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THE DANIELS

di Laura Fiore

Numero 239 - Aprile 2023

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Reduci da un incredibile successo all’ultima Cerimonia di premiazione degli Oscar 2023, i The Daniels ci raccontano del loro ultimo capolavoro cinematografico


A meno che non viviate sulla luna, quasi sicuramente, avrete sentito parlare del film che ha letteramente sbaragliato la concorrenza agli Oscar di quest’anno: “Everything Everywhere All at Once”.-taglio- Una pellicola che fin dalla sua presentazione ha aperto un grandissimo dibattito sia tra il pubblico sia tra gli addetti ai lavori, questo perché si tratta di un film poco comune, o meglio, la genialità dei due registi sta proprio nell’essere riusciti a raccontare una storia normalissimi – quella della famiglia Wang ndr. – con una fantasia fuori da ogni possibile immaginario. Daniel Kwan e Daniel Scheinert sotto lo pseudonimo di The Daniels hanno dato vita ad una serie di molteplici realtà nelle quali i vari protagonisti dovranno riuscire a sopravvivere facendo di necessità virtù. Oltre a collezionare ben 7 premi Oscar, “Everything Everywhere All at once” ha vinto anche 2 Golden Globe per le categorie Miglior attrice e Miglior attore non protagonista. I due registi, entrambi giovanissimi, hanno così voluto dare un forte segnale al mondo del cinema odierno, proprio come ci racconteranno in questa intervista esclusiva. Partiamo subito dalle 7 statuette ricevute dagli Academy, pensavate di avere un successo del genere? D.K. – “Assolutamente no! Anzi, ti dirò di più: non pensavamo affatto di poter attirare così tanto l’attenzione con il nostro film! Siamo consapevoli non si tratti di un prodotto convenzionale, di conseguenza non eravamo così convinti di riuscire a suscitare un interesse del genere.” D.S. – “Sì, è nato tutto con l’intenzione di fare un film che piacesse a noi… ci pensavamo da un po', quando abbiamo iniziato a buttare giù le varie idee da cosa è nata cosa, siamo stati fortunati ad aver avuto la libertà di poter portare sul grande schermo quello che volevamo e come lo volevamo, la produzione è stata coraggiosa ad accettare la nostra sfida, per fortuna ne è valsa la pena” A proposito della nascita del film, quando avete deciso di iniziare la vostra collaborazione e quali sono gli aspetti positivi e negativi di dirigere un film a quattro mani? D.K. – “Prima di rispondere ci tengo a sottolineare una cosa: abbiamo realizzato questo film per ricordare a noi stessi di essere gentili sempre. In particolare, abbiamo iniziato a scrivere nel 2017 quando Trump è stato eletto, eravamo arrabbiati e spaventati e questo ha portato a galla lati cattivi di noi. Non siamo perfetti, non siamo Waymond, anzi siamo più simili a Evelyn – Michelle Yeoh ndr. - e ci dobbiamo ricordare che la gentilezza è d’aiuto e che la cattiveria è controproducente. Il nostro film è una lettera d’amore ai film d’azione che amiamo, ma allo stesso tempo non amiamo la violenza come risposta. Quindi ci siamo chiesti: ‘Come possiamo realizzare un action movie che non glorifichi la violenza?’ è questo un altro pezzo del puzzle: realizzare un film action in cui la gentilezza sia elettrizzante tanto quanto prendere a pugni la gente!” D.S. – “Per quanto riguarda la nostra collaborazione è nato tutto in maniera molto spontanea, sia due persone che hanno molto in comune di conseguenza è stato ‘semplice’ riuscire a comprendersi a vicenda. Decidere di dirigere un film con un altro regista presuppone una grandissima stima reciproca, sai bene che in questo mondo l’invidia silenziosa è costante, con Daniel invece c’è stato un aperto confronto su ogni dubbio o perplessità e una capacità reciproca di trovare un equilibrio e un punto d’incontro che potesse soddisfare entrambi.” La gentilezza quindi al centro di tutto, in un mondo che sempre più affronta con violenza la realtà, quale sperate sia il messaggio che arrivi al pubblico? D.S. – “Più che ‘un messaggio’ fin dal principio il nostro intento era, ed è tuttora, quello di far riflettere le persone. Un buon film da modo a chiunque lo veda di leggere il messaggio che preferisce, speriamo che il pubblico possa farsi un esame di coscienza e chiedersi ‘Cosa sto seminando nella mia vita?’ e che soprattutto si renda conto che la redenzione è possibile qualora ci sia sincerità. Proprio come i protagonisti, vogliamo che anche le persone si mettano in discussione nel loro quotidiano.” Avete dichiarato che non è stato semplice girare un film come questo… D.K. – “Come puoi ben immaginare, è stato tutto abbastanza difficile. Ci abbiamo lavorato per 5 anni, è vero, ma inizialmente facevamo tira e molla anche con altri progetti. Il film lo abbiamo scritto e riscritto negli anni e già la stesura di una pellicola girabile con i mezzi a nostra disposizione ha richiesto molto lavoro. Abbiamo girato la fotografia principale in sole 8 settimane. Persino gli attori erano stupiti di quanto velocemente avessimo bisogno di girare le tante scene d’azione e combattimenti che ci sono nel film. Inoltre, ci siamo dovuti fermare per il Covid e questo ha allungato la post produzione di un anno, quest’ultima cosa in un certo senso però è stata anche una fortuna. Abbiamo avuto tanto tempo più del solito per ricontrollare il montaggio, sincerarci che avessimo tutto quello di cui avevamo bisogno in termini di riprese, arrivare a un prodotto finito di cui fossimo soddisfatti al 100%. Dato il responso che stiamo ricevendo, sono contento che sia andata così e di aver investito tanto tempo. Direi che questi 5 anni hanno pagato.” Da due registi visionari come voi, cosa dobbiamo aspettarci prossimamente? D.S. - “Adesso un po' di relax! – ride ndr. Scherzi a parte, i nostri prossimi impegni sono ancora per un po' legati al progetto di ‘Everything Everywhere All At Once’, anche se stiamo già lavorando su altri progetti che per un po' avevamo messo in standby per concludere la produzione di questo film. Diciamo che la nostra mente è sempre in movimento, infatti, anche se siamo in giro ci scriviamo spesso messaggi del tipo ‘ho pensato a questa cosa, potrebbe essere una buona idea per…’. D.K. – “Esatto! Amiamo talmente tanto questo lavoro che vediamo l’arte in tutto quello che ci circonda ed avere la capacità di trasformare queste nostre idee in film è sempre un’emozione incredibile!”

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