazie a una collaborazione con ad un altro management mi occupo di Massimiliano Varrese e Valentina Melis. Ho l’onore di collaborare inoltre con Michele Cucuzza ed Alviero Martini. Il mio lavoro è quello di organizzare per loro eventi ed ospitate.”-taglio2- A proposito di eventi ed ospitate, a causa dell’emergenza sanitaria che tutto il mondo sta vivendo, molti artisti si sono fermati. Quanto ha risentito anche il tuo lavoro? “Tanto, veramente tanto. Ci sono delle limitazioni a cui andiamo incontro, limitazioni soprattutto di pubblico e ne risentono le spese in questo caso. Diventa una cosa ingestibile. Il Covid ha messo in ginocchio questo settore, secondo me il più massacrato. Si cerca di reinventarsi sui social.” In questo caso, quanto la rete ha aiutato a sopperire alla mancanza del contatto fisico e sociale che si è venuto a creare tra gli artisti e il loro pubblico? “In questo periodo storico i social sono stati molto di aiuto. Non potendo uscire di casa, non potendo fare nulla, si è cercato di interagire tramite la rete. Grazie soprattutto alle dirette si è mantenuto quantomeno un contato visivo. Lo hanno fatto anche i miei artisti. Abbiamo messo in piedi tanti progetti social, e i fan hanno partecipato numerosi.” La tua figura è fondamentale. Ti senti un punto di riferimento per i tuoi artisti? “Il manager è una figura importante, prima di tutto deve essere un consigliere. La fortuna è che io riesco ad orientare i miei artisti tenendo conto soprattutto delle normative di legge, retaggio della mia educazione e del mio passato nell’arma. Questo aiuta tanto.” Può succedere che non nasca quell’alchimia, quella sintonia con una persona con la quale si lavora? “Certo che può succedere. È per questo che generalmente ci si da un periodo di prova. Serve per capire se, da entrambe le parti, c’è sinergia. Cerco di avere accanto a me persone con un certo carisma, che hanno positività e la voglia di fare gioco di squadra. Nel corso degli anni sono molti i personaggi che sono passati da The Mac Live che è attiva dal 2008. In questo lungo tempo ho addirittura fatto il modello anche io.” Vuoi raccontarci questa esperienza? “È un periodo che è durato poco, ho fatto anche un film per la Fandango, se non erro si chiamava Liberi. Poi però mi sono accorto presto che non mi piaceva essere protagonista, il mio obiettivo era stare dietro le quinte. Questo stare dall’altra parte della barricata mi ha aiutato molto nel mio lavoro, soprattutto con Claudia (Filipponi) che in tutti questi anni ha fatto passi da gigante. Ma questo vale per tutte le altre attrici presenti nel mio management.” Da dove nasce allora la tua passione per lo spettacolo? “Sembrerà strano ma l’ho ereditata da mio padre. Nonostante lui fosse un sottotenente dei carabinieri ma è pur vero che la sua più grande passione era il canto.” Quale futuro vedi per te e per The Mac Live? “Sicuramente dovrò e dovremmo reinventarci, soprattutto attraverso i social. Magari creando dei pacchetti per poter seguire gli spettacoli anche da remoto. Questa può essere una buona idea per il futuro.”





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