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ULTIMO

Tra pensieri e musica

di Luca Guerrasio

Numero 196 - Febbraio 2019

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Amatissimo dai giovani e apprezzato anche dal pubblico adulto, il cantautore romano si fa carico di una generazione che non è così superficiale come immaginiamo


Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, a soli 22 anni ha già conquistato un disco di platino e i concerti del suo tour sono tutti sold out. Cresciuto nel quartiere di San Basilio come il “fratellone” Fabrizio Moro, con il quale ha duettato al Festival di Sanremo 2019, Ultimo ha sempre saputo che la musica sarebbe stata compagna fedele nel suo percorso di vita. Infatti, il cantautore romano poco più che ventenne, vince Sanremo Giovani con il brano “Il ballo delle incertezze” lo scorso anno, e da quel momento la sua scalata non si è più fermata. Una musica, quella di Ultimo, che va oltre le apparenze e oltre i pregiudizi della sua generazione. Ultimo parla a grandi e piccoli con una maestria degna dei più celebri cantautori italiani e non solo. Noi di Albatros l’abbiamo incontrato in esclusiva!

Ti abbiamo visto in questi giorni sul palco dell’Ariston, stavolta come big, come mai hai scelto di partecipare ancora una volta al Festival di Sanremo?

“Nonostante io sia un tipo abbastanza solitario e poco incline alla mondanità, Sanremo è Sanremo! È inutile fare i tipi snob, quello dell’Ariston resta uno dei palcoscenici più importanti sia a livello nazionale che europeo. In particolare ho deciso di ritornare perché è stato un onore, per me, che Claudio Baglioni decidesse di inserirmi tra i big. Lo scorso anno ho partecipato nella categoria giovani, ho vinto, ed è partita una grande annata, quest’anno ho voluto dimostrare di essere all’altezza anche dei ‘Campioni’ e se pure non ho vinto, spero che il mio percorso artistico continui a migliorare. Poi, ‘I tuoi particolari’, era proprio la canzone giusta per Sanremo. Un brano che parla delle piccole cose, che mette in risalto le sfumature, come succede in un dipinto. Anche nel mio quadro preferito è così: il ‘Viandante sul mare di nebbia’ del pittore Caspar David Friedrich… non sarebbe bello senza i particolari.”-taglio-

Come hai accennato, il 2018 è stato un anno incredibile per te e per la tua musica, ma prima di arrivare al successo qual è stato il tuo percorso?

“Ho cominciato abbastanza giovane, ho iniziato a studiare il pianoforte all’età di 8 anni, il mio maestro notò subito in me una particolare predisposizione per la musica e così a 14 anni già facevo serate e mi esibivo nei locali. Questa ‘precocità’ artistica, però, ha influenzato negativamente il mio andamento scolastico, infatti, sono stato bocciato per ben due volte! Nonostante mia madre me le ha suonate di santa ragione dicendomi che lo studio era la prima cosa, io sono sempre stato un ribelle e alla lunga forse ho dimostrato di aver ragione io!”

Quindi che ruolo hanno avuto i tuoi genitori nel tuo percorso musicale?

“I miei non sono mai stati come quei genitori che alle partite di calcetto incitano i figli dagli spalti. All’inizio mi tenevano coi piedi per terra, e a me un po’ faceva soffrire questo loro atteggiamento. Però adesso li capisco e se dovessi avere un figlio farei come loro, perché parliamoci chiaro: se non avessi raggiunto questo obiettivo la mia vita non poteva finire, avrei dovuto reagire e cercare un’altra cosa da fare per essere felice.”

E perché “Ultimo”?

“Mah, ad esser sinceri, la mia è stata una scelta ragionata. Suonava bene ‘Ultimo’ e sicuramente avrebbe incuriosito. Poi, per fortuna mi ha portato bene, anche se devo ammettere che ho sempre messo anima e corpo nella musica e tra me e me ho sempre pensato che ce l’avrei fatta! Con la musica mi sono sempre sentito forte, sicuro, migliore. Il mio è sempre stato un pallino fisso, forse anche questo mi ha reso una persona solitaria, immerso sempre nel mio mondo di note.”

Hai numerosi tatuaggi, quando hai inziato?

Il mio primo tatuaggio è stato questo di Kurt Cobain, fatto a 15 anni. All’epoca scelsi lui perché è un artista che mi trasmetteva forti emozioni, in Kurt Cobain mi sono immedesimato, come penso tutti i miei coetanei, e la sua musica ha ispirato molto il mio modo di vivere e vedere ciò che mi circonda.”

In molti, però, l’hanno criticata dicendo che riceve qualche aiutino nella scrittura dei suoi testi, poiché questi mostrano un’intensità non propria della sua giovanissima età...

“Sono chiacchiere da bar! Io mi impegno tanto, sono un sognatore e allo stesso tempo un ipersensibile. Quando compongo musica mi perdo nei miei pensieri, perché ho la sensazione che la vita sia così intensa e piena di dettagli che non bisogna sprecare neanche un attimo. Tutto quello che vivo lo metto nella mia musica, che mi conosce riconosce ogni sfumatura del mio carattere nei miei testi.”

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“Quando compongo musica mi perdo nei miei pensieri, perché ho la sensazione che la vita sia così intensa e piena di dettagli che non bisogna sprecare neanche un attimo”

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