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Torre Annunziata già Oplontis

di Yvonne Carbonaro

Numero 249 - Aprile 2024

Da sito archeologico a città della pasta a luogo di cultura e cinema


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Oplontis fu distrutta dell’eruzione del 79 d.C. Era sede di fastose ville di “otia” dei maggiorenti romani e di ville rustiche adibite alla produzione di vino e ortaggi.-taglio- Dal 1964 sono iniziati gli scavi di una meravigliosa villa della Gens Poppea fastosamente decorata all’interno con affreschi che simulano oggetti, nature morte, colonne e architetture, mentre all’esterno presenta un elegante peristilio di colonne vere. Sono state trovate altre ville: di Lucio Crasso Tertius, di Caio Siculi. Nessuna è stata completamente esplorata, così pure le antiche saline Erculee e le terme disseminate nella zona. Nel frattempo il complesso degli scavi è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Nel tardo medioevo, dopo un lungo periodo di abbandono, invasioni e devastazioni, la vita riprese. Vi fu eretta una chiesa dedicata alla Vergine dell’Annunciata e quindi una torre, da cui il nome di Torre Annunziata. Dal 1419 fu per circa un secolo feudo della famiglia di Lucrezia d’Alagno. Passò di mano in mano da un feudatario all’altro finché con Carlo III di Borbone vi sorse nel 1758 la Real Fabbrica d'armi e poi nel 1791 la Real Ferriera. Il fiume Sarno era stato sottoposto a canalizzazione per portare acqua ai mulini già verso la fine del XVI secolo. Lo sviluppo dei mulini e dei pastifici nell'ottocento vide il periodo più prospero per la città. Con la restaurazione borbonica, successiva al periodo francese, la ferrovia Napoli-Portici fu prolungata fino a Torre Annunziata e con il Regno d'Italia fino in Calabria. Notevole fu lo sviluppo commerciale con importazione di grano ed esportazione mondiale di paste alimentari, tra le quali continuano ad essere prodotte e ad eccellere quelle dei pastifici Setaro e Voiello. Torre Annunziata divenne un immenso pastificio che assorbiva il 60% della forza lavoro contendendosi il titolo di “Città della pasta” con Gragnano. La grande scrittrice Maria Orsini Natale (Torre Annunziata, 19 marzo 1928 –11 novembre 2010) nel suo bellissimo romanzo “Francesca e Nunziata” attraverso la saga di una famiglia di pastai descrive tutte le fasi di produzione dei vari formati di pasta e la ricaduta economica sul territorio. -taglio2- Altri illustri personaggi hanno avuto qui i loro natali: lo scrittore Michele Prisco innanzitutto, il linguista Tullio De Mauro e varie celebrità dello spettacolo e dello sport. Negli anni ottanta il giornalista napoletano Giancarlo Siani, che operava come corrispondente de “Il Mattino” per indagare sui traffici della malavita in questa città, fu assassinato al Vomero, sotto casa sua. Nel 2002 il film “E io ti seguo” e nel 2009 il film “Fortapàsc” trattano entrambi della sua tragica fine e sono stati girati a Torre Annunziata. Culla del produttore cinematografico Dino De Laurentis, può essere dunque considerata anche “Città del Cinema” in quanto set di vari altri film, da “Due soldi di speranza” del 1952 a “Incantesimo napoletano” del 2002. È del 2017 il lungometraggio campione d'incassi, “Ammore e malavita”. Va detto che in alcuni viene riportata la parlata di Torre Annunziata, un dialetto napoletano molto stretto, arcaico, che l’attore Salvatore Misticone, pur essendo nato a Napoli, rende molto bene. Dal libro di Viola Ardone, è stato infine girato nel 2024 “Il treno dei bambini” nel cosiddetto definito: <il buco nero del territorio torrese, abbandonato a sé stesso e alle innumerevoli ordinanze di messa in sicurezza e rischio crollo di quei fabbricati colpiti dal terremoto dell’80 e mai riqualificati, visto che i fondi stanziati sono finiti anche loro in quel grande buco nero¬>. Una parte del quartiere è diventato un set cinematografico atto a rendere l’immagine della Napoli dell’immediato dopoguerra. Tale scelta dovrebbe poter sensibilizzare governo e politici circa le condizioni di degrado di tante aree del nostro paese. Va segnalato che la Libreria Libertà – Asperula opera attivamente in ambito culturale con eventi su Siani, sulla Ardone, seminari di lettura e presentazioni di libri, tra cui recentemente “Il Cibo racconta Napoli” della sottoscritta. In sintesi, bisogna ricordare che la lunga e articolata storia del luogo ha lasciato importanti testimonianze in palazzi gentilizi, chiese, cripte, conventi, musei, pinacoteche. A ciò vanno aggiunte le ultime ville gentilizie a continuazione del Miglio d’Oro, i parchi e le fonti di acqua termale, la bella e articolata costa con il suggestivo isolotto di Rovigliano. Il mare purtroppo risente dell’inquinamento causato dagli scarichi del Sarno. Una località nel suo complesso molto degna di nota, non abbastanza conosciuta perché piuttosto trascurata e bisognosa di riqualificazione, da segnalare per la varietà di aspetti che propone e per le molte insite potenzialità turistiche e di sviluppo.





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