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Tutti dal chirurgo

di Elena Scopelliti

Numero 222 - Luglio-Agosto 2021

Il mondo dei “ritocchini” ha segnato un +30% durante il lockdown, un fenomeno che analizziamo con il chirurgo maxillo facciale Tito Marianetti


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Nemmeno il Covid è riuscito a fermare la voglia di sentirsi belli, tanto che già nei mesi dopo il primo lockdown, si è stimato un incremento ingente di ricoveri chirurgici a tale finalità. Non solo estetisti e parrucchieri quindi sono stati presi d’assalto durante questo lungo periodo di isolamento, -taglio- ma anche i chirurghi estetici, come ci conferma il Dott. Tito Marianetti, chirurgo maxillo facciale di Roma, specializzato in rinoplastiche. Come è cambiato il modo di percepire la chirurgia estetica dopo il Covid19? “Le persone hanno imparato a concepire il tempo in maniera diversa: la vita ha una scadenza e va presa al volo. I cambiamenti e le consapevolezze acquisite in questo periodo di distanza sociale, oltre a riguardare la sfera relazionale hanno influenzato anche il nostro modo di percepirci allo specchio, portando voglia di miglioramento anche nella sfera della bellezza.” Vi è stato quindi un incremento dei “ritocchini” per essere più belli? “Assolutamente sì, anzi, le dirò di più, durante la piena pandemia, le persone non hanno mai smesso di interessarsi alla chirurgia estetica: chi si avvicina a questo mondo, non è in cerca solo di un miglioramento fisico, ma spesso ha voglia di affermazione personale, di vivere la vita al massimo; Questo si traduce in qualcosa di esteriore che ritroviamo con l’intervento di chirurgia plastica.”
Quali sono gli interventi attualmente più richiesti? “Sono molteplici e spesso con l’esigenza di essere poco invasivi; C’è voglia di perfezionarsi senza stravolgersi. Primo tra tutti, l’intervento di rinoplastica che oggi rappresenta un must per la valorizzazione del nostro primo biglietto da visita, il viso. Il naso è al centro della faccia e questa posizione di rilievo lo vuole protagonista assoluto sulla chirurgia del volto.” Parliamo proprio della sua specialità: cosa si ricerca oggi in una rinoplastica? “Il paziente odierno vuole un naso naturale, che non sappia assolutamente di rifatto: a volte, proprio in virtù di quanto dico, mi è richiesto di lasciare addirittura piccole imperfezioni come una piccola gobbetta o una dimensione non “proprio piccola”. La rinoplastica non deve stravolgere, deve solo rendere più equilibrato il naso che già ci appartiene; Pensiamo per esempio a celebrità come Lady Gaga o Sara Jessica Parker di “Sex and the City” che hanno certo valorizzato con il bisturi il loro naso ma, guardandole da vicino, nessuno sospetterebbe un intervento; Questo per me è il vero successo di una rinoplastica.” Come si avvicinano le nuove generazioni alla chirurgia plastica? “I giovani hanno le idee ben chiare, forse anche condizionati dalle ricerche approfondite che fanno sul web, attraverso i social: i criteri di scelta del “loro” chirurgo non si basano esclusivamente sugli esiti mostrati ma anche su elementi addizionali correlati proprio al professionista prescelto come savoir-faire, disponibilità e perché no aspetto fisico.” La scelta così gestita può essere rischiosa? -taglio2- “Certo, per questo a tutti i miei pazienti ribadisco l’importanza di non soffermarsi solo all’apparenza di quello che viene mostrato sui social: sulla rete purtroppo si passa un’idea a volte distorta della realtà: nasi perfetti, senza imperfezioni, quasi come se il chirurgo avesse la bacchetta magica. Non è proprio così, la rinoplastica è un intervento delicato e nonostante nella maggior parte dei casi l’esito è soddisfacente, possono anche esserci complicazioni post-intervento che vanno attentamente gestite per la serenità di paziente e medico.” Vi sono dei canoni estetici specifici che dettano le regole sul naso? “In generale il trend vuole linee dritte e decise, sia per gli uomini che per le donne. Il rovesciamento sociale dei ruoli ha visto la donna prendere maggiore potere nella sfera professionale e privata e questo si traduce anche in chirurgia estetica con richieste di lineamenti più definiti… il nasino alla francese all’insù degli anni 60 non è più in voga, almeno nella stragrande maggioranza dei casi.” Da vero esperto di “naso” non poteva che scrivere un libro…ci vuole parlare di questo? “In realtà è un libro che ho scritto a sei mani, insieme ai colleghi Armando Boccieri e Valerio Finocchi che, come me, sono specializzati proprio in questo distretto corporeo. “Le vie della rinoplastica, filosofie a confronto” è un libro tecnico basato su casi clinici e immagini e mette a confronto sia i pro che i contro di ogni tecnica chirurgia attualmente conosciuta.” A chi è rivolto questo libro? “È rivolto soprattutto ai professionisti di settore ma anche a chi da vero “appassionato” vuole capire di più sulla rinoplastica: nessuna pretesa di insegnare qualcosa, solo un confronto attivo tra le diverse opzioni chirurgiche. Ad esempio si cerca di sfatare i ‘falsi miti’ della rinoplastica, ovvero: il naso non può essere “smontato” e “rimontato” parzialmente in sole specifiche aree. Il solo rifacimento della punta per esempio ha poco senso, in quanto modellare la punta senza considerare il dorso o viceversa porterebbe ad un risultato estetico e funzionale solamente parziale e incompleto; intervenire sul dorso, non presuppone un maggior dolore o una maggiore invasività dell’intervento: le fratture vengono effettuate chirurgicamente e questo non comporta dolore di nessun tipo. “Rompere” il naso con il bisturi è estremamente differente dal “rompere” il naso sbattendolo accidentalmente (dove vi è sì presente dolore!): in alcuni casi, per valorizzare il profilo è necessario considerare anche le dimensioni del mento: se questo è piccolo e sfuggente, il naso apparirà più grande. Il binomio naso/mento è determinante nell’estetica del volto.”





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